Fatti, nomi, numeri, curiosità e polemiche. I tweet di Michele Arnese, direttore di Start, non solo su Arcuri
PILLOLE DAL PALAZZO
Conte lavora al terzo esecutivo da lui presieduto ma Renzi vuole prima le sue dimissioni, sintetizza Repubblica.
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 5, 2021
BRUXELLES STRATTONA ROMA SUL RECOVERY PLAN
Marco Buti, capo di gabinetto del commissario agli affari economici Paolo Gentiloni, ha avvertito: in Italia si sta discutendo su “chi” deve gestire, anche se prima di tutto andrebbero definiti i progetti e i piani di realizzazione (il “cosa” e il “come”). (Fonte: Sole 24 Ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 5, 2021
LE CASSE PER LA CASSA
La nuova tranche di 18 settimane di Cig in deroga, secondo le prime stime, ha un costo intorno ai 5 miliardi, e ha l’obiettivo di rafforzare l’attuale Cig in deroga Covid-19. (Fonte: Sole 24 Ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 5, 2021
COME SFRECCIA LO STATO (FRANCESE) IN STELLANTIS CON EXOR
Primo azionista di Stellantis sarà Exor con il 14,4%, seguito dalla famiglia Peugeot che avrà il 7,2%. Alle spalle lo Stato francese che deterrà il 6,2% e i cinesi di Dongfeng con il 5,6%. (Sole 24 Ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 5, 2021
BABELE SCUOLA
Veneto, Friuli Venezia Giulia e Marche hanno già deciso di prorogare la didattica a distanza al 100% fino al 31 gennaio. In Campania si prevede un rientro a tappe fino al 25, mentre Toscana e Sicilia sono pronte al ritorno a una parte delle lezioni in presenza dal 7. (Corsera)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 5, 2021
Gli studenti delle scuole superiori non torneranno in classe il 7 gennaio, neppure al 50%. Il governo dopo una giornata caotica e uno scontro durissimo in consiglio dei ministri ha deciso che si ricomincerà l’11 gennaio.
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 5, 2021
IL PIANO ANTI PANDEMIA DEL GOVERNO? IL BEL TEMPO
"Finora il Paese ha continuato ad andare avanti, salvo settori economici che però stanno ricevendo i ristori. Resistiamo 2-3 mesi, poi col bel tempo tutto sarà meno difficile e milioni di persone saranno vaccinate", dice il sottosegretario alla Salute, Zampa (Pd).
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 5, 2021
ARCURI & ARCURITE
VACCINAZIONE DIGITALE
"Il sistema informativo entrerà a pieno regime e servirà a prenotarsi, governare la somministrazione, la sua accountability e la farmaco-vigilanza", scrive il commissario Domenico Arcuri al Corriere della Sera.
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 5, 2021
Niente Primule alla Conte in Israele. Solo “Drive-in vaccination” https://t.co/h4jG4TXKn0
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 4, 2021
“Le siringhe ricevute da Arcuri per i vaccini non sono in parte utilizzabili perché sono troppi grandi”, dice un medico dell’ospedale di Sesto San Giovanni ora in collegamento a L’Aria che tira (oggi non condotta da Myrta Merlino)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 4, 2021
QUI VENETO
"Molta gente si è convinta che il virus sia un problema degli ospedali e non della comunità. Ci arrivano segnalazioni di persone positive o in quarantena che non stanno a casa", dice Luca Zaia (Lega), presidente del Veneto.
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 5, 2021
"Abbiamo un’anagrafe vaccinale che ci consentirebbe di avere il passaporto sanitario in tempo reale. E poi amo essere previdente. Per il timore di rimanere senza, ho fatto comprare le siringhe. Ne abbiamo in magazzino più di un milione", dice Luca Zaia, presidente del Veneto.
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 5, 2021
QUI LOMBARDIA
L’assessore al Welfare, Giulio Gallera (FI), ha i giorni contati. Al suo posto potrebbe essere nominato un tecnico, Gian Vincenzo Zuccotti, preside della facoltà di Medicina all’università Statale di Milano. Salvini ha fretta, Fontana prende ancora tempo. (fonte: Corsera)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 5, 2021
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LA LETTERA DI ARCURI AL CORSERA:
Gentile direttore,
rispondo volentieri alle domande che Antonio Scurati mi ha rivolto ieri dal suo giornale. Non perché «le pretende», ma perché è un dovere nei confronti dei lettori e un’imperdibile occasione per fare chiarezza sul piano vaccinale.
