IL MISTERO DAGOSPIA…
Dagospia sarebbe il perfetto organo del trumpismo muskiano in Italia. Ma al governo ci sono Meloni e Fazzolari (secondo D'Agostino, si bisbiglia a Roma, autore di un auspicio a partecipate di Stato di ridurre la pubblicità a Dago; chissà se vero) e quindi vaffa Trump e Musk. Urca
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) November 14, 2024
IL CANGIANTE CANGINI
All’ex senatore di Forza Italia che – anche da direttore ed editorialista nei giornali – ha criticato spesso i magistrati, fa schifo il post di Musk sui giudici. E’ la coerente bellezza dei liberali e liberisti che ciucciano fondi statali e regionali con la Fondazione Einaudi. pic.twitter.com/NjczevbeW6
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) November 13, 2024
TRUMPATE E CONTRO TRUMPATE
“L’America non c’è più”. Ok, mò me lo segno. https://t.co/AWqeX77k1P
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) November 13, 2024
Vedo e leggo americanisti doc che giustamente hanno lodato ed elogiato fino a ieri le virtù sempiterne della democrazia americana che sono ora schifati e scandalizzati da alcune prime mosse del presidente eletto degli Stati Uniti. O esageravano prima o esagerano adesso. Boh.
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) November 13, 2024
GIURO, NO FAKE
"In crociera per 4 anni: la tentazione degli americani in fuga da Trump. La compagnia Villa Vie Residence offre un pacchetto da 159.999 dollari. Possibile scegliere l’opzione da 24 mesi nella speranza che le elezioni di Midterm cambino le cose". (Repubblica)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) November 13, 2024
Ahò famo a guera all’America co’ Draghi.
Me sto a scompiscia’ pic.twitter.com/QiL6OQuRrL
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) November 11, 2024
COSA SUCCEDE A X
"I patrizi lasciano X, i plebei no". (Riccardo Ruggeri, manager, imprenditore, editore e scrittore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) November 14, 2024
LE TRUMPATE DI BIDEN ANTI UE
"Già l’Ira (Inflation Reduction Act) di Biden ha scatenato la fuga dall’Unione di un buon numero di imprese, start-up e talenti attirati da aiuti facili e meno regole per fare business. E già oggi 300 miliardi all’anno dei risparmi Ue prendono la strada degli Usa". (Sole 24 ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) November 14, 2024
CARTOLINE DALL’EUROPA
Europa. Un’economia in perdita di competitività e di ricchezza, provata dall’alt al petrolio russo a basso costo, dalla crisi tedesca e da quella di tutta la sua industria taglieggiata dall’iper-regolamentazione e dalle sbandate ideologiche del Green Deal. (Adriana Cerretelli)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) November 14, 2024
Banane Chiquita, il bollino blu non può essere marchio protetto: la sentenza della Corte Ue. Secondo i giudici del Tribunale Ue né la forma né lo schema di colori gli conferiscono un adeguato carattere distintivo nel campo della frutta fresca. (Sole 24 ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) November 13, 2024
A BURBERRY NON VA PIU’ DI LUSSO
Il gruppo del lusso britannico Burberry ha annunciato un calo delle vendite e una perdita di 74 milioni di sterline nella prima meta' dell'anno. Il fatturato è sceso del 22% a 1,086 miliardi di sterline. Le vendite al dettaglio sono diminuite del 20%. (Radiocor)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) November 14, 2024
LA SAMBA DI TIM
Tim. Tra gennaio e settembre i ricavi del gruppo guidato da Pietro Labriola sono saliti del 3,4% a 10,7 miliardi grazie ai positivi risultati del Brasile (+7,2% a 3,3 miliardi), ma anche dell’Italia (+1,8% a 7,4 miliardi). (Repubblica)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) November 14, 2024
LE POLIZZE SFRECCERANNO SUI MONOPATTINI
"Monopattini con obbligo di assicurazione, targa e casco per tutti. Nelle prossime modifiche al Codice della strada c’è anche il divieto di circolazione fuori città, nelle aree pedonali e sulle piste ciclabili". (Sole 24 ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) November 12, 2024
LE ESTETIZZANTI PROPOSTE INDECENTI
"Ricevo quelle che definisco proposte indecenti, come quando le ragazze mi chiedono protesi al seno spropositate. Dico che magari a 20 anni possono piacergli ma poi invecchieranno e il loro corpo cambierà. Diventeranno grottesche". (Bassetto, presidente dei chirurghi plastici)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) November 14, 2024
IL MARKETING DI GIORGINO
Giornalisti che scrivono manuali di marketing. Ok. Mi attendo dunque manuali di giornalismo scritti da lobbisti, manuali di ingegneria scritti da commercialisti, manuali sul fisco scritti da cantanti e via manualeggiando. pic.twitter.com/N9q70VKuk9
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) November 14, 2024
GIORNALISMI
Fra le principali notizie del Tg1, “temporali al sud”.
