La Germania entra in quello che viene definito lockdown leggero da lunedì 2 novembre, due giorni prima di quanto previsto dall’iniziale bozza del governo. Tale bozza, discussa nel vertice online con i presidenti dei Länder, definisce le restrizioni che interesseranno il paese per tutto il mese di novembre. Sono state varate nel giorno in cui il Koch Institute ha comunicato il nuovo record di contagi giornalieri: 14.964.
LE PAROLE DI MERKEL
“Siamo di fronte a una crescita esponenziale, il raddoppio dei casi è sempre più veloce, così come quello dei ricoveri nelle terapie intensive”, ha esordito Angela Merkel alla fine dell’incontro, “il sistema ospedaliero in questo momento regge, ma se la crescita prosegue con questo ritmo in poche settimane raggiungerà i suoi limiti. Dobbiamo dunque agire, e adesso, per evitare un’emergenza sanitaria nazionale. Abbiamo bisogno di uno sforzo nazionale”.
I NUMERI DEL CONTAGIO IN GERMANIA
Il punto più controverso è la chiusura di bar e ristoranti, ai quali sarà permesso solo il lavoro per l’asporto. Non tutti i presidenti erano concordi e, mentre il confronto tra Angela Merkel e i presidenti regionali si snodava attraverso i video, nella piazza della Porta di Brandeburgo a Berlino, a due passi dalla cancelleria, i ristoratori protestavano, supportati dagli operatori turistici e dagli organizzatori di grandi eventi. Sostengono tra l’altro che il loro settore non sia causa dell’esplosione dei contagi. A loro ha risposto indirettamente la cancelliera durante la conferenza stampa, confessando un dato allarmante: “Per il 75% dei contagi non conosciamo più l’origine”. Potrebbe lenire i disagi per i settori colpiti dalle chiusure di novembre la decisione di rimborsare alle piccole attività (fino a 15 dipendenti) il 75% del fatturato registrato a novembre 2019, agli esercizi più grandi il 70%. Soldi che arriveranno in maniera rapida e senza complicazioni burocratiche (nessun obbligo di rendiconto) sui conti corrente dei titolari, assicura il governo. Una spesa che Scholz stima tra i 7 e i 10 miliardi per un mese di blocco.
RESTANO APERTE SCUOLE E ASILI
Il pacchetto di nuove misure è drastico e, a parte l’apertura di scuole e asili e quella degli esercizi commerciali, riporta la Germania molto vicina alle settimane di marzo e aprile, quelle del lockdown vero e proprio. L’obiettivo: ridurre al minimo i contatti e riportare il numero dei nuovi contagi al di sotto dei 50 in una settimana per 100 mila abitanti. Cifra che consentirebbe la ripresa del tracciamento, al momento saltata in molti distretti tedeschi nonostante le unità sanitarie locali siano state rinforzate dall’apporto di 15 mila soldati.
GLI INCONTRI
Ammessi incontri solo con parenti del proprio nucleo familiare o al massimo con un altro nucleo, in numero mai superiore a 10 persone. Divieto di feste ovunque, in luoghi pubblici o abitazioni private. Restano sigillati club e discoteche e ogni altro locale di divertimento. Introdotto il divieto di pernottamenti a scopo turistico, con l’appello ai tedeschi a evitare viaggi privati anche per visite ai parenti.
CINEMA E TEATRI CHIUSI
Chiusura di cinema, teatri e sale concerto. Sospensione delle attività sportive amatoriali, chiusura di palestre e piscine. Prosegue la Bundesliga, il campionato professionistico di calcio, ma tornano le porte chiuse: fine dell’ingresso contingentato di spettatori.
FIERE CASSATE
Annullate tutte le manifestazioni fieristiche, ma quelle più grandi stanno già studiando alternative digitali. È stato il caso della Fiera del libro di Francoforte, tenutasi a ottobre su piattaforma digitale. Oggi gli organizzatori della Fiera del turismo di Berlino (Itb), che si tiene tradizionalmente a marzo, hanno annunciato l’edizione del 2021 tutta digitale.
CHE COSA CHIUDE
Chiudono parchi di divertimento ed esercizi con appuntamento, così come gli studi cosmetici, di massaggio, fitness e di tatuaggi. Restano aperti i parrucchieri, così come negozi e supermercati, con rafforzamento delle misure di sicurezza e igiene: obbligo di istituire percorsi separati di ingresso e uscita dai locali, oltre a quello di mascherine già esistente, e contingentamento dei clienti (uno per ogni 10 metri quadrati).
