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Perché i cardinali ottantenni sono esclusi dal Conclave?

La lunga e irriverente vigilia del Conclave per la successione a papa Francesco. I Graffi di Damato.

Il Conclave per l’elezione del successore di Papa Francesco comincerà dunque il 7 maggio. Ma prima che esso si apra chiudendo i cardinali elettori nella Cappella Sistina, cronisti e retroscenisti hanno cominciato a farcelo capire, immaginare, scrutare inseguendone gli attori e raccontandoli nelle loro abitudini a scapito della riservatezza alla quale avrebbero diritto. Li inseguono per le strade, le piazze, i bar, i ristoranti, i negozi riuscendo anche a strappare racconti più o meno intriganti. Come quello sul cardinale che non riesce a trovare un collega col quale giocare a carte. O quello sul cardinale che ne trova e ne raccoglie numerosi nella sua stanza d’albergo ma per svuotare il frigo di vini e liquori. E sorprendersi poi del costo delle consumazioni che pensava gratuite, o comprensive della tariffa della stanza o appartamentino.

A rischio di blasfemia, ma provvisto di quella ironia che Papa Francesco soleva raccomandare ai suoi ospiti, compresa la premier italiana Giorgia Meloni che ha voluto raccontarlo, mi sono chiesto se lo Spirito Santo, cui da fedeli siamo stati abituati a pensare come al protagonista vero del Conclave, riuscirà davvero a svolgere il suo ruolo di “influencer”, come Matteo Renzi ha scritto proprio della Meloni nel libro che sta presentando e vendendo in questi giorni.

Scherzi a parte, tuttavia, e sempre a rischio di blasfemia come credente, non riesco a capire perché dagli elettori del Papa debbano essere esclusi i cardinali al compimento dei loro ottantant’anni. Che non li privano della lucidità necessaria a una celebrazione del Papa defunto, come quella fatta dal decano del Sacro Collegio Giovanni Battista Re sul sagrato della Basilica di San Pietro davanti alla bara di Francesco, ma del diritto di voto sì per l’elezione del nuovo Pontefice.

Sì, d’accordo, il Conclave non è un corpo elettorale come quello di cui noi ultraottantenni continuiamo a fare parte laicamente per rinnovare le Camere alle loro scadenze, ordinarie o anticipate che siano. E non è neppure il collegio elettorale che diventa il Parlamento in seduta congiunta, più una delegazione di consiglieri regionali, per la scelta del presidente della Repubblica. Il Conclave è appunto il Conclave. Ma questa storia degli ottantenni che perdono l’elettorato attivo, come si direbbe in gergo giuridico, non mi convince. E non solo per la conoscenza che ho personalmente del già ricordato cardinale Re. O, per esempio, dei cardinali Angelo Bagnasco, Tarcisio Bertone e Camillo Ruini, in odine rigorosamente alfabetico.

Sì, lo so, a questo punto vi aspetterete qualche parola anche sul caso, di casa sulle prime pagine dei giornali, del cardinale sardo Becciu, Angelo di nome ma diavolo di fatto per una vicenda giudiziaria ancora aperta. Ma me ne astengo per il trauma che mi ha procurato la scoperta che i magistrati, pure quelli d’oltre Tevere, possono interferire con un Conclave.

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