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Che cosa combinano Iran, Russia e Cina (insieme) nell’Oceano Indiano

Iran, Russia e Cina hanno avviato esercitazioni navali congiunte nell’Oceano Indiano e nel Golfo di Oman

Iran, Russia e Cina hanno dato avvio, venerdì 27 dicembre, ad esercitazioni navali congiunte nell’Oceano Indiano e nel Golfo di Oman.

La Marina iraniana ha intrapreso la prima fase delle esercitazioni nell’area settentrionale dell’Oceano Indiano. Il comandante della Marina iraniana, l’ammiraglio Hussain Khanzadi, ha affermato che le operazioni dureranno quattro giorni e che il punto di inizio è stato la città costiera sudorientale di Chabahar, nel Golfo di Oman, vicino al confine con il Pakistan. A detta dell’ammiraglio iraniano, le esercitazioni mirano a migliorare la sicurezza di corridoi marittimi della regione.

L’iniziativa dimostra che l’Iran non è solo, nonostante le sanzioni e le crescenti tensioni con gli Stati Uniti.

Il secondo viceammiraglio della Marina iraniana, Gholamreza Tahani, ha poi affermato che l’esercitazione sarà condotta su di una superficie marittima pari a circa 17.000 chilometri quadrati e comprenderà diversi tipi di esercizi “tattici”, tra cui pratiche di attacco e di salvataggio di imbarcazioni a seguito di offensive.

Anche per Tahani, i tre Paesi mirano a migliorare la sicurezza delle rotte del commercio marittimo internazionale, a contrastare gli atti di pirateria e il terrorismo, condividendo altresì informazioni relative alle tattiche impiegate da ciascuno. Non da ultimo, con tali esercitazioni, a detta del viceammiraglio, si vuole altresì lanciare un messaggio al resto del mondo, evidenziando come Teheran, Mosca e Pechino abbiano raggiunto un livello “significativo” nelle loro relazioni. Tahani ha infine specificato che è la prima volta che l’Iran partecipa ad esercitazioni congiunte con potenze di tale portata.

Il portavoce della Difesa cinese, Wu Qian, ha dichiarato, il 26 dicembre, che la Cina avrebbe inviato un cacciatorpediniere di tipo Xining, dotato di missili, da essere impiegato semplicemente nel corso dell’esercitazione. Quest’ultima, a detta del portavoce, rappresenta uno “scambio militare consuetudinario” tra la forze armate dei tre Paesi coinvolti, ed è in linea con le norme e le pratiche del diritto internazionale. Per Wu Qian, l’iniziativa non è necessariamente connessa alla questione regionale ma ha l’obiettivo di rafforzare la cooperazione tra le parti, dimostrando al contempo la loro capacità di preservare la pace e la sicurezza marittima.

Il Golfo di Oman, legato allo Stretto di Hormuz, è considerato un’area rilevante per il commercio internazionale. È dal suddetto stretto che passa circa un quinto dei flussi di petrolio a livello mondiale. Tuttavia, è stato più volte al centro di tensioni regionali ed internazionali. Il 13 giugno, due piattaforme petrolifere situate nel Golfo di Oman, a largo delle coste dell’Iran, sono state danneggiate dall’esplosione di alcune mine.

Il clima di tensione riguarda in particolare Washington e Teheran e fa seguito alla decisione del capo della Casa Bianca, Donald Trump, dell’8 maggio 2018, di ritirarsi unilateralmente dall’accordo sul nucleare iraniano, raggiunto nel 2015. Ciò ha causato l’imposizione di sanzioni contro Teheran ed un successivo inasprimento delle relazioni tra USA e Iran, a fronte delle possibili conseguenze economiche.

Circa le relazioni tra la Russia e l’Iran, entrambi i Paesi mirano a limitare l’influenza statunitense in Asia centrale. A conferma di ciò, l’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai ha concesso all’Iran lo status di osservatore nel 2005 e gli ha offerto la piena adesione nel 2006. La suddetta organizzazione, in cui Mosca e Pechino hanno un ruolo predominante, ha costituito un buon motivo per rafforzare le relazioni con Teheran.

(Estratto di un articolo pubblicato su Sicurezza Internazionale, qui la versione completa)

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