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Barbara Berlusconi spegne i fuochi politici di Marina e Pier Silvio Berlusconi

Una sorta di letterina di Natale - sotto forma di intervista rilasciata al Corriere della sera - è parsa quella di Barbara Berlusconi ai fratelli e ad Antonio Tajani... I Graffi di Damato

Se non è stata una lettera o letterina di Natale, poco le è mancato quella che Barbara Berlusconi ha mandato ad Antonio Tajani tra le pieghe di una lunga intervista autobiografica al Corriere della Sera.

“Le hanno mai chiesto di candidarsi”, ha domandato Angela Frenda dopo che la figlia di secondo letto di Silvio Berlusconi aveva espresso “grande rispetto” per la politica e si era dichiarata “profondamente liberale”, convinta di uno Stato “al servizio delle persone”. Il contrario di quello che sarebbe stato avvertito dalla gente all’epoca della “catastrofe gestionale” del Covid. Addebitabile al secondo governo di Giuseppe Conte e al primo e unico di Mario Draghi a partecipazione anche di Forza Italia.

“In alcuni momenti se n’è parlato”, ha risposto la figlia di Berlusconi più impegnata nel sociale ed estimatrice di Giorgia Meloni, che “sotto il profilo storico ha segnato un prima e un dopo” già quando viveva ancora suo padre Silvio. Ma se ne parlò “per ragionamenti messi in campo da altri, non da me”, ha precisato l’intervistata aggiungendo che “non lo farò”, cioè non si candiderà, perché quella politica “è una responsabilità enorme, non è una staffetta”. “Pensare di entrarci solo per il cognome non ha senso”, ha insistito pensando -chissà- anche o soprattutto ai due figli di primo letto del padre, Marina e Pier Silvio, che sono ricorrentemente raccontati dai giornali come tentati dall’avventura politica del padre.

Di Pier Silvio si è persino scritto dell’attesa di avere i 58 anni del padre dell’esordio in politica. Li compirà, guarda caso, nella primavera del 2027, quando Giorgia Meloni potrebbe chiedere al presidente della Repubblica di anticipare di qualche mese la conclusione della legislatura per ragioni di opportunità tecnico-finanziaria, dando al nuovo governo, presieduto da lei stessa o da altri nella improbabile alternativa perseguita dagli oppositori, più tempo per la preparazione della legge annuale di bilancio.

“Vede eredi di Silvio Berlusconi?”, ha inferito l’intervistatrice. “No, in questo momento no. Almeno, non con quella capacità di visione”, ha risposto Barbara infierendo, volente o nolente, anche lei. Non proprio il massimo, forse, per l’attuale segretario del partito berlusconiano Antonio Tajani, anche vice presidente del Consiglio, ministro degli Esteri e persino iscritto già da qualche retroscenista con il solito, largo anticipo alla prossima edizione della corsa al Quirinale, nel 2029.

Ma, ancor peggio che per Tajani, in fondo provvisto di un lungo e rispettabile curriculum politico procuratogli da Silvio Berlusconi, il giudizio di Barbara mi sembra francamente pesare di più sui fratelli, volendoli immaginare sia come direttamente impegnati in politica sia come ispiratori, finanziatori e quant’altro di un ricambio generazionale piò o memo…occhiuto di Forza Italia, propiziatore di un ritorno almeno al 20 per cento dei voti da quel modesto 8,1 per cento delle ultime elezioni politiche, nell’autunno del 2022. Quando Tajani era solo il vice presidente, coordinatore e quant’altro di un partito ancora saldamente identificato nella persona, nel pensiero, nell’azione, nei sentimenti, nelle emozioni del fondatore. Cioè di Silvio Berlusconi.

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