Pfizer è la sola azienda autorizzata a immettere in commercio il proprio vaccino, lo distribuisce ai Paesi in percentuale alla loro popolazione A noi spetta il 13,46%; riceviamo quindi 470mila dosi alla settimana. Saremmo i primi a volerne molte di più. Perciò aspettiamo Moderna: sarebbero altre 20 milioni di dosi
Per vaccinare il numero massimo di cittadini italiani nel tempo più breve possibile servono un numero adeguato di vaccini, un piano logistico e organizzativo efficiente e strutture capaci di somministrare le due dosi rapidamente e nel corretto intervallo. Partiamo dai vaccini. L’Italia ha promosso un sistema centralizzato, conferendo all’Ue la responsabilità di negoziare con le aziende produttrici, di acquistare il massimo numero possibile di dosi e di ripartirle fra i Paesi membri in percentuale alla popolazione. A noi tocca il 13,46%. Non solo: tutti i Paesi si sono impegnati a non procedere ad acquisti diretti. È stata ed è una bella pagina dell’Europa. Sono stati opzionati i vaccini di 6 aziende che porterebbero in Italia 178 milioni di dosi quest’anno e 48 nel 2022. Poi serve che l’autorità di certificazione europea, l’Ema, e quella italiana, l’Aifa, ne autorizzino l’immissione in commercio. Sino ad oggi l’Ema ha autorizzato soltanto il vaccino prodotto da Pfizer-BioNTech. Nei prossimi giorni tutti facciamo il tifo perché venga autorizzato quello di Moderna. All’Italia spettano quest’anno 40 milioni di dosi Pfizer: si comincia con 2.349.750 a gennaio e 1.879.800 a febbraio, con una frequenza di 470mila dosi la settimana. Ecco la risposta alla prima domanda: la Pfizer è la sola azienda autorizzata a immettere in commercio il proprio vaccino; lo distribuisce ai Paesi Ue in percentuale alla loro popolazione; all’Italia spetta il 13,46%; riceviamo quindi 470mila dosi a settimana. Saremmo i primi a volerne molte di più. Perciò aspettiamo Moderna: sarebbero altre 20 milioni di dosi per l’Italia.
Dopo il simbolico vaccine-day del 27 dicembre, il primo stock è arrivato cinque giorni fa. È stato attivato l’articolato piano logistico e organizzativo che abbiamo predisposto. In poche ore i vaccini, insieme a siringhe, aghi e diluenti, sono stati consegnati ai 293 punti di somministrazione preposti alla vaccinazione. Che spetta alle Regioni. Basterebbe andare sul nostro sito che informa i cittadini sull’andamento della campagna di vaccinazione per conoscere gli indirizzi di questi centri. Il piano per la vaccinazione è stato approvato dal Parlamento il 2 dicembre. Contiene alcune importanti decisioni. Il vaccino è gratuito per tutti e non è obbligatorio per nessuno. Sono individuate le categorie dei cittadini da vaccinare nel corso del tempo in funzione di due parametri: il livello di esposizione potenziale al contagio e la fragilità. Prima il personale sanitario e sociosanitario dei presidi ospedalieri, con l’obiettivo di far diventare «Covid-free» i nostri ospedali, nonché il personale e gli ospiti delle Rsa, perché non siano mai più teatro di quei terribili focolai. Un milione e 800 mila persone a cui contiamo di somministrare entrambe le dosi entro il prossimo mese. A febbraio partiremo con le persone che hanno più di 80 anni, oltre 4 milioni. Poi saranno vaccinati gli anziani dai 60 agli 80 anni, le forze dell’ordine, gli insegnanti e il personale scolastico, i fornitori di servizi pubblici essenziali, gli operatori del trasporto pubblico locale, il personale carcerario e i detenuti. E, infine, il resto della popolazione. Serviranno milioni di dosi (fino a 120 per tutti gli italiani) e, quando ci saranno, sarà avviata la campagna di vaccinazione di massa, che speriamo di concludere in autunno. I punti di somministrazione diventeranno 1.500, uno ogni 40mila abitanti. Il sistema informativo entrerà a pieno regime e servirà a prenotarsi, governare la somministrazione, la sua accountability e la farmaco-vigilanza. Ma allora perché i comportamenti delle regioni nella tempistica della somministrazione sono al momento asimmetrici? In qualche caso sono stati utilizzate il 50% delle dosi ricevute, in qualche altro il 3%? Sono passati solo 4 giorni dall’inizio della campagna, è davvero presto e sarebbe strumentale fare già consuntivi. Sono certo che lo spirito di collaborazione che abbiamo messo in campo porterà rapidamente ad azzerare queste asimmetrie. E se così non sarà di certo non mi esimerò dal denunciarlo.
In queste prime settimane i destinatari dei vaccini sono i medici, gli infermieri e le Rsa. Poi serviranno dei rinforzi. Abbiamo avviato una «call» pubblica e ricevuto 22mila candidature di medici e infermieri. Quattro giorni fa è entrata in vigore la norma che ci consente di attivarli. I primi saranno formati ed inviati sui territori entro la fine del mese. Per raggiungere la fatidica immunità di gregge servono i vaccini, un piano e la capacità di somministrarli in fretta. Non servono astrazioni o pregiudizi. Perché, ne sono certo, uscire da questo tunnel lo vogliamo tutti. Al di là dei ruoli di ognuno. E quell’epopea di rinascita e rigenerazione non basta invocarla. Dobbiamo tutti contribuire affinché accada.
Domenico Arcuri
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