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Conte Draghi

Che cosa nasconde Conte su Russia e non solo?

Perché Conte non mi convince sulla politica estera e sulla guerra Russia-Ucraina. L’intervento di Marco Mayer, docente al Master in Cybersecurity della Luiss ed ex-consigliere del ministro dell’Interno Marco Minniti per la Cybersicurezza (2017-2018)

 

Chi ha seguito in diretta ieri sera l’intervento di Giuseppe Conte ha certamente notato l’alternarsi agitato delle sue espressioni facciali. È normale per chiunque debba guadagnarsi il consenso di
gruppi parlamentari profondamente divisi su un tema così rilevante come l’apertura di una crisi politica nel momento peggiore per l’Italia.

Tuttavia invito i lettori di Startmag a rivedere e riascoltare il passaggio in cui Giuseppe Conte ha brevemente accennato alla guerra in Ucraina.

Non ha mai alzato gli occhi e la voce ed è stato attentissimo a misurare le parole. Ha parlato genericamente di conflitto russo-ucraino senza un minimo accenno alle responsabilità (non dico i crimini di guerra) di Putin. Un discorso distaccato e attento a non prendere posizione contro il Cremlino.

Il punto centrale di questa crisi è che solo in apparenza riguarda la politica interna e Conte e Salvini lo sanno benissimo.

Se Draghi cade e si va a votare, Putin vince una battaglia che vale molto più del Donbass. Giorgia Meloni oggi si dichiara grande tifosa della Nato e degli Stati Uniti ma sembra dimenticarsi di un “piccolo particolare”: Draghi è “il perno” dell’asse euroatlantico, più di Macron e della stessa Von Der Leyen, il cui partito — la Cdu — non è  più al governo in Germania.

Bisogna dirlo ad alta voce. Conte è o non è il presidente del Consiglio che ha spalancato le porte del Paese alla più plateale operazione di propaganda russa nella storia della Repubblica?

Quando Putin lo ha chiamato (e lo stesso vale per Trump) Conte si è sentito incredibilmente gratificato per l’attenzione (pelosa) dei principali leader del mondo. E non si è chiesto perché.

Da alcuni anni e ancora dopo l’invasione russa in Ucraina l’Italia è ridiventata cruciale sul piano geopolitico nello scontro tra mondo libero e regimi autoritari.

Non a  caso in questi giorni cruciali l’ambasciatore cinese ha voluto rilanciare con un tweet ufficiale una vecchia intervista di Massimo D’Alema in cui si esalta la Cina come avanguardia digitale ignorando che in Cina è sì all’avanguardia, ma per i suoi sofisticati sistemi tecnologici di sorveglianza di massa più avanzati del mondo in grado di spiare più di un miliardo di cittadini cinesi.

Non solo la Russia ma tutto il “partito trasversale del gas” ha molto da guadagnare da una crisi di governo.

Tuttavia i militari russi che sbarcroano a Pratica di Mare e i loro cinguettii con lo Spallanzani restano un ricordo indelebile.

Sta alla magistratura capire se ed eventualmente ci ha guadagnato nello scambio di informazioni sanitarie sensibili.

Ma money o non money è stata un’operazione di propaganda politica indecorosa che ha creato uno snodo significativo. Ancor peggio dei milioni di euro che la Corte dei Conti ha bloccato a Invitalia per il cosiddetto vaccino italiano.

In un paese libero come il nostro é difficile (per fortuna) trovare reati nelle campagne di influenza. Diverso è  il ruolo del Parlamento ed in particolare del Copasir.

Il dossier sulla spedizione dei medici militari russi a Bergamo e a Roma non é ancora chiuso e le elezioni anticipate bloccherebbero i lavori in corso. Vedremo.

Tuttavia mi permetto di dare un consiglio non richiesto. In ogni caso un’altra audizione la farei. Forse l’ambasciatore Pietro Benassi — persona che stimo — ha qualcosa da raccontare. Come Autorità delegata ai servizi è durata lo spazio di un mattino, ma in qualità di consigliere diplomatico di Conte sia nella fase giallo verde sia in quella giallo rossa ha seguito tutte le vicende, generali e colonnelli russi compresi.

L’Italia rischia di pagare un prezzo altissimo con la crisi di governo. Nuove messe in scena non servono per Conte è l’ora della verità.

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