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Che cosa (non) ha detto Conte. Parole e omissioni del presidente del Consiglio in Senato

Che cosa è successo oggi in Senato e che cosa ha detto (e non ha detto) il premier Giuseppe Conte. Il corsivo di Michele Arnese

 

Simboli religiosi, Moscopoli, Twitter, Facebook, piazze, incoscienza religiosa, slealtà, scorrettezze istituzionali.

Sono alcuni dei temi toccati dal tostissimo discorso del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in Senato per la discussione della mozione di sfiducia presentata dalla Lega.

Un discorso, quello del premier, tutto rivolto contro il ministro dell’Interno e leader della Lega, Matteo Salvini, che sbuffava al suo fianco.

Quasi 50 minuti di discorso per parlare di tutto ma anche di niente.

Proprio perché tutti si sciacquano la bocca di rispetto verso il Parlamento, ci si aspettava che il presidente del Consiglio rispondesse punto per punto ai temi (in verità solo accennati e per nulla argomentati) dalla mozione della Lega (in fondo il testo integrale).

I punti al centro del dissidio secondo il partito di Salvini erano, nell’ordine: Tav, giustizia, autonomia e misure in cantiere per la prossima manovra economica.

Ma Conte ha parlato di altro. Andando fuori tema.

E alla fine – sorpresa fra le sorprese – la Lega ha ritirato la mozione di sfiducia.

Il commento di Conte? “Non possiamo, se amiamo le istituzioni e i cittadini, affidarci a espedienti, tatticismi, giravolte verbali che faccio fatica a comprendere. Io apprezzo la coerenza logica e la linearità d’azione. Se c’è mancanza di coraggio, non vi preoccupate, me ne assumo io la responsabilità io davanti al Paese”, ha detto Conte nella replica al dibattito in Aula al Senato soffermandosi sul ritiro della mozione di sfiducia da parte della Lega.

Il presidente del Consiglio ha poi annunciato di andare al Quirinale per dimettersi nelle mani del capo dello Stato, Sergio Mattarella.

La Lega ha così giustificato la mossa: mozione inutile perché Conte aveva già annunciato le dimissioni.

Ma perché non puntare a un voto parlamentare sulla mozione?

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Il testo della mozione di sfiducia al premier Giuseppe Conte depositata dalla Lega:

Il Senato,

premesso che:
l’esame in aula delle mozioni riguardanti la TAV ha suggellato una situazione di forti differenze di vedute, tra le due forze di maggioranza, su un tema fondamentale per la crescita del paese come lo sviluppo delle infrastrutture;

tenuto conto che:

il Presidente del Consiglio non era presente in aula, nel momento delle votazioni sulle citate mozioni, per ribadire l’indirizzo favorevole alla realizzazione dell’opera che egli stesso aveva dichiarato pochi giorni prima nell’altro ramo del Parlamento e si è verificata la situazione paradossale che ha visto due membri del governo presenti esprimere due pareri contrastanti;

preso atto che:

Le stesse divergenze si sono registrate su altri temi prioritari dell’agenda di governo quali la giustizia, l’autonomia e le misure della prossima manovra economica;

visto l’articolo 94 della Costituzione e visto l’articolo 161 del Regolamento del Senato della Repubblica,

esprime la propria sfiducia al Governo presieduto dal Prof. Giuseppe Conte.

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