L’HOME OFFICE
Il ministro dell’Interno intende utilizzare anche lo strumento delle indagini coperte per perseguire le eventuali infrazioni, che permettono anche controlli indipendentemente dall’esistenza di un sospetto. Strumento politicamente controverso, che in alcuni Land è stato peraltro proibito. Le aziende sono invitate a favorire l’home office laddove possibile, in modo da ridurre la mobilità sui mezzi pubblici e i contatti sull’ambiente di lavoro.
LE DIFFERENZE CON LA PRIMA ONDATA
La più grande differenza con il lockdown della prima ondata è nel fatto che scuole e asili rimarranno aperti per quanto possibile. Sei mesi fa fu garantita solo l’assistenza ai figli di genitori impiegati nei cosiddetti settori strategici: ospedali, ordine pubblico, trasporto pubblico, supermercati, tutti gli altri studenti vennero spediti a casa. Questa volta la scuola prova a resistere, anche perché i progressi per un’eventuale didattica a distanza sono stati deludenti. Agli istituti è richiesto un rafforzamento delle misure di igiene e sicurezza. In tutte le scuole, in attesa di impianti di areazione (che pur promessi non sono ancora arrivati), gli insegnanti sono chiamati ad areare ripetutamente le aule: i presidi hanno chiesto ad alunni e operatori scolastici di vestire con giacconi e maglioni pesanti. L’importanza di scuole e asili per il mantenimento dell’attività produttiva del paese è nota. Il sindaco di Berlino, Michael Müller, ha aggiunto anche un altro motivo, di cui si parla poco: nella prima ondata si sono verificati molti atti di violenza in famiglia nei confronti di bambini e donne. Tenere i bambini a scuola, significa allentare la tensione nelle famiglie, oltre che permettere ai genitori di lavorare. Fra due settimane, cancelliera e presidenti regionali torneranno a incontrarsi per un primo bilancio sugli effetti prodotti dalle nuove misure.
IL RUOLO DI MERKEL
Angela Merkel ha dunque ripreso in mano il timone nella gestione della crisi, dopo che per settimane, pur di fronte alla ripresa dei contagi, i presidenti dei Länder avevano preferito puntare su misure circoscritte. Resta l’autonomia per decisioni locali, come ha appena fatto Berlino, che ha esteso l’obbligo di mascherine all’aperto nelle strade e piazze più frequentate: una lista della quale è però difficile tenere il conto.
TENSIONI POLITICHE
Questa volta però il mondo politico non è unanime e compatto. Oltre alle resistenze di alcuni presidenti regionali, ci sono quelle di parte delle opposizioni, dai liberali alla Linke sino a quella non nuova di Afd e dell’intero parlamento, che lamenta la marginalizzazione nelle decisioni sulla gestione della pandemia.
LE DIVISIONI
E non manca neppure qui la divisione nel mondo sanitario sull’efficacia del lockdown, con tanto di contrapposizione fra i più noti virologi del paese. Favorevoli gli esperti del Koch Institut, l’organismo che gestisce dal punto sanitario la crisi epidemica, e Christian Drosten, direttore del dipartimento di virologia alla Charité di Berlino, che aveva anzi suggerito un blocco totale di tre settimane per abbattere in maniera significativa la curva dei contagi. Contrari, fra gli altri, i medici attorno al virologo di Bonn Heindrik Streek e il presidente dei medici della cassa mutua Andreas Gassen. La posizione di questi ultimi: la pandemia è una maratona, non una corsa dei 100 metri, il lockdown può aiutare nel breve periodo a costi però molto alti (economici e di tenuta sociale) ma è necessaria una strategia di lungo periodo di convivenza con il virus. Per i medici critici bisogna lasciar perdere, ad esempio, numero dei contagi e tracciamenti e piuttosto concentrarsi su altri indicatori, proteggendo i gruppi a rischio. Drosten e Streeck difendono da mesi due approcci differenti alla crisi pandemica, una divisione che si ritrova anch’essa negli ambienti scientifici di molti altri paesi.
I MERCATINI ANNULLATI
Tali misure sono state annunciate anche come necessarie per provare a recuperare la situazione epidemica entro dicembre, in tempo per il mese natalizio. Ma nel frattempo molti mercatini di Natale sono già stati annullati, a cominciare da quello di Norimberga, assieme a Dresda il più famoso della Germania. A Berlino, dove l’amministrazione per il momento non li ha ancora vietati a patto che si svolgano sotto strette misure di sicurezza e igiene, uno dei più noti, quello di Gendarmenmarkt nel cuore della città ha gettato la spugna, per l’impossibilità di garantire la richiesta distanza di sicurezza.
LA BORSA
Alla borsa di Francoforte nuova giornata nera, con l’indice mortificato dai timori di un ritorno della recessione per la seconda ondata pandemica. Gli unici titoli a crescere sono stati quelli delle aziende di delivering e di commercio online, le grandi vincitrici di questa crisi.