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Il centro è umiliato a sinistra

Come e perché il centro viene snobbato e isolato a sinistra. La nota di Sacchi.

Nonostante i serafici toni francescani della candidata civica della sinistra Stefania Proietti, sindaco di Assisi, a denunciarlo è lo stesso Matteo Renzi: se in Liguria ci hanno espulso, in Umbria, per volontà di Conte, “ci hanno nascosto”. Gli esponenti di Iv infatti ci saranno ma, come avevamo già scritto per Startmag, in incognita, “nascosti” in una lista civica. E così tra il fuoco di sbarramento contiano per il centro di Renzi e schizzi di fango sulla governatrice uscente leghista, ricandidata dal centrodestra, Donatella Tesei, per un’inchiesta aperta e chiusa a pochi giorni dalle elezioni del 17 e 18 novembre poiché l’abuso d’ufficio non è più reato, l’Umbria per la sinistra rischia di trasformarsi sempre più in una Liguria.

Si potrebbe dire, secondo il popolare proverbio, che il lupo perde il pelo ma non il vizio. E in questo caso il vizio della sinistra è davvero di trentennale data, ovvero quello di cercare di battere l’avversario politico con la via delle manette assecondando certa magistratura che si muove sempre più come soggetto politico. Una sinistra che cavalca ogni inchiesta giudiziaria, anche quelle archiviate per un non reato, che però viene trattato dai media mainstream come fosse sempre reato con tanto di fango su Tesei e attacchi alla maggioranza di centrodestra che ha cancellato l’abuso di ufficio.

La “storiaccia” (cosi viene definita da Il Corriere della sera l’inchiesta lampo aperta e chiusa dalla Procura di Perugia) dei finanziamenti ad una azienda di tartufi viene quindi trattata in un clima mediatico dal sapore manicheista di santi francescani e demoni leghisti, rappresentati dalle due sfidanti. Ma è proprio il giustizialismo a non fare più centro, come la Liguria insegna.

E del resto il giustizialismo, o meglio, l’uso politico della giustizia, la demonizzazione dell’avversario politico insieme alle ricette massimaliste per l’economia sono proprio l’ulteriore conferma che il tanto agognato centro da tanti anni ormai abita a destra. A maggior ragione in seguito alla radicalizzazione del Pd che anche in Umbria per volontà di Conte nasconde il piccolo centro di Renzi. Come lo stesso ex premier e leader di Iv ha denunciato ieri in un’intervista a Avvenire, dove “licenzia” Elly Schlein dal ruolo di federatore di un nuovo centrosinistra che deve invece essere svolto “da un cattolico”. Insomma, non più dalla leader del Pd, ovvero il partito maggioritario come Renzi aveva ipotizzato, ma da un nuovo Romano Prodi. La tregua nel centrosinistra ha “ballato” una sola estate.

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