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Arnese

Uk batte Ema, Cairo molla Conte, la Rai munge il Pnrr, Bianchi spalancherà le scuole, pace armata Savona-Draghi

Consob, Cairo, Letta, Bianchi e non solo. Fatti, nomi, numeri, curiosità e polemiche. I tweet di Michele Arnese, direttore di Start

 

LA GRAN BRETAGNA, L’EMA E I VACCINI

LE APERTURE SPALANCATE DEL MINISTRO BIANCHI

 

CAIRO (ALLA DI MAIO) SBACIUCCHIA DRAGHI DOPO AVER AMOREGGIATO CON CONTE

 

LA RAI VUOLE MUNGERE DAL PNRR

 

CHI E COME CONTROLLARE LA RETE UNICA?

 

ALLA CONSOB SI FESTEGGIA IN STILE BANKITALIA

 

PACE ARMATA FRA SAVONA E DRAGHI?

 

CHE COSA SUCCEDE IN GERMANIA?

 

I RAPPORTI ECONOMICI ITALIA-GERMANIA

 

NUMERI AMERIKANI

 

LE REGOLE CINESI

 

LA SITUAZIONE NEL REGNO UNITO

 

NON VUOLE ASTRAZENECA?, ALLORA SI RIMETTA IN CODA

 

VACCINI A SPORTELLATE

 

LE NOMINE LIB-LAB DI LETTA

 

SOSTEGNI & TENSIONI

 

QUISQUILIE & PINZILLACCHERE

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ESTRATTO DI UN ARTICOLO DEL SOLE 24 SULLA CONSOB PRESIEDUTA DA PAOLO SAVONA:

La Consob adeguerà il trattamento economico contrattuale dei propri dipendenti all’ultimo contratto stipulato per i dipendenti della Banca d’Italia dal prossimo primo luglio. La notizia non è irrilevante perché l’adeguamento, previsto dalla legge istitutiva dell’Autorità, era atteso dal 2016, quando l’istituto di via Nazionale aveva varato l’ultimo aggiornamento contrattuale.

Il dossier del recepimento era transitato da varie presidenze Consob fino ad approdare sul tavolo di Paolo Savona. Per questa vicenda l’attuale presidente Consob nell’ultimo mese è stato al centro di un acceso scambio di missive con la presidenza del Consiglio. Scambio che ha visto l’epilogo ieri, quando nei fatti è scattata l’approvazione da parte della presidenza del Consiglio del nuovo contratto per i dipendenti dell’Autorità.

L’adeguamento era già stato bloccato un anno fa da palazzo Chigi – che per legge deve dare un parere su questo tipo di deliberazioni dell’Autorità – a seguito di obiezioni della Ragioneria perché l’aumento delle remunerazioni prevedeva delle voci aggiuntive, tra le quali un’indennità che i sindacati avevano richiesto a fronte dei lunghi ritardi che la Consob aveva cumulato nel recepire il contratto. Dopo 12 mesi di negoziati, si è arrivati a un punto di equilibrio, senza il riconoscimento di quelle voci.

Il collegio Consob un mese fa aveva deliberato e il prospetto di adeguamento era stato inviato a palazzo Chigi. Quest’ultimo ha però avanzato una richiesta di informazioni, tra cui la previsione prospettica decennale dell’aumento dei costi legati all’adeguamento. A quel punto il presidente Consob avrebbe risposto di propria iniziativa, senza passare per il collegio dell’Autorità: una missiva nella quale si affermava che le informazioni non erano dovute in quanto Consob rappresenta un’Authority indipendente.

La questione ha creato frizioni all’interno dell’Autorità e in verità anche la presidenza del Consiglio lavorava a una pronta replica. Ieri, però, il presidente avrebbe mandato un’altra missiva a palazzo Chigi fornendo le informazioni richieste in precedenza. Il caso si è così chiuso, un giorno prima che scadessero i termini per il silenzio assenso, previsti per oggi.

La diatriba ha innescato rumors sulla possibilità di un’uscita anticipata del presidente Paolo Savona dal vertice di Consob, rumors che però non trovano alcuna conferma.

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ESTRATTO DI UN ARTICOLO DEL QUOTIDIANO LA STAMPA SU CONSOB, SAVONA E DRAGHI:

L’uomo che immaginava un «piano B» per uscire dall’Euro ha impiegato meno di un mese per andare alla guerra con quello che, invece, ha salvato la moneta unica. La prima battaglia di Paolo Savona, però, al momento è persa.

