Di solito di lui sì ricorda sempre l’anniversario della tragica morte in esilio, il 19 gennaio 2000 a Hammamet, a soli 65 anni, caso inedito nelle democrazie occidentali per un ex premier alla guida del governo più longevo della cosiddetta Prima Repubblica. Ma il 24 febbraio prossimo Bettino Craxi, nato a Milano nel 1934, avrebbe compiuto 90 anni. Un compleanno denso di significati e rimpianti per uno statista morto in un età che anche in politica è ancora ritenuta giovane.
Quale Italia sarebbe stata se lui fosse vissuto e avesse potuto operare più a lungo e quella classe dirigente che ricostruì l’Italia, fino a farne diventare proprio con Craxi la quinta, poi la quarta potenza mondiale, non fosse stata spazzata via sotto il maglio delle cosiddette ‘mani pulite’ che lasciò in piedi solo ex comunisti e ex sinistra Dc?
Intanto, però sappiamo quale Italia è stata quella degli anni di Craxi, di cui proprio in questi giorni tra le numerose storiche riforme di quel premier, giovane quarantenne alla plancia di comando Palazzo Chigi, si è celebrato il quarantennale della Revisione del Concordato, “Accordi di Libertà” Stato-Chiesa tra un coraggioso premier socialista e un grande Papa polacco. Ricorrenza ricordata oltre che dalla Fondazione Craxi anche dalle istituzioni. Anche se sarebbe stato bello veder pronunciare da parte dei vertici delle istituzioni ancora più chiaramente e nettamente quel cognome con la X, rendendogli giustizia per i suoi meriti storici.
La Fondazione Craxi ha deciso quest’anno di festeggiare “Bettino” per i suoi 90 con una mostra storico-fotografica “Bettino Craxi. Una storia italiana”. Verrà inaugurata oggi 22 febbraio alle 17:30, presso il Museo Temporaneo d’Impresa di Pompei (Piazza Bartolo Longo, 28), con il patrocinio morale del Comune di Pompei.
“Attraverso una raccolta ragionata di immagini e di alcuni documenti audiovideo, tratti dall’archivio storico dell’Istituto, – spiega in una nota la Fondazione Craxi, istituita da Stefania Craxi, presieduta da Margherita Boniver con Nicola Carnovale direttore generale – il percorso proposto intende raccontare la parabola di una delle figure più significative del primo corso repubblicano e, contestualmente, ripercorrere alcune delle vicende che hanno maggiormente segnato uno scorcio del secondo Novecento”. Sono oltre cinquanta scatti che ritraggono il presidente Craxi con le grandi personalità del suo tempo – italiane, europee e internazionali – in grado di tratteggiare un piccolo affresco di un’esperienza tanto vasta quanto significativa. “E dare vita – scrive la Fondazione Craxi – ad un momento di conoscenza, di riflessione e di divulgazione a carattere storico-artistico, rivolta in modo particolare alle nuove generazioni”.
Nel corso della cerimonia inaugurale della mostra, che resta aperta gratuitamente al pubblico dal 23 al 25 febbraio 2024 e alla quale prenderanno parte autorità locali, rappresentanti istituzionali regionali, nazionali ed europei, sarà proiettato il documentario “La notte di Sigonella”. Bettino Craxi, una storia italiana. E internazionale. Contro la montagna di fango delle fake news e la damnatio memoriae di uno dei più grandi e brillanti politici e statisti che modernizzarono il nostro Paese, rendendolo davvero protagonista nel mondo.