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Arte Della Guerra

L’arte della guerra (e gli errori di Putin)

“L’arte della guerra” di Sun Tzu letto da Tullio Fazzolari

“Non puoi tenere a lungo le truppe in battaglia senza causare gravi danni allo Stato… ”. A giudicare dall’aggressione all’Ucraina né Putin né i suoi generali sembra abbiano letto questa regola fondamentale scritta quasi tremila anni fa dallo stratega cinese Sun Tzu. E, a quanto pare, ne ignorano anche la traduzione più moderna: “Mai una guerra prolungata ha portato vantaggi a nessun paese”. E se Putin continua a non capirlo dopo oltre quattro mesi di conflitto si spera ne tenga maggior conto l’Occidente: va bene mandare armi per evitare che gli ucraini siano sconfitti ma sarebbe ancora meglio arrivare a una trattativa diplomatica per fermare bombardamenti e massacri.

Di fatto è quello che suggerisce “L’arte della guerra” di Sun Tzu piccolo libro (l’originale conta appena 40 pagine di aforismi) diventato però un grande classico della strategia. Negli ultimi decenni ha praticamente soppiantato quello che in precedenza era considerato un testo sacro di ben 600 pagine e cioè “Della guerra” di Carl von Clausewitz. In realtà, Sun Tzu è stato scoperto tardi. La prima traduzione italiana di cui si ha memoria è del 1964 pubblicata dalle edizioni del Borghese. Poi però la crescente attenzione verso la Cina lo ha fatto diventare un fenomeno editoriale. “L’arte della guerra” è stata arricchita di introduzioni e commenti in modo da raddoppiare o quasi il numero delle pagine. Non senza qualche forzatura ne è stata elaborata una versione a uso dei manager. Per divulgare Sun Tzu sono stati prodotti video e perfino cartoni animati. Hanno ristampato “L’arte della guerra” editori piccoli e grandi con un’offerta che va dall’edizione di lusso che costa circa 50 euro ai tascabili a bassissimo prezzo.

L’ultima edizione (2M, 68 pagine, 4,90 euro) è uscita un mese fa mentre già imperversava la guerra in Ucraina. Per gli appassionati di strategia rileggere Sun Tzu è un’occasione per constatare che, nonostante tutto, l’antico generale cinese è più attuale di Clausewitz. Mentre il primo afferma che le vere vittorie sono quelle ottenute senza combattere, il secondo sostiene che se non si usa la forza si lascia campo libero al nemico. Putin ha dato retta a Clausewitz e non sembra abbia fatto la scelta giusta. Anche se lo studio della strategia non coinvolge più di tanto, è però interessante mettere a confronto gli aforismi di Sun Tzu con le decisioni del Cremlino. Per esempio: “Conosci te stesso e conosci il tuo nemico”: Putin invece ha sopravvalutato il potenziale dell’esercito russo e sottovalutato la determinazione a difendersi degli Ucraini. E ancora: “Costruisci un ponte d’oro al tuo avversario per consentirgli di ritirarsi” ma a Mariupol non è andata così. Quanto alla cosiddetta catena di comando Sun Tzu dice che “la vittoria si ottiene quando ci sono un generale capace e un sovrano che non interferisce”: tutto il contrario di quello che ha fatto Putin sostituendo uno dopo l’altro generali evidentemente incapaci che però aveva scelto lui stesso. “L’arte della guerra” lascia infine qualche speranza: “Nel mezzo del caos c’è anche l’opportunità”. Purché sia prima possibile un’opportunità di pace.

 

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