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Brasile, la galoppata di Bolsonaro, la sconfitta di Haddad e lo scenario del secondo turno

Il commento del giornalista Livio Zanotti, già in Rai e alla Stampa, per anni corrispondente dall’America Latina e inviato speciale di esteri, sulle elezioni in Brasile C’è più rammarico che speranza in quella metà del Brasile che ha votato contro Jair Bolsonaro, l’ex militare di estrema destra che ieri, al primo turno delle elezioni presidenziali, ha…

C’è più rammarico che speranza in quella metà del Brasile che ha votato contro Jair Bolsonaro, l’ex militare di estrema destra che ieri, al primo turno delle elezioni presidenziali, ha raccolto il 46,2 per cento dei voti (oltre 40 milioni) intravvedendo per un momento la maggioranza assoluta e comunque superando al galoppo ogni previsione della vigilia.

I RISULTATI DELLE ELEZIONI IN BRASILE

Con un 29,28 per cento, il suo maggiore contendente, Fernando Haddad, candidato del partito dei lavoratori (PT) ed erede dell’ex presidente Lula ormai in carcere, dovrà compiere salti mortali per riunire la maggioranza necessaria a sconfiggerlo nella prevista seconda tornata elettorale.

LA SCONFITTA DI HADDAD E LA VITTORIA DI BOLSONARO

Non tutto è perduto, commentano tuttavia nel partito socialdemocratico di Fernando Henrique Cardoso, l’ex capo di Stato considerato il restauratore della democrazia brasiliana dopo i vent’anni di dittatura militare (1964-1983). Ed è evidente che potrà essere solo lui, mobilitando ogni abilità di manovra e di lusinga, e tutto il suo residuo prestigio, l’architetto di un accordo capace di riunire attorno ad Haddad l’alleanza necessaria a fermare Bolsonaro.

L’IMPRESA IMPERVIA PER I SOCIALDEMOCRATICI

Un’impresa che si presenta comunque a dir poco impervia, per l’enormità del successo ottenuto dall’ex capitano che al sostegno degli interessi più conservatori e a quello di buona parte delle chiese evangeliche è riuscito ad aggiungere una quota importante dell’elettorato popolare meno politicizzato. Ed anche per l’eterogeneità dei suoi avversari, ben difficile da ridurre fino a renderla compatibile con un sostegno sufficientemente ampio ad Haddad.

LA DISSOLUZIONE CULTURALE

I risultati forniti ieri dalle urne hanno infatti marcato una dissoluzione culturale oltre che politica in una parte rilevantissima dell’opinione dei 200 milioni di brasiliani (tre quarti dei quali aventi diritto di voto). Marcano infatti un distacco non solo dai partiti, quasi tutti coinvolti in scandali finanziari che hanno scosso il paese negli ultimi anni. Bensì anche da valori fondanti di una democrazia partecipata e dei diritti, quali la non violenza, il rispetto delle minoranze, la solidarietà.

Livio Zanotti
Ildiavolononmuoremai.it

(ECCO PROGETTI E IDEE DI BOLSONARO. L’APPROFONDIMENTO DI ZANOTTI)

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