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Cina Ia

Che cosa si agita sui dazi fra Usa, Cina e Ue

Il punto aggiornato su mosse e contromosse sui dazi tra Stati Uniti e Cina ma la guerra commerciale interessa anche le aziende europee. Ecco tutti i dettagli Da un lato l’entrata in vigore dei dazi del 25% su prodotti cinesi per un valore di 34 miliari di dollari fissata alla mezzanotte che separa giovedì 5 da venerdì…

Da un lato l’entrata in vigore dei dazi del 25% su prodotti cinesi per un valore di 34 miliari di dollari fissata alla mezzanotte che separa giovedì 5 da venerdì 6 luglio. Dall’altro lato sembra aprirsi uno spiraglio nella vicenda delle imposizioni che rischiano di essere applicate alle importazioni di auto europee negli Usa. Mentre Trump rincara la dose e Pechino annuncia una contromossa.

LE INDISCREZIONI DALLA GERMANIA

La cancelliera tedesca Angela Merkel si è detta ieri “pronta” a prendere in considerazione una diminuzione generale delle tariffe doganali che gravano sulle vetture da una parte e dall’altra dell’Oceano, a patto che una soluzione di questo tipo non passi da un negoziato condotto solo da Washington e Bruxelles, ma sia presa con il coinvolgimento di “tutti i Paesi con cui commercializziamo automobili”, in linea con lo spirito dell’Organizzazione mondiale del commercio.

DISARMO COLLETTIVO?

L’idea di una sorta di disarmo collettivo come alternativa al botta e risposta, stando a quanto riferito ieri dal quotidiano tedesco Handelsblatt, sarebbe d’altra parte già stata anticipata dall’ambasciatore statunitense in Gernamia, Richard Grenell, ai dirigenti di Volkswagen, Bmw, Daimler e Continental, nel corso di un incontro a porte chiuse il cui contenuto è stato confermato all’agenzia francese Afp da una fonte industriale.

COSA DICE L’INDUSTRIA TEDESCA

L’offerta, a quanto pare, ha raccolto il consenso dell’industria tedesca: “Meglio discutere di abbassare le tasse piuttosto che continuare l’escalation”, ha infatti dichiarato della Camera dell’Industria e del Commercio tedesca (Dihk), Martin Wansleben.

LE REAZIONI IN BORSA

E sicuramente piace ai mercati: non è sfuggito agli osservatori come in scia a queste notizie a brillare oggi sulle piazze azionarie europee siano stati in particolare i titoli dell’automotive. Sul listino tedesco a spiccare sono state proprio le performance delle stesse Daimler (+3,76%), Bmw (+3,72%) e Volkswagen (+4,05%). Mentre a Piazza Affari si segnalano il +5,8% di Fca, che si è portata sopra quota 17 euro, ma anche il +0,88% di Brembo e il +1,64% di Pirelli.

LA REAZIONE DELLA CINA

Il ministero del Commercio cinese ha denunciato che i maggiori oneri “saranno caricati” su tutte le aziende, americane e cinesi incluse. “In termini piu’ semplici, gli Usa stanno aprendo il fuoco sul mondo intero, inclusi se stessi”, ha detto il portavoce Gao Feng. La Cina non vuole conflitti, non agirà per prima (da qui i controdazi a mezzogiorno), ma e’ pronta a respingere “minacce e ricatti” e a “difendere libero commercio e sistema multilaterale”.

LE STIME DI PECHINO

Gao ha stimato che sui 34 miliardi di dazi, 20 miliardi ricadranno sulle aziende straniere attive in Cina, di cui la gran parte è americana. Trump è intenzionato ad andare avanti sul “riequilibrio commerciale”, avendo minacciato una stretta da potenziali 450 miliardi di dollari, oltre alla drastica stretta sugli investimenti cinesi negli Usa. Nelle ultime settimane Pechino ha provato a presentarsi come alfiere del libero mercato globalizzato: dal primo libro bianco Cina-Wto, alla rimozione o riduzione dei dazi su un’ampia lista di beni importati da Corea del Sud, India, Laos, Bangladesh e Sri Lanka nell’ambito dell’adesione all’Asia-Pacific Trade Agreement del 2001.

LE ULTIME MINACCE DI TRUMP

Donald Trump minaccia dazi ulteriori per 500 miliardi di dollari nel caso Pechino decida ritorsioni: Washington ha appena reso operativa la stretta da 34 miliardi su beni made in China, alla quale seguirà La Cina ha replicato alla mossa dei dazi Usa rendendo efficaci le “contromisure” da 34 miliardi di dollari sulle importazioni di beni americani: lo hanno annunciato i media ufficiali di Pechino. Nel mirino delle Dogane cinesi sono cosi’ finiti soia, carne, whiskey e altri alcolici e auto. in due settimane quella aggiuntiva da 16 miliardi. A bordo dell’Air Force One diretto in Montana per un appuntamento elettorale, il tycoon ha detto ai giornalisti al seguito di considerare, nel resoconto dei media americani, ulteriori dazi per 500 miliardi.

LA CONTROREPLICA DELLA CINA

La Cina ha replicato alla mossa dei dazi Usa rendendo efficaci le “contromisure” da 34 miliardi di dollari sulle importazioni di beni americani: lo hanno annunciato i media ufficiali di Pechino. Nel mirino delle Dogane cinesi sono così finiti soia, carne, whiskey e altri alcolici e auto.

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