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È cambiata davvero l’aria nell’Anm?

Il sentiero stretto su cui si muove il novo capo del sindacato dei magistrati, Cesare Parodi. I Graffi di Damato.

I toni, certo, sono cambiati ai vertici dell’associazione nazionale dei magistrati con l’avvicendamento alla presidenza, passata da Giuseppe Santalucia a Cesare Parodi, di opposta appartenenza politica nella toponomastica correntizia del sindacato delle toghe.

Santalucia era – parlandone al passato per essersi spontaneamente ritirato – di Area, che divide la collocazione a sinistra con Magistratura Democratica, disponendo insieme di 15 seggi nel comitato direttivo appena eletto, contro gli undici raggiunti da sola da Magistratura Indipendente. Che è la corrente di destra cui appartiene il nuovo presidente, affermatasi col maggiore numero dei voti nelle elezioni associative.

Parodi tuttavia è arrivato al vertice del sindacato grazie alla sua maggiore discrezione rispetto ad un collega di corrente che si era esposto prima delle elezioni con critiche alla durezza dello scontro col governo gestito da Santalucia, fra lo sciopero proclamato per il 27 febbraio e l’abbandono delle cerimonie di inaugurazione dell’anno giudiziario durante gli interventi di ministri o sottosegretari.

Una volta eletto, tuttavia, il nuovo presidente, pur confermando uno sciopero curiosamente non interpretabile secondo lui “contro il govermo”, ha chiesto un incontro alla premier che si è immediatamente chiamata disponibile. E ha rilasciato al Giornale un’intervista in cui riconosce che “non tocca a noi scrivere le leggi”.

Resta evidentemente da verificare se, come e quanto potranno davvero cambiare, nei fatti e non solo nelle parole, i rapporti fra il governo e l’associazione dei magistrati. Ma è una verifica che deve fare i conti anche con le opposizioni politiche. Che hanno continuato a contestare parole e atti della premier e dei ministri in materia di giustizia anche dopo la richiesta di incontro avanzata da Prodi e apprezzato dalla Meloni. Oggi sul Corriere Giuseppe Conte parla ancora di “bullismo” governativo contro le toghe. Se le opposizioni politiche continueranno ad avere più interesse per la contrapposizione che per un accordo, compromesso e quant’altro, temo che potranno aumentare e non diminuire i problemi di Parodi in un’associazione che sotto la precedente gestione ha praticato opposizione giudiziaria.

Per quanto calata di voti e postazioni, la sinistra nel sindacato delle toghe resta forte. E spera di guadagnarne proprio dal soccorso che potrà venirle dalla sinistra politica, mediatica e culturale, che continua ad assegnare alla magistratura funzioni che non ha, pensando di potersene avvantaggiare. È una storia che si trascina da più dei trent’anni trascorsi dal “brusco cambiamento” nei rapporti fra politica e giustizia che nel 2010 ’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ricondusse alla stagione di “mani pulite”. Abbattutasi con “durezza senza uguali” su Bettino Craxi, come Napolitano scrisse alla vedova nel decimo anniversario della morte del marito, scampato all’arresto in Italia rifugiandosi nella sua casa in Tunisia.

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