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Il caso Caracciolo (Limes) allo Iasd (Istituto Alti Studi per la Difesa)

Che cosa è successo davvero durante una lezione di Lucio Caracciolo, fondatore e direttore della rivista Limes, all'Istituto Alti Studi per la Difesa. La lettera di Francis Walsingham dopo il post del direttore di Start Magazine, Michele Arnese, su X

Caro direttore,

consentimi innanzi tutto di congratularmi per la tua capacità di annusare le notizie nell’aria e misurarne l’interesse, che si tratti di società di pubbliche relazioni, manovre aziendali o cose militari. Non è da tutti farsi riprendere da (o se vuoi, meno elegantemente, dare il buco a) specialisti dello spiffero militaresco come Guido Paglia con le sue Sassate (rilanciate da Gabriele Carrer di Formiche) e scatenare una tempesta su X, il social previously known as Twitter. Chapeau.

Mi riferisco alla polemica scatenata dall’intervento di Lucio Caracciolo nella sua lezione (o intervento, o conferenza, o seminario: sono girate diverse versioni, ma insomma lui parlava a un tavolo con microfono e gli altri davanti lo ascoltavano) all’Istituto Alti Studi per la Difesa (IASD).

Conoscendo il tuo amore della precisione, sono rimasto un po’ colpito dal fatto che qualcuno abbia addirittura messo in dubbio che “il più alto Istituto di formazione interforze della Difesa italiana”, come su legge sul sito del Ministero della difesa, ospiti ucraini. Ebbene, io che sono preciso più di te, sono andato un po’ a curiosare e ho scoperto che, oltre ai frequentatori istituzionali italiani (generali o colonnelli delle forze armate e corpi dello Stato, più dirigenti dello Stato) vi sono “mediamente 20 Ufficiali pari grado, provenienti da Paesi Nato e partner (Africa settentrionale e subsahariana, Sudamerica e vicino ed estremo Oriente)”. Anche questo lo dice la Difesa e non capisco perché qualcuno debba metterlo in dubbio. C’è poi un International Capstone Course, in inglese, “coincidente con le prime 10 settimane della Sessione di Studio e al quale partecipano una decina di frequentatori stranieri”.

Ebbene, posso dirti che il colonnello ucraino è uno dei ben più di 20 stranieri della 75a Sessione IASD (senza contare i poco meno di 20 dell’ICC). Questo ufficiale si è arrabbiato prima perché Caracciolo ha mostrato una delle celebri cartine di Limes in cui i territori invasi dalla Santa Madre Russia erano indicati come “annessi”, poi perché ha riferito dello scontro tra il presidente Zelensky, che di nome fa come il frequentatore, e il capo di stato maggiore ucraino. Non è un grande segreto: si legge in rete dal novembre 2023. Secondo il colonnello, che sembra conosca bene l’Italia (e quindi le posizioni di Limes?), l’esposizione sarebbe stata propaganda russa, come hai svelato nel tuo post. Non sono giunti alle mani, ma di sicuro si è trattata di una demarche molto netta, che è corsa sulla bocca di tutti, fino ad arrivare anche a me.

Se Caracciolo avesse dato conto dei numerosi avvicendamenti al vertice dell’offensiva russa, così come degli incidenti di volo o delle cadute dalle finestre di Mosca, il colonnello avrebbe avuto torto. Pare invece che questi elementi di contesto mancassero, contribuendo a rendere la presentazione un pelo (ma solo uno, eh!) unilaterale, a detta dei frequentatori italiani che hanno fatto correre la voce fuori dell’augusto palazzo di Piazza della Rovere. Pare – pare – che altri lecturers della scuderia Limes non abbiano impressionato, ma questo è stato ascritto più all’insostenibile leggerezza della geopolitica che non a posizioni partigiane. Né saprei dirti quali e quanti fossero, né su quale tema concionassero.

Detto questo, mi è stato garantito che nessuno ha messo in collegamento la performance liminale con l’irriverente stornello che canticchiavano gli allievi del Collegio Militare di Roma che albergò in quello stesso palazzo fino all’8 settembre 1943 (ma non dopo, con buona pace del calendario dell’Esercito). Secondo la tradizione, suonava più o meno così:

A via della Lungara

tra pazzi e delinquenti

si forman le speranze

dei nostri Reggimenti.

Ma poiché nessuno lo ha evocato, l’onore dello IASD è salvo e dunque, in fondo, hanno ragione i tuoi critici. Ma proprio in fondo, eh.

Cordiali saluti

Francis Walsingham

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