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Beatles Rolling Stones

Beatles e Rolling Stones, due facce dello stesso mito

“Beatles Rolling Stones. Apollinei e dionisiaci” di Gino Castaldo letto da Tullio Fazzolari.

 

Non si era mai visto prima nulla di simile. La contrapposizione tra i fan dei Beatles e quelli dei Rolling Stones è stata a metà degli anni Sessanta un fenomeno planetario che ha coinvolto intere generazioni. Ed era molto di più di una rivalità musicale. Quelle esistevano già ma confinate in ambiti ristretti. Per esempio, i più raffinati appassionati dell’opera lirica si dividevano fra ammiratori di Maria Callas o di Renata Tebaldi. E alla fine prevalevano i primi. Tra Beatles e Rolling Stones, invece, non ci sono stati né vincitori né vinti. Al contrario, insieme hanno caratterizzato un’epoca.

La fa rivivere Gino Castaldo con “Beatles Rolling Stones. Apollinei e dionisiaci” (Einaudi, 126 pagine, 14 euro). Ed è davvero il racconto di un testimone oculare. Per lavoro, come critico musicale di “Repubblica”, Castaldo è uno dei pochi ad aver avuto l’opportunità di conoscerli quasi tutti personalmente: da Paul McCartney a Mick Jagger. Roba da far morire d’invidia quei fan che avrebbero venduto l’anima pur di incontrarne almeno uno. Ma proprio grazie alla conoscenza diretta Castaldo riesce in un’operazione inedita: i due miti contrapposti vengono calati nella realtà attraverso la storia dei due gruppi e dei loro componenti e acquistano una dimensione più umana. Più che due miti in competizione erano le due facce dello stesso mito.

Non c’è dubbio che gli Stones con il loro atteggiamento provocatorio e il look da sciamannati fossero dionisiaci. Per contrasto i Beatles (soprattutto quelli prima maniera) risultavano apollinei: capelli lunghi ma ben pettinati, si esibivano puntualmente in giacca e cravatta. Il contrasto saltava agli occhi e gli ammiratori si sforzavano di imitare i propri idoli anche nel modo di vestire. Però l’aspetto esteriore non diceva tutta la verità. Dal libro di Castaldo emerge che la storia dei Beatles e quella degli Stones sono andate avanti in parallelo per diverso tempo. O addirittura con momenti di convergenza perché in alcune occasioni, soprattutto nei primi anni di attività, tra loro di sono stati episodi di collaborazione. E tra alcuni è comunque rimasto un rapporto di amicizia.

Il resto è storia. Dopo un successo stratosferico, i Beatles si sono sciolti. Gli Stones, invece, sono ancora un fenomeno mondiale. Destini diversi la cui spiegazione, come racconta Castaldo sta nei due binomi che erano l’anima dei due gruppi. John Lennon e McCartney erano all’inizio legatissimi, praticamente due fratelli. Quando poi si incrina il rapporto personale la conseguenza è fatale anche per quello artistico e professionale. Non succede lo stesso a Jagger e Keith Richards: meno condizionati dalla vita privata sono riusciti a lavorare insieme e con successo per sessant’anni. E’ una storia appassionante, da rivivere per chi c’era e da conoscere per chi non c’era. O anche da ascoltare visto che Castaldo la racconterà a voce nella prossima edizione di “Libri come”. La verità che viene fuori in ogni caso è che prima dei Beatles e dei Rolling Stones non c’era mai stato nulla di simile ma neanche dopo s’è mai visto qualcosa di paragonabile.

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