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Dati Bilancio Banche

Che cosa combinano le banche del Nord Europa?

L'approfondimento dell'analista Stefano Masa

Le banche di alcuni paesi del nord Europa hanno visto recentemente aggiornata la propria rassegna stampa mediante la pubblicazione di notizie caratterizzate da illeciti. I casi di Swedbank e Danske Bank hanno rappresentato un vero e proprio “sistema operativo” per il malaffare che ha focalizzato l’attenzione dello stesso Parlamento europeo.

Oggi, invece, a distanza di qualche tempo dal loro triste trascorso, si apprende come alcuni istituti bancari nordici, non stiano agendo al solo fine di massimizzare il proprio conto economico ma, bensì, stiano ponendo in essere azioni ad esclusivo vantaggio dei clienti: rimettendoci anche del proprio denaro. Apparentemente un paradosso ma invece corrispondente alla realtà.

Jyske Bank, terza banca in territorio danese, ha messo a disposizione del pubblico mutui ipotecari a dieci anni caratterizzati da un tasso di interesse negativo (-0,50%). Lo stesso responsabile dei mutui dell’istituto, Mikkel Høegh, ha dichiarato come questa azione rappresenti «un altro capitolo della storia dei mutui» (fonte: Copenaghen Post). Ad avvalorare ulteriormente tale “offerta”, secondo quanto riportato da AGI – Agenzia Giornalistica Italia, «l’agenzia americana Bloomberg ha confermato che alcuni istituti di credito danesi offrono mutui di 30 anni con un tasso del -0,5%». Anche nella vicina Scandinavia, Nordea Bank, sarebbe disposta ad offrire soluzioni simili con scadenza a venti anni ed un tasso pari a zero.

A conti fatti si tratta di un affare “pro-cliente”: ovviamente saranno presenti costi e commissioni per l’istituto ma – è pur vero – che il differenziale negativo o comunque pari a zero è un fattore decisamente allettante per tutti i potenziali sottoscrittori.

In molti potrebbe dubitare di questa nuova e “ritrovata” strategia commerciale ma è facilmente motivabile. I paesi nordici (v. Danimarca e Svezia) non sono Stati membri appartenenti e subordinati alle politiche della Bce ma devono sottostare alle politiche monetarie delle proprie banche centrali che – attualmente – vedono il livello dei tassi di interesse pressoché allineato allo zero o in territorio negativo (0,050% per la Danimarca e -0,25% per la Svezia).

La scelta di proporre soluzioni a tasso zero e/o negativo ha inoltre una serie di motivazioni di natura sistemica: primo fra tutti quello di evitare il rischio di una bolla immobiliare (per via del forte incremento dei prezzi delle abitazioni) sfruttando l’erogazione del credito; un secondo aspetto è invece strettamente correlato all’entità del tasso offerto: il singolo istituto di credito – rispetto al passato – potrà godere di un maggior numero di “clienti pagatori” rispetto a potenziali insolventi. Se attraverso tali azioni si cerca di evitare un “rischio subprime nordico”, negli Stati Uniti, la banca centrale ha diffuso una propria nota sull’attuale stato di indebitamento degli americani: nel secondo trimestre, l’ammontare complessivo di tutti coloro che hanno stipulato un contratto di mutuo, è pari a 9.410 miliari di dollari ovvero una soglia superiore a quella fatta registrare nel 2008. Nonostante la Fed abbia tenuto a rassicurare il pubblico mediante una sua precisa puntualizzazione «Sebbene a livello nominale i mutui siano leggermente sopra il picco precedente visto nel terzo trimestre del 2008, il profilo creditizio medio di chi ha preso denaro in prestito ha continuato a migliorare» (fonte: Radiocor) il dato rilevato deve comunque far riflettere.

I paesi del nord Europa sembrano voler attuare politiche prudenziali in ottica di medio lungo periodo: una strategia che oggettivamente appare vincente se si concretizzerà ulteriormente nel corso dei prossimi trimestri. Amara considerazione invece per i nostri istituti di credito europei che con simili condizioni di tasso di interesse non hanno saputo sfruttare pienamente l’opportunità.

Attenzione: l’intervento della nostra Bce non potrà essere infinito e il preannunciato nuovo Qe potrebbe alleviare solo nel breve termine poiché il medio e lungo periodo appaiono a tinte fosche.

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