Ignorata o infangata dai cosiddetti “giornaloni” per un’inchiesta aperta e chiusa – poiché il reato di abuso d’ufficio non è più tale – ma resa di pubblico dominio a pochi giorni dalle elezioni, Donatella Tesei ha avuto l’omaggio della sua Lega. Il consiglio federale con Matteo Salvini le ha fatto un significativo applauso “per l’importante lavoro svolto per l’Umbria”.
L’avvocato Tesei, leghista di origine democristiana, la prima e unica finora governatrice di centrodestra dopo 60 anni di potere profondo rosso, esce a testa alta dalla sconfitta delle Regionali con il consenso di quasi la metà degli elettori.
Ma la sconfitta va riconosciuta subito per poter andare avanti, come ha detto Salvini che non avrebbe mancato di rimarcare errori commessi dai suoi nei vertici locali leghisti chiedendo a tutta la Lega più impegno sul territorio e l’apertura di più sedi.
La sconfitta umbra, con la quale la Lega non ha più governatori oltre il Po, lascia l’amaro in bocca anche se Salvini annuncia subito un nuovo tour nella regione e in Emilia Romagna.
Ma ora l’attenzione è soprattutto puntata al Veneto dove si vota il prossimo anno. In videocollegamento interviene Luca Zaia che invita a puntare sull’Autonomia. Lui però se non passerà il terzo mandato, finora non voluto da FdI e FI, non potrà più ricandidarsi.
E sul Veneto è puntata l’attenzione di Giorgia Meloni che con il suo partito FdI chiede da tempo un riequilibrio nel numero di presidenti regionali. FdI primo partito della coalizione finora ne ha solo due. E ora dopo la sconfitta della governatrice leghista umbra c’è da aspettarsi che FdI torni a mettere sul tavolo la richiesta di un suo candidato.
C’è però anche da ricordare che prima di Tesei, comunque vincitrice al primo mandato, i candidati del partito del premier hanno collezionato una serie di sconfitte. Da quella di Michetti a Roma a quelle di Truzzu in Sardegna, di Scoccia a Perugia e Masselli a Terni.
Pochi lo ricordano ma fu proprio l’imposizione da parte di FdI del proprio candidato contro la ricandidatura del sindaco leghista Latini, ancora sopra nei sondaggi, ad aprire oggettivamente la strada a Bandecchi a Terni oggi demonizzato anche in aree di centrodestra dopo che l’alleanza di Tesei e della coalizione con lui non si è rivelata vincente. Magari sono le stesse aree che non hanno mai nutrito una particolare simpatia per Tesei accusata anche di avere un “brutto carattere”.
Sobria, di poche parole, più attenta ai fatti che alle chiacchiere o alle promesse facili, Tesei ha al suo attivo dati, cifre che dimostrano un lavoro volto a “far uscire l’Umbria dall’isolamento”, nel quale “lavoravi solo se avevi la tessera rossa”.
Il rilancio dell’aeroporto di S. Egidio con 532.000 presenze, che ha incrementato il turismo del 15 per cento, l’impegno per le stazioni dell’alta velocità, un tasso di occupazione del 5 per cento più alto della media nazionale ed altri risultati anche per la sanità trovata commissariata con l’arresto dell’assessore regionale stanno a dimostrare “il gran lavoro di Donatella”, ha detto Salvini. Anche se “abbiamo perso, abbiamo sicuramente perso e quando si perde non c’è da inventarsi scuse”, ha aggiunto il leader della Lega, vicepremier e ministro delle Infrastrutture e Trasporti, soddisfatto per l’approvazione delle sue misure per la sicurezza sulle strade.
Sicuramente il premier Giorgia Meloni non si riferiva a lei ed era un invito in generale il suo rivolto a tutta la coalizione, ma probabilmente l’avvocato Tesei i piedi li ha tenuti fin troppo per terra. Sempre attenta come è stata a sostanziare di numeri le sue proposte. Schiva e riservata non ha mai fatto facili promesse. L’elettore ha sempre ragione, ha subito commentato Salvini.
Ma forse non sempre, quando si abbocca alle facili promesse con cui si è mossa la sinistra. Quella stessa sinistra che, come ha accusato Tesei in un’intervista a Libero quotidiano, ha iniziato a smantellare la sanità pubblica in Umbria con il depotenziamento di alcuni ospedali.