Tra le prime a rilanciare la notizia a livello globale è stata ieri sera la testata digitale Axios: l’Iran ha lanciato ieri un attacco su Israele con 181 missili balistici in una doppia ondata che è stata parzialmente neutralizzata non solo dalle difese aeree dello Stato ebraico ma anche da due incrociatori della marina Usa e da jet britannici.
Ancora più forte
L’attacco di ieri è stato ancora più massiccio di quello sferrato dalla stessa Repubblica islamica ad aprile, non solo per l’impiego esclusivo di missili balistici ma anche perché ad essere presi di mira sono stati stavolta Gerusalemme, Tel Aviv e altre zone densamente abitate del centro e del Sud del Paese. Secondo il Times of Israel le esplosioni si sarebbero udite fino alla valle del Giordano.
Come riferisce Cnn, oltre a due basi dell’aviazione e al quartier generale del Mossad, che sarebbe stato però solo sfiorato, sono state centrate una scuola e dei ristoranti.
Ciononostante, riferisce il Times of Israel, si registra un solo decesso, paradossalmente di un palestinese colpito da una scheggia in Cisgiordania, mentre due cittadini israeliani sono rimasti feriti.
Ma il bilancio poteva essere molto più pesante, considerati i soli dodici minuti impiegati dai missili per raggiungere i loro obiettivi dal lontano Iran. L’effetto inoltre è stato mitigato dall’avvertimento lanciato dagli Usa a Tel Aviv sin dal primo pomeriggio.
Scudo efficace
Proprio come ad aprile, fondamentale è stato il ruolo dei sistemi di difesa antiaerea in dotazione a Israele, in particolare di quello chiamato la fionda di David, che a differenza dell’Iron Dome è progettato per intercettare anche missili da crociera e balistici, e di quelli chiamati Arrow 2 e Arrow 3, che intercettano i loro bersagli fuori dell’atmosfera.
Ma fondamentale è stato anche l’aiuto americano, confermato da un portavoce del Pentagono e poi dallo stesso segretario alla Difesa Austin che, come riferisce la Bbc, hanno parlato di una dozzina di intercettori partiti dagli incrociatori presenti nel Mediterraneo orientale. L’attacco iraniano è stato monitorato in prima persona dalla Situation Room dal presidente Biden e dalla sua vice Harris.
Il consigliere per la Sicurezza Nazionale Sullivan ha parlato di un attacco “sconfitto e inefficace” pur ammettendo che si è trattato di una “significativa escalation” da parte di Teheran.
Ma a intervenire in soccorso di Israele è stata anche l’aviazione di Londra, come ha spiegato ieri sera il segretario alla Difesa britannico Healey.
La Bbc riporta inoltre che alcuni vettori sono stati intercettati mentre erano in volo sopra Amman, lasciando presumere anche questa volta una partecipazione della Giordania alla difesa di Israele.
Una conferma è arrivata in serata attraverso una dichiarazione del Direttorato per la Pubblica sicurezza che ha reso noto che “l’aviazione reale giordana e i sistemi di difesa aerea hanno reagito a un certo numero di missili e droni che sono entrati nello spazio aereo giordano”. A riportarlo è ancora il Times of Israel.
L’attentato
Decisamente più letale è stato l’attentato compiuto da due terroristi a Giaffa che ha provocato sette morti e diciassette feriti di cui alcuni in gravissime condizioni.
Al grido di Allah akbar, i terroristi sono scesi da un tram e hanno colpito passeggeri e passanti con un fucile automatico e un coltello. I due uomini, che risultavano essere di Hebron, sono stati poi neutralizzati dalla Polizia e da un cittadino armato.