Il professore che dal marzo del 2019 guida la Consob, il «sughero sardo» che si considera «inaffondabile», nei giorni scorsi ha provato a forzare la mano sulla riorganizzazione dell’Autorità di Borsa, chiedendo a Palazzo Chigi un cambio di contratto per i dipendenti.

L’obiettivo: equipararli a quelli della Banca d’Italia. Alle prime risposte informali, ma negative, avrebbe usato l’arma pesante: la minaccia di dimissioni, poi rientrata. Un tentativo per forzare, ripetuto con una lettera inviata a Roberto Garofoli, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, e a Roberto Chieppa, segretario generale di Palazzo Chigi.

Stessa missiva è stata recapitata al ministero dell’Economia. La replica arrivata dai fedelissimi di Draghi è stata gelida: chiedevano un dossier dettagliato sulla situazione del personale della Commissione. Una serie di documenti che Savona – il cui mandato scadrà tra 5 anni e che ieri non ha voluto commentare – si sarebbe rifiutato di inviare.

Per sbloccare lo stallo è servito un giro vorticoso di telefonate e le carte, nel pomeriggio di ieri, sono state recapitate. Ma a questo punto la proposta di riorganizzazione è ormai tramontata. Tra i corridoi della Consob, negli ultimi tempi, si vive una situazione complicata.

I rapporti tra i funzionari e il presidente sono ridotti al minimo – è saltato, per il secondo anno consecutivo, anche il tradizionale discorso per gli auguri natalizi – e in tanti imputano all’economista transitato dal governo giallo-verde i molti interventi su temi lontani dagli orizzonti degli sceriffi di Piazza Affari, come la transizione digitale, le criptovalute e la patrimoniale.

L’Autorità ha dovuto affrontare perdite importanti. Lo scorso ottobre si è dimesso il direttore generale Mauro Nori, hanno lasciato alcuni tra i manager della prima linea. E, con insistenza, si parla di una «staffetta» tra Savona e il commissario Carmine Di Noia, uno dei candidati alla presidenza dell’Esma, la commissione europea dei mercati finanziari. La scelta sarà in primavera. Improbabile che Di Noia possa guidare entrambe le istituzioni.

Di per sé l’idea di adeguare il contratto dei dipendenti della Consob a quello della Banca d’Italia non è una novità. Il progetto è transitato, senza esito, anche sulle scrivanie dei predecessori di Savona, ossia Giuseppe Vegas e Mario Nava.

Del resto la previsione di ancorare il trattamento «giuridico ed economico» del personale Consob ai «criteri fissati dal contratto collettivo di lavoro in vigore per la Banca d’Italia» è prevista nella legge istitutiva della Consob del 1974, modificata nel 2014. L’ispirazione è al contratto, più attento al merito che in precedenza, che Palazzo Koch ha adottato un lustro fa. Ma il diavolo si nasconde nei dettagli. E Savona, per ora, ha perso la sua battaglia.

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ESTRATTO DI UN ARTICOLO DEL SOLE 24 ORE SULL’EXPORT ITALIANO VERSO LA GERMANIA:

Siderurgia, agroalimentare e chimica-farmaceutica hanno visto un aumento delle esportazioni italiane verso la Germania nell’anno terribile della pandemia nonostante il calo dell’interscambio commerciale tra i due Paesi (-8,7% a 116 miliardi rispetto ai 127,1 del 2019) dovuto soprattutto alla forte frenata dell’export tedesco in l’Italia che ha perso il 12,1% del valore mentre le vendite italiane sono scese soltanto del 4,8 per cento.

Nel comparto siderurgico, in particolare, la crescita dell’export nel 2020 è stata pari al 51,2%, da 5,61 a 8,58 miliardi di euro, grazie all’accorciamento delle catene del valore deciso dalle imprese tedesche (e in parte a un aumento dei prezzi), una scelta determinata oltre che dalle restrizioni sanitarie anche dai conflitti commerciali.

«Sembra che le imprese italiane abbiano approfittato della ridefinizione delle catene del valore» ha osservato Jörg Buck, consigliere delegato della Camera di commercio italo-germanica (AHK Italien) che ha presentato ieri il bilancio dell’interscambio 2020. L’aumento dell’agroalimentare – +5,7%, da 5,61 a 5,93 miliardi di euro – è invece legato ai lockdown che hanno tenuto i consumatori più a casa; il chimico-farmaceutico (7,73 miliardi, +0,9%) è stato «un buon esempio di joint production».

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