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Salvini

Tutto sull’alleanza-guazzabuglio costruita dal Pd

Centrodestra e centrosinistra alle prese con i programmi elettorali e le candidature. La nota di Paola Sacchi

 

Alleanza guazzabuglio nel centrosinistra. Con l’obiettivo di impedire “il governo delle destre, dopo il governo Draghi”, dice il segretario Pd.

La dichiarazione di Calenda ha il sapore demonizzante per il centrodestra, peraltro con una narrazione con corrispondente alla realtà: “Scelta di campo tra Europa e Italia alleata di Putin e Orban”.

È il succo politico dell’accordo trovato in extremis tra Enrico Letta e Azione di Carlo Calenda.

Fronte guazzabuglio con il solito schema a sinistra di alleanza contro più che per.

Stavolta, nel fronte anti-centrodestra si va dalla sinistra radicale ai ministri ex azzurri, come Maria Stella Gelmini e Mara Carfagna.

L’accordo viene raggiunto sul fatto che nei collegi uninominali non andranno “personalità divisive”.

Il 70 per cento dei collegi al Pd, il 30 per cento a Azione e +Europa di Emma Bonino e Benedetto Della Vedova.

Nel programma per ora si leggono punti come “forte ancoraggio all’Europa, salario minimo, taglio cuneo fiscale”.

Mentre Luigi Di Maio presenta il suo nuovo partito “Impegno civico” insieme con Bruno Tabacci.

Matteo Renzi: “Così regalo alla destra, Iv ora ha il coraggio di andare da sola”.

Duro commento di Giorgia Meloni: “L’alleanza Pd-Azione fa chiarezza sulle forze in campo. A misurarsi con il centrodestra e FdI ci sarà la solita sinistra. Il Pd, la sinistra estrema e Azione, la costola del Pd presieduta dall’europarlamentare eletto nel Pd, Carlo Calenda. Finisce la storiella di Azione partito moderato, alternativo alla sinistra tutta tasse, assistenzialismo e nemica del ceto produttivo”.

Antonio Tajani (numero due di Silvio Berlusconi) è tranchant: “Calenda quinta colonna del Pd”.

L’operazione spericolata del resto aveva detto Letta era mettere insieme “tutte le anime da quelle di più di sinistra a quelle liberali, riformatrici”.

E il centro? In realtà, il “centro” inteso come politiche liberali e anti-tasse è finito da tempo in Forza Italia e nella stessa Lega, partito post-ideologico, pragmatico, di ceti medi imprenditoriali ma anche di operai.

Nonostante le accuse, il centrodestra tutto insieme con FdI di Giorgia Meloni ha sempre votato sì all’invio di armi all’Ucraina, a differenza, ad esempio, di Fratoianni, seppur la Lega abbia poi insistito sulla necessità di aprire una trattativa di pace, ma “sempre dalla parte dell’Occidente”, ha rimarcato in questi giorni Matteo Salvini.

Al via ieri Il tavolo permanente per il programma di governo del centrodestra. Si parte dalla “totale condivisione” di FdI, Lega, FI su tre punti: l’impegno dell’Italia a sostegno dell’Ucraina, la riforma costituzionale per trasformare l’Italia in una Repubblica presidenziale e l’approvazione dell’autonomia differenziata delle Regioni. La discussione tecnica sui collegi invece dovrebbe riprendere oggi con una riunione tra dirigenti, esclusi i leader.

Nel corso dell’incontro di circa due ore si e’ registrata – recita la nota congiunta – “soddisfazione per il clima unitario riscontrato”. Prosegue :”La coalizione che condivide valori, idee e battaglie identitarie ha posto al centro della sua agenda politica le emergenze che affliggono l’economia italiana, come l’inflazione, la crisi internazionale alle porte dell’Italia, la crisi energetica, il rincaro dei costi delle materie prime, e le misure da attuare nell’immediato”. “Totale condivisione” e’ stata espressa – si precisa – nel “ribadire il pieno rispetto degli impegni internazionali dell’Italia relativamente alla guerra in Ucraina, riforma presidenziale, autonomia”.

La nuova riunione del centrodestra sara’ soprattutto tecnica e finalizzata a definire i dettagli dell’intesa stretta la settimana scorsa dai leader dei partiti sulla suddivisione dei candidati nei collegi uninominali previsti dal Rosatellum. L’accordo prevede 98 collegi a FdI, 70 alla Lega, 42 a Forza Italia e 11 a Noi con l’Italia e Coraggio Italia. Di questi ultimi dovrebbe ‘farsi carico’ FdI, mentre Lega e FI dovrebbero dividersi i collegi destinati all’Udc, ma quest’ultimo tassello non è stato ancora messo nero su bianco. “A sinistra litigano sulle alleanze ma sono d’accordo per aumentare le tasse e introdurre la patrimoniale. Il centrodestra, invece, vuole un fisco più giusto e leggero, difenderà ad ogni costo i risparmi degli italiani”, chiosava ieri sera Licia Ronzulli, vicepresidente del gruppo Forza Italia al Senato. E Antonio Tajani, vicepresidente di FI: “Noi vogliamo abbassare le tasse, Letta vuole invece la patrimoniale. Dalla sinistra uno spettacolo triste”.

Salvini: “”Mentre da sinistra viene uno spettacolo indecente, noi proponiamo cose concrete agli italiani e abbiamo avviato il tavolo di programma: no alle patrimoniali del Pd, cime Lega intanto chiediamo il taglio dell’Iva sui generi alimentari, la rottamazione delle cartelle esattoriali”.

Nelle proposte poi: “Estensione della flat tax a tutti i lavoratori, stop definitivo alla legge Fornero con avvio di quota 41 e controllo immigrazione clandestina, la Lega al ministero Interno ha dimostrato che si può fare”.

Duro il leader leghista poi su Mps: “Chiusure e licenziamenti: il piano della Commissione europea è un’ulteriore mazzata su Monte dei Paschi dopo i tragici errori del Pd”.

Silvio Berlusconi inaugura la sua discesa in campo anche social, con due brevi messaggi a settimana. La scelta, dice il Cav, è tra noi e la sinistra, “un’Italia più libera, giusta e prospera” o un’Italia che “continuerà a soffocare nella burocrazia”, dove la sinistra “tasserà casa e risparmi”. Per questo “dopo 28 anni sento il dovere di restare in campo. Votare non + solo un diritto, è soprattutto un dovere”. Ricorda: “Il prossimo governo avrà la possibilita’ di investire ingenti risorse, quei soldi che io ho ottenuto in Europa per il nostro Pnrr per ricostruire la nostra economia dopo i danni causati dalla pandemia”.

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