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) November 12, 2024
L’accordo fra Gedi (Repubblica e Stampa) e OpenAI, che ha creato ChatGPT, è segreto. I giornalisti dei comitati di redazione del gruppo, in un incontro con il presidente Maurizio Scanavino, hanno chiesto di conoscere i particolari. Sono stati respinti. (Professione Reporter)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) November 13, 2024
Open fondato da Enrico Mentana puntava a innovare il giornalismo. Al momento – per innovare – si limita a intervistare l’eurodeputato Benifei. Bon. pic.twitter.com/vpgYfsxfKP
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) November 14, 2024
Indovina indovinello: che giornale é? pic.twitter.com/6hhnvNEaRy
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) November 13, 2024
Sulla prima pagina di economia del Corriere della sera pic.twitter.com/ryPa8NXzfa
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) November 13, 2024
Gli approfondimenti politici del Corriere della sera pic.twitter.com/zDbfm7fpIQ
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) November 13, 2024
"Forbes e la guida dei 100 ristoranti: paga e sei dentro. La lista stilata in parte con locali di qualità, in parte chiedendo 2.500 euro ai ristoratori". (Selvaggia Lucarelli, Fatto quotidiano)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) November 14, 2024
+++
ESTRATTO DI UN’ANALISI DI ADRIANA CERRETELLI PUBBLICATA SUL SOLE 24 ORE:
Trump redivivo si vuole più che mai presidente di rottura ma con convinzioni più forti e articolate, un progetto chiaro, mezzi e uomini per realizzarlo. Grazie a una vittoria elettorale netta che gli ha dato anche il controllo di Congresso e Corte Suprema, i gangli del potere federale.
E poi America First, la dottrina fatta di protezionismo e unilateralismo ora affidata a un pugno di fedelissimi “falchi”, scelti più per lealtà che competenza, nei posti strategici dell’Amministrazione per eseguire le direttive del capo.
Fine della cultura politica bipartisan, dunque, e forse anche del principio dei checks and balances, della divisione dei poteri, da sempre punto di forza della democrazia Usa.
Quattro anni dopo, invece, l’Europa appare più debole che mai. La guerra ucraina ai confini, l’imperialismo di Putin affamato di rivincite territoriali anche in Georgia e Moldavia, la fine dell’America filoatlantica di Biden e il bis di quella introversa, isolazionista e anti-Nato di Trump.
Governi barcollanti in Francia e Germania, in balìa di estremismi di destra e di sinistra. Istituzioni comuni, Commissione e europarlamento, paralizzate dall’erosione dei vecchi equilibri centristi scossi dall’avanzata delle destre più o meno dovunque. In breve, Europa divisa, politicamente a rischio acefalia a Bruxelles, di fronte al ciclone in arrivo.
Un’economia in perdita di competitività e di ricchezza pro-capite, provata dall’alt al petrolio russo a basso costo, dal doppiogiochismo cinese, dalle caduche certezze sullo scudo americano nella Nato. Dalla crisi tedesca e da quella di tutta la sua industria taglieggiata dall’iper-regolamentazione Ue e dalle sbandate ideologiche del Green Deal. In marcia verso uno sviluppo più verde, digitale, high tech e militare per ora senza i mega-investimenti necessari.
Se non si deciderà ad agire e presto, a questa Europa dall’alta tassazione, regole eccessive e burocrazia soffocante, prezzi dell’energia che sono il quintuplo di quelli Usa, a questa Europa che dopo Covid e guerra ucraina ha aumentato la dipendenza farmaceutica, energetica, tecnologica, finanziaria e militare dagli Stati Uniti, l’arrivo di Trump rischia di dare la mazzata finale. O, al contrario, il colpo di reni insperato.
A farla tremare prima di tutto le sue ricette per il rilancio dell’economia: nuovi tagli della pressione fiscale, con corporate tax al 15%, assalto al Big Government per convertirlo all’efficienza sotto la guida di Elon Musk, fracking a mano libera nel settore energetico, stop alla net-zero economy di Biden.
Dazi generalizzati del 10-20% ma per la Cina al 60. Per l’Unione sarà crollo del 25% dell’export negli Usa e dell’attivo commerciale da 157 miliardi di dollari nel 2023, con l’aggravante che le tariffe Usa sulla Cina ne dirotteranno prodotti e surplus sul mercato Ue.
Il tutto mentre all’Europa si chiederà non solo un maggiore impegno sulla difesa, 3% del Pil non più 2, ma un più alto contributo agli aiuti all’Ucraina in caso di disimpegno di Trump ed eventuali accordi di pace con la Russia privi di solide garanzie di sicurezza per Kiev.
Sono comunque le crescenti asimmetrie economiche e industriali tra Europa e Stati Uniti il pericolo maggiore in agguato.
Già l’IRA, l’Inflation Reduction Act, di Biden ha scatenato la fuga dall’Unione di un buon numero di imprese, start-up e talenti attirati da aiuti facili e meno regole per fare business. E già oggi 300 miliardi all’anno dei risparmi Ue prendono la strada degli Usa. Figuriamoci l’emorragia di delocalizzazioni se Trump attuerà la sua controrivoluzione a colpi di imposte al ribasso e massicce deregulation anche per i monopoli Big Tech.
Per l’industria europea che non riesce a creare propri campioni per i rigori dell’Antitrust Ue e che oggi paga care, auto ma non solo, le regole del green deal, punitive per sé ma non per i concorrenti extra-Ue, diventerebbe un richiamo irresistibile. Altro che recupero di competitività. A meno che le frustate di Trump non costringano l’Unione a una rapida correzione di rotta.