Cominciano ad emergere attraverso anticipazioni e rivelazioni di stampa i temi e i punti che saranno all’ordine del giorno al G7 che si aprirà il 13 giugno in Puglia.
Monito alle banche cinesi.
A Borgo Egnazia ci sarà anche Zelensky e il tema della guerra russa contro l’Ucraina sarà al centro dell’attenzione dei leader.
Una rivelazione esclusiva di Reuters risalente all’altro ieri e attribuita a due fonti al corrente del dibattito interno all’Amministrazione Biden rendeva noto l’auspicio Usa di far partire dall’Italia un monito alle banche cinesi più piccole accusate di aiutare la Russia nell’aggirare le sanzioni occidentali.
Il tema, collegato a quello di un commercio sull’asse Cina-Russia che proprio non va giù all’America e ai suoi alleati, sarà in particolare oggetto delle conversazioni private tra i leader, che saranno propedeutiche a raggiungere un consenso e partorire dichiarazioni ufficiali che restino agli atti.
Al di là dell’avviso ai diretti interessati, che non includeranno però i più grandi istituti di credito di Pechino ma solo quelli minori, non sono previste invece, si precisa, decisioni circa misure punitive da applicare come l’esclusione di quelle stesse banche dal circuito Swift o dal circuito del dollaro.
Gli Usa starebbero però valutando l’introduzione di nuove sanzioni anche di tipo secondario che colpirebbero proprio quelle banche oltre a specifici controlli sull’export orientati a colpire il commercio russo. Sono attesi a Washington la prossima settimana appositi annunci.
Ancora Cina.
Al di là dei dossier banche e commercio con la Russia, la Cina figurerà senz’altro in cima alla lista degli argomenti affrontati al summit anche alla luce dell’anticipazione fatta dagli Usa circa un doppio focus sulla “sicurezza economica” e sulla “overcapacity”.
Oltre agli aspetti economici, i sette Grandi dovrebbero però anche esprimere “serie preoccupazioni” per l’uso da parte della Guardia costiera cinese di cannoni ad acqua contro le imbarcazioni delle Filippine in quel tratto di Mar Cinese Meridionale in cui sono diventati frequenti gli scontri e le provocazioni.
Colpire gli asset russi finanziando Kyiv.
Un altro tema al centro dei lavori in Puglia sarà come impiegare i profitti generati dagli asset russi congelati in Occidente girandoli all’Ucraina anche varando un prestito ad hoc su cui è però aperto il dibattito su chi dovrà garantirlo in toto.
Questo punto era stato anticipato la settimana scorsa dall’addetta stampa della Casa Bianca Karine Jean-Pierre quando, annunciando l’agenda italiana di Biden, ha precisato che i leader discuteranno le modalità con cui “usare gli asset sovrani russi congelati per aiutare l’Ucraina (e) continuare a imporre costi alla Russia” per la sua guerra illegale.
L’idea che si fa strada negli Usa è quella di usare la somma compresa tra 2,5 e 3.5 miliardi maturata ogni anno come garanzia per un cospicuo prestito che secondo Reuters potrebbe aggirarsi sui 50 miliardi di euro da raccogliere sul mercato.
Esponenti di governi europei hanno confermato a Reuters l’intenzione di raggiungere un accordo che varrebbe, spiegano, come potente segnale di unità e viatico per la conferenza di pace prevista in Svizzera nei prossimi giorni.
L’agenzia sottolinea inoltre che un’intesa viene considerata indispensabile per assicurare una linea di finanziamento a Kyiv di lungo termine schermandola dalle possibili azioni di disturbo compiute da una non improbabile Amministrazione Trump uscita vittoriosa dalle presidenziali di novembre.
Non sarà facile tuttavia trovare una quadra in Puglia tra le varie ipotesi in circolazione tra cui quella che prevede che sia l’Ue a garantire il ripagamento dei bond facendo ricorso al proprio budget, opzione che richiederebbe la necessaria approvazione da parte di un Europarlamento che non si è ancora insediato.
Target Corea del Nord.
È di queste ore invece l’anticipazione fatta dall’agenzia di stampa Kyodo e rilanciata da Agenzia Nova su un preciso contenuto della dichiarazione congiunta che verrà adottata e diffusa al termine del vertice.
Il documento includerà una condanna “nei termini più forti possibili” delle relazioni tra Russia e Corea del Nord e in particolare di una cooperazione militare rafforzatasi dopo lo scoppio della guerra in Ucraina che era già stata oggetto nei giorni scorsi di una condanna da parte dei ministri degli Esteri del G7 più quelli di Corea del Sud, Australia e Nuova Zelanda.
In una dichiarazione congiunta promossa dal ministero degli Esteri italiano e divulgata due settimane fa si chiedeva “alla Corea del Nord e alla Russia di cessare i trasferimenti illegali di armi”.
Pyongyang è accusata di aver trasferito alla Russia non solo proiettili di artiglieria ma anche missili balistici in violazione delle risoluzioni Onu che le proibiscono di esportare armi.
Nella stessa dichiarazione il Paese guidato dalla dinastia dei Kim viene inoltre esortato “a compiere passi concreti verso l’abbandono di tutte le armi nucleari, missili balistici e programmi correlati in modo completo, verificabile e irreversibile”.