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Bce e fondi di investimento avvertono le banche: tenete conto dei cambiamenti climatici quando erogate credito

Come la Bce sollecitare le banche vigilate sul tema degli investimenti influenzati dai cambiamenti climatici

La Bce sta lavorando per aumentare la consapevolezza delle banche sui rischi climatici. Lo si legge in un articolo pubblicato sulla newsletter della Vigilanza di Francoforte guidata dall’italiano Andrea Enria.

Il cambiamento climatico, si legge, crea sia rischi “fisici” che “di transizione”. I fenomeni meteorologici, tra le altre cose, potrebbero indebolire i settori aziendali a cui le banche sono esposte.

I rischi di transizione derivano dall’adeguamento a un’economia a basse emissioni di carbonio. Ciò potrebbe interessare diversi settori economici e per questo i rischi climatici richiedono un approccio strategico e le banche devono intervenire per gestire correttamente le loro esposizioni verso i settori interessati. Un’iniziativa sulla scia, notano gli osservatori, di quanto da tempo sollecitano le banche centrali di Regno Uniti e Francia.

Le banche facciano più attenzione ai rischi legati al cambiamento climatico, ha aggiunto in un’intervista Frank Elderson, membro olandese, dal 2018, del Consiglio di Vigilanza Bce. “Noi incoraggiamo le banche ad avere un approccio più lungimirante e a valutare non solo i tradizionali fattori finanziari ma anche i fattori della sostenibilità come l’esposizione delle attività al cambiamento climatico. Questo contribuisce a comprendere rischi e opportunità a lungo termine e a migliorare il profilo di rischio-rendimento degli investimenti”.

Le banche – sottolinea Elderson – “anche se non ci sono disposizioni normative sul tema della finanza sostenibile, la devono incorporare nella loro attività quotidiana, L’assenza di normativa non è una scusa per non muoversi”.

Elderson nell’intervista contenuta nella newsletter della Vigilanza Bce ricorda come in sette degli ultimi dieci anni i costi dei disastri naturali abbiano superato la media degli ultimi trent’anni pari a 140 miliardi di dollari Usa l’anno.

“Nella prossima decade le emissioni di carbonio devono essere ridotte del 45% per raggiungere l’obiettivo fissato al 2050 e questo richiede una massiccia riallocazione del capitale: se certe imprese non si adegueranno a questo nuovo mondo cesseranno di esistere”.

Ma non solo la Banca centrale europea invita a tenere conto dei cambiamenti climatici.

Nel dicembre scorso, un gruppo di 415 investitori che gestiscono 32 trilioni di dollari in attività ha emesso una dichiarazione congiunta che esorta i governi del G7 e del G20 ad accelerare le loro azioni per mitigare il cambiamento climatico. Il Global Investor Statement to Governments on Climate Change del 2018 ha ribadito il pieno sostegno al Paris Agreement e alle raccomandazioni della Task Force on Climate-related Financial Disclosure (TCFD) del Financial Stability Board (FSB).

Secondo la dichiarazione, ignorare l’azione contro il cambiamento climatico potrebbe causare danni economici permanenti fino a quattro volte superiori a quelli della crisi finanziaria del 2008. Per mitigare questi danni economici, il gruppo di investitori chiede ai leader mondiali di impegnarsi su tre priorità, come ha scritto l’analista Fabio Vanorio su Start Magazine:

  1. realizzare rapidamente le misure previste dal Paris Agreement;
  2. aumentare il tasso di investimento nelle energie rinnovabili e accelerare la transizione verso economie a basse emissioni di carbonio (con relativa adozione di un prezzo per le emissioni di carbonio);
  3. migliorare le comunicazioni finanziarie delle imprese sull’impatto dei cambiamenti climatici sugli investimenti.

Il terzo punto – notava Vanorio – è particolarmente sentito poiché diffusa è la convinzione che gli investitori stiano dedicando, nelle loro valutazioni di rischio/rendimento, scarsa considerazione all’impatto dei rischi legati al clima, e sicuramente inferiore a quella resa necessaria dalle vulnerabilità degli asset detenuti nei confronti degli eventi meteorologici estremi resi più frequenti e intensi dal cambiamento climatico.

BlackRock Investment Institute ha pubblicato il 4 marzo scorso il rapporto “Getting physical: Scenario analysis for assessing climate risks” che, argomentando ulteriormente rispetto ad un focus già da tempo elaborato dalla banca di investimento, conferma questa carenza. A fronte di chiare manifestazioni fisiche dei cambiamenti climatici,(innalzamento del livello del mare, maggiore intensità di uragani, incendi e siccità), secondo Blackrock la maniera in cui gli investitori incorporano questi rischi nelle loro analisi è insufficiente, ha scritto Vanorio.

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