Forse solo gli osservatori più attenti e sensibili hanno hanno notato una serie di conflitti emersi all’interno del mondo dei cosiddetti tradizionalisti cattolici negli ultimi mesi. Che sta succedendo?
Il mondo cristiano si è ben abituato alle separazioni e rotture della unità religiosa fin dalla nascita del cristianesimo. Da allora di separazioni, scismi e “rotture” ne possiamo contare ben 12 . La 13° sarà quella all’interno dei tradizionalisti nel XXI secolo? Nella seconda metà dell’800, in pieno risorgimento, con Pio IX Papa regnante, cominciò ad evidenziarsi la separazione tra cattolici modernisti e quelli tradizionalisti, che portarono il Papa a scrivere persino un documento di magistero contro il modernismo.
Questa “dialettica “ proseguì per altri 50anni fino al pontificato di Papa Pio X, che fu costretto ad affrontare il problema con un altro documento di magistero (Notre Charge Apostolique, 1910) nel quale indicava i tradizionalisti quali veri amici del popolo. Dopo il Concilio Vaticano II si è poi definitivamente consumata una rottura apparentemente irreversibile tra cattolici tradizionalisti e progressisti . Ma il fenomeno cui stiamo assistendo oggi è ancor più complesso ed inquietante. Oggi sembra si stia realizzando una rottura proprio all’interno del mondo dei tradizionalisti.
E ciò che rende questa rottura curiosa, è che non sta avvenendo su temi di carattere dottrinale “stretto senso”. Non sta avvenendo per esempio sulla liturgia della Messa “vetus ordo” verso “novus ordo”, o sulla comunione data in mano o in bocca, o sul significato dell’obbedienza al Papa e sulle valutazioni dottrinali del suo Magistero. No . La rottura si sta realizzando sulla liceità morale dei vaccini anti Covid e sulle intenzioni del loro utilizzo. Da una parte teologi e intellettuali integralisti cattolici giustificano i vaccini mettendo in guardia verso lo scientismo e invitando a distinguere tra ragioni di precauzione sanitaria e quelle di legge morale oggettiva. Da altra parte altri teologi e intellettuali altrettanto integralisti li condannano poiché taluni di questi vaccini utilizzano linee cellulari provenienti da feti abortiti ( 35 e 48 anni fa) e con il sospetto giustificato che l’uso di questi vaccini provochi la tentazione di ripeterne l’uso. A questa considerazione si aggiungono però meno giustificati sospetti su complotti per realizzare modifiche genetiche ai vaccinati, ed altro…
Queste considerazioni, che dovrebbero esser discusse in un dibattito pubblico scientifico-morale, son state invece motivo di conflitto acceso ed hanno fomentato comportamenti eccessivi all’interno dei tradizionalisti. Da una parte quelli convinti della liceità anche morale del vaccino, considerano pericolosi per il contagio coloro che non vogliono farsi vaccinare e li invitano a farlo per il bene comune. Da altra parte quelli convinti della illiceità morale e scientifica del vaccino accusano gli altri vaccinati di essere pericolosi per il contagio, proprio perché vaccinati. Ma non solo, anche per sospetto di eresia per essersi vaccinati. Curiosamente oggi la maggior rottura fra i tradizionalisti è sul complotto vaccinale e si direbbe siano meno preoccupati in questo momento di difendere il “depositum fidei” secondo la tradizione divina, apostolica e ecclesiale. Grazie al Covid si sta provocando una nuova rottura, la 13°, per fatti non chiaramente dottrinali, controversi moralmente e scientificamente e con eccessivo uso di fantasia complottistica.
E chi vede i tradizionalisti come il fumo negli occhi, gode.
Ci hanno pensato?