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Che cosa si aspettano Lega e Forza Italia da Draghi

Parole e auspici del centrodestra di governo in vista delle comunicazioni del presidente del Consiglio dimissionario, Mario Draghi, in Parlamento

 

Governo, “si tratta a oltranza”, titola il Corriere della sera di oggi. E di colpo sembra di piombare in quei titoli da mega-trattative sindacali nella notte degli 80. Quindi, la “trattativa” c’è ancora, ma la realtà è che si brancola nel buio.

I conti vanno fatti con l’attore protagonista e cioè Mario Draghi, che dopo un fine settimana non più all’ombra armonica del Perugino a Città della Pieve, in Umbria, ma al mare laziale di a Lavinio, prima di andare a Algeri da premier dimissionario, continua a restare in silenzio. Come una sfinge. Parlerà domani mattina prima in Senato e poi alla Camera. Contrariamente a quanto avrebbero voluto aree pentastellate e del Pd. Ma dopo una telefonata tra i presidenti di Senato (Elisabetta Casellati) e Camera (Roberto Fico) la prassi parlamentare viene confermata.

Le dimissioni di Draghi potrebbero essere irrevocabili. Nel “Palazzo” , dove nel primo pomeriggio di ieri si apre un cauto ottimismo per un Draghi bis sorretto da nuove, massicce scissioni dai Cinque Stelle a “Italia del futuro” di Luigi Di Maio, impazza il gioco del cerino.

La Lega non ci sta. La riunione dei parlamentari con Matteo Salvini va avanti fino a notte. Salvini non strappa, lascia parlare tutti i suoi, “prende nota” e laconico si limita a ribadire che “la Lega sceglierà per il bene degli italiani”.

Insomma, contrariamente a chi cerca di tirarlo in ballo in ogni modo, il leader leghista decide che debbano parlare i fatti e cioè che i “guastatori” sono altri: i 5s “No a tutto”, dal No alla Tav del 2019 al No al termovalorizzatore di Roma di oggi. I capogruppo di Camera e Senato, Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo, affermano: “Il Paese è bloccato da un triste teatrino. l’Italia e Draghi non lo meritano”.

Spiegano: “La Lega rivendica di essere forza leale e responsabile, ma gli atteggiamenti, le scelte dei 5Stelle hanno fatto mancare quel ‘patto di fiducia’ di cui ha parlato il Presidente Mario Draghi quando ha detto che ‘la maggioranza di unità nazionale non c’è più'”. Secondo i due capogruppo leghisti, “non è possibile fare finta di nulla: nei prossimi mesi non solo il governo, ma anche il Parlamento sarà chiamato a intervenire su vere emergenze. Il buonsenso suggerisce che le priorità siano lavoro, costo della vita, rincaro di bollette e carburanti, pace fiscale, flat tax, sicurezza e immigrazione, autonomia”.

Molinari e Romeo attaccano pure il Pd, l’alleato dei pentastellati nel “campo largo”: “Eppure, purtroppo, anche il Pd è protagonista di continue provocazioni totalmente contrarie allo spirito del governo di “unità nazionale”: ius soli, ddl Zan e cannabis”.

Conclusione: “È un triste teatrino che blocca il Paese, troppo spesso ostaggio di irresponsabili e voltagabbana che negli ultimi mesi di legislatura vorrebbero coltivare il proprio interesse personale anziché l’interesse del Paese reale. Non è quello che merita il Presidente Draghi, ma soprattutto non è quello che merita l’Italia”.

Parole di rispetto per Draghi, ma anche, in vista, semmai ci saranno, di eventuali nuovi governi con lo stesso premier, senza i 5s, messaggi chiari al Pd di non spostare più il baricentro della maggioranza a sinistra su temi identitari non nell’agenda del governo di emergenza nazionale di quasi tutti, cui tutti furono chiamati a contribuire.

Ma anche critiche al fatto che l’esecutivo non abbia dato risposte alla richiesta di pace fiscale, con la rottamazione delle cartelle esattoriali, e a temi come l’autonomia. Uno sbilanciamento per cui c’è chi chiede elezioni. E, comunque, “basta con ministri come Lamorgese e Speranza”, dicono nel vertice dei parlamentari leghisti.

Salvini, in modalità ascolto, prende nota. Mentre Silvio Berlusconi tornato dalla Sardegna a Roma riunisce lo stato maggiore azzurro a Villa Grande. La linea resta: “Basta con I Cinque Stelle, altrimenti elezioni”.

Basterà al centrodestra di governo un cambio, con i Cinque Stelle all’opposizione sostituiti nella maggioranza con nuovi arrivi da Di Maio?

E soprattutto tutto ciò potrebbe andar bene a Draghi?

Nella mattinata di oggi Salvini riunisce ministri e sottosegretari leghisti.

Si conferma in una nota “grande compattezza: il partito è indisponibile a proseguire il lavoro con gli inaffidabili 5Stelle e senza chiarezza”. E ieri sera i parlamentari della Lega avevano anche espresso “insoddisfazione nei confronti dei ministri Luciana Lamorgese e Roberto Speranza considerati inadatti a proseguire”.

La parola domani a Draghi che rientrato a Roma ha avuto un colloquio con Sergio Mattarella. Poi, il segretario del Pd Enrico Letta è andato a Palazzo Chigi.

Ma la Lega ribadisce quello che Salvini e Berlusconi avevano già detto in una nota congiunta domenica scorsa: la responsabilità è tutta dei Cinque Stelle, andare avanti con loro, come nulla fosse non si può.

La Lega si dice “pronta a votare, anche in caso di elezioni anticipate, la legge di Bilancio”.

Vertice a pranzo tra Salvini e Berlusconi con i centristi del centrodestra di governo.

Dal vertice di Villa Grande, residenza a Roma di Berlusconi, del centrodestra di governo trapela “sconcerto” per il fatto che Draghi abbia ricevuto il segretario del Pd e “non gli altri leader della maggioranza. Tanto più dopo che era stata chiesta una verifica”.

Il barometro della crisi non volge al bello.

Da ambienti di centrodestra si rimarca che questo era nato come un governo di tutti, senza assi preferenziali.

Il centrodestra di governo (Forza Italia, Lega, UDC, Noi con l’Italia) non strappa ma, afferma in una nota, che “sta valutando l’attuale momento politico, davvero preoccupante, dovuto agli inspiegabili comportamenti anche delle ultime ore di Giuseppe Conte, del Movimento 5 Stelle e del Partito democratico”.

Il centrodestra di governo che con Salvini, Antonio Tajani, Lorenzo Cesa ha incontrato in serata Draghi a Palazzo Chigi avrebbe chiesto di togliere dal tavolo i provvedimenti  “divisivi” e di mettere al centro quelli “prioritari”: “Profonda revisione del reddito di cittadinanza, pace fiscale, investimenti sul nucleare, controllo dell’immigrazione clandestina”.

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