Per quanto affollate anche fuori stagione di turisti che portano soldi e non disordini all’economia nazionale, strade e piazze d’Italia fanno paura per gli spettacoli di estremismo che sfornano ormai con troppa frequenza.
A Napoli si sparano e si uccidono fra loro minorenni cresciuti chiaramente in un degrado sociale di cui i più grandi d’età non hanno il coraggio di assumersi le responsabilità e di porvi rimedio, preferendo prendersela con le cosiddette autorità locali e ancor più nazionali, visto che al momento queste ultime sono di destra piuttosto che di sinistra.
A Milano cortei nominalmente pro-palestinesi sfilano inneggiando al terrorismo che insanguina quella causa, ai capi abbattuti e alla caccia agli ebrei appena consumatasi nella capitale olandese, cioè nella nostra Europa che sembrava restituita alla libertà, alla democrazia, alla civiltà un’ottantina d’anni fa con la sconfitta del nazismo tedesco e di quell’imitazione che aveva finito di esserne il fascismo italiano.
A Bologna i soliti antagonisti convinti di rappresentare la sinistra per contestare un corteo di destra di alcune centinaia di persone che sfilava contro “la droga, violenza, prostituzione” di una presunta “integrazione”, hanno assaltato e ferito le forze dell’ordine schierate per impedirne lo scontro diretto con gli avversari politici.
La segretaria del Pd Elly Schlein, accorsa proprio a Bologna per stare dalla parte dell’antagonismo sociale, e reduce da una polemica a distanza con la premier Giorgia Meloni sul “caviale” della sinistra e “l’olio di ricino” di memoria fascista, ha ritenuto di prendersela più col corteo di destra, che secondo lei non avrebbe dovuto essere permesso, che con gli aggressori della Polizia.
Con questa sua scelta, diciamo così di colore, vista l’”armocromia” da lei scoperta e praticata nell’abbigliamento, la Schlein si è procurata su Libero un titolo che probabilmente riterrà arbitrario ma che temo non apparirà tale a tanti altri che poi, al momento opportuno, votano per Trump negli Stati Uniti e in Italia per la Meloni, che si è affrettata a rinfacciarle l’appoggio fornito ai “facinorosi” di Bologna. “Caviale, spranga e martello” è il titolo di Libero riferendo dei “pestaggi democratici”.
Non so francamente se debba stupire di più l’ostinazione di Elly Schlein nel prestare il fianco, quanto meno, a un titolo come quello di Libero o il silenzio, almeno in pubblico, che le premette nel Pd di continuare a farne in questo modo la segretaria, condannando il partito o a perdere voti o a guadagnarne di inutili all’ambizione di un’alternativa al governo dell’odiata Meloni. Che non ha bisogno di olio di ricino perché la Schlein in fondo se lo beve da sola, e lo fa bere ai suoi elettori.