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Conte

Chi renderà insicura la sicurezza nazionale dopo la fine del governo Draghi

Considerazioni a margine del voto ieri in Senato sul governo Draghi. L’intervento di Marco Mayer, docente al Master in Cybersecurity della Luiss ed ex-consigliere del ministro dell’Interno Marco Minniti per la Cybersicurezza (2017-2018)

Ieri al Senato Lega e Forza Italia – dopo averli criticati aspramente – hanno assunto esattamente lo stesso comportamento (inedito e opportunistico) dei ministri 5 stelle della settimana scorsa.

I ministri e sottosegretari leghisti e forzisti (Gelmini esclusa) si sono negati la fiducia uscendo dall’aula del Senato, ma si sono guardati bene dal dimettersi.

Quando neghi a te stesso la fiducia le dimissioni sono un atto dovuto. Sul piano della correttezza istituzionale e del buon senso è talmente ovvio che non ci dovrebbe essere il bisogno di ricordarlo.

Quante volte in passato dimissioni di ministri e sfiducia si sono intrecciate. I partiti erano soliti provocare crisi di governo proprio ritirando la delegazione dei loro ministri dall’esecutivo.

Un politico che dopo essersi auto-sfiduciato resta seduto sulla sua poltrona di ministro o di sottosegretario offre una immagine ambigua di sé e del suo partito.

I primi a dare il pessimo esempio sono stato i pentastellati, ma qualunque partito pratichi comportamenti di questo genere contribuisce ad aumentare la sfiducia degli italiani nella politica.

A chi oggi invoca strumentalmente discontinuità suggerisco di cominciare dal ripristino della dignità della politica e dalla coerenza dei comportamenti.

A proposito di dignità ricordo ai lettori di Startmag che ieri sera Giancarlo Giorgetti uscendo dal Senato ha esclamato: “Poteva finire in maniera istituzionalmente più dignitosa”.

La frase è criptica e si presta a molte interpretazioni. Da quanto ho capito Giancarlo Giorgetti ha ragione perché ieri in Senato gruppi parlamentari che “si passavano il cerino” e “lanciavano il sasso e toglievano la mano” è stato uno spettacolo poco dignitoso.

Ma Giorgetti deve stare attento a non predicare bene e razzolare male se non vuole disperdere il suo prestigio e il ragguardevole patrimonio di credibilità personale.

E’ legittimo che Giorgetti per disciplina di partito sia uscito dal Senato per non votare la fiducia; ma non è dignitoso che un minuto dopo non si sia dimesso dalla carica di Ministro.

Il discorso non vale solo per Giorgetti, ma per tutti gli altri membri dell esecutivo che sono usciti dall’aula per non votare la fiducia.

A proposito di dignità della politica mi sia consentito un’ultima osservazione su una materia del tutto diversa, ma di grande rilevanza istituzionale.

Ieri Draghi ha sancito in parlamento che le interferenze della Russia e di altre autocrazie (vedi Cina, ecc.) hanno inquinano e inquinano la politica e la società italiana.

Gli allarmi lanciati più volte dal Copasir – quasi sempre ridicolizzati dai media – hanno trovato piena legittimazione.

Perché al Senato nessun esponente dei 5 stelle, della Lega o di Forza Italia ha sentito il bisogno di riprendere (anche solo con un breve accenno) ad un tema cruciale per la nostra sicurezza nazionale?

Forse perché Beppe Grillo non vuole interrompere le sue frequentazioni con l’ambasciatore cinese e Matteo Salvini con l’ambasciatore della Federazione Russa? Oppure perché nessuno ha voglia di approfondire la storica partnership tra Mediaset e Huwaei?

“A pensar male degli altri si fa peccato, ma si indovina”, avrebbe detto Pio XI (papa Achille Ratti).

La Russia ama intrufolarsi nelle campagne elettorali europee e pare abbia dato una notevole anche alla Brexit.

Le imminenti elezioni politiche italiane sono di grande importanza anche in relazione all’ aggressione russa in Ucraina.

Dobbiamo tutti accendere I riflettori per prevenire brutti scherzi da parte degli “sfascisti” italiani o stranieri che siano.

L’aspetto più importante è bloccare sul nascere narrazioni false, ma abilmente costruite che puntano a favorire i partiti sovranisti e populisti (non a caso i più tiepidi sull’Ucraina).

E’ possibile che nei due mesi di campagna elettorale si moltiplichino le campagne di disinformazione, gli agenti di influenza e le triangolazione finanziarie oblique. Niente panico basta esserne consapevoli e prevenire.

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