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Toti

Che effetto avrà il patteggiamento di Toti alle regionali in Liguria?

L’amaro Toti servito a sorpresa al banco elettorale della Liguria. I Graffi di Damato

L’amaro Toti non è servito al bar, né al ristorante alla fine del pasto per farlo digerire meglio. E’ solo il patteggiamento che l’omonimo governatore della Liguria ha servito a sorpresa prima delle elezioni regionali del mese prossimo per chiudere la vicenda che gli è costata 80 giorni di arresti domiciliari, oltre alla presidenza della regione. E per “scendere dal Golgota”, dove era stato “lasciato solo”, gli ha attribuito il Corriere della Sera.

Di amarezza ha parlato lo stesso Toti per non poter “perseguire sino in fondo le ragioni d’innocenza”, dopo essere stato accusato di corruzione, concussione ed altro ancora. Un’amarezza mitigata dal “sollievo di vedere riconoscere” dagli inquirenti “una buona parte” di quelle ragioni col ripiegamento sul “reato evanescente di corruzione impropria”, da “atteggiamenti” più che da “atti”. Un reato tanto difficilmente dimostrabile dall’accusa quanto difficilmente contrastabile dalla difesa. Che ha ritenuto più vantaggioso patteggiare, appunto, due anni e un mese di carcere convertiti in due ore al giorno di lavori di pubblica utilità, l’interdizione temporanea dai pubblici uffici e la confisca di 84 mila euro ricevuti per finanziamento politico illegale da privati.

Se l’amarezza debba prevalere sul sollievo o viceversa non è questione tuttavia di competenza del solo Toti e del suo legale. E’ questione che in qualche modo riguarda anche quanti, già elettori dello stesso Toti, o semplici cittadini e opinionisti schieratisi a sua difesa hanno condiviso una battaglia nella quale lui medesimo si era impegnato manifestando la volontà di resistere indefinitamente all’assalto giudiziario e mediatico cominciato il 7 maggio col suo improvviso arresto, sia pure ai domiciliari e non in una prigione vera e propria, dietro le sbarre di una cella.

Il patteggiamento, scontato nell’accettazione del giudice delle indagini preliminari, rischia di avere una ricaduta sulle elezioni regionali, presumibilmente più a favore del candidato della sinistra alla presidenza della Liguria, l’ex ministro Andrea Orlando, già esultante sui giornali, che di quello appena trovato dal centrodestra nella persona del sindaco di Genova Marco Bucci. Che è stato convinto personalmente dalla premier Giorgia Meloni ad una disponibilità che sembrava preclusa dalle sue condizioni di salute, oltre che dalla volontà originariamente espressa di portare a termine regolarmente il suo mandato di primo cittadino.

L’immagine di debolezza che ogni patteggiamento, a torto o a ragione, si porta inevitabilmente appresso sul piano mediatico, potrebbe aumentare le difficoltà del centrodestra, per quanto allargato col generoso intervento di Bucci al consenso extrapartitico del cosiddetto localismo civico. “Non ne sapevo nulla”, ha detto lo stesso Bucci del patteggiamento di Toti.

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