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Armi all’Ucraina tramite la Nato e licenziamenti statali, ecco le ultime mosse (anche fumose) di Trump

Che cosa ha annunciato e ha deciso Trump su armi all'Ucraina e tagli al Dipartimento di Stato. Tutti i dettagli

Praticamente da mesi, da quando si è nuovamente insediato alla Casa Bianca, ogni giorno si aspetta il momento in cui Donald Trump farà dichiarazioni su qualche argomento. Dalle guerre in Ucraina o a Gaza a quella commerciale con tutto il mondo, dagli scontri con i democratici alle lotte contro i giudici, i migranti e così via. Dopo una nuova offensiva sui dazi, nelle ultime ore è stato il turno, per Trump, di parlare e agire sia sul conflitto ucraino sia sul fronte interno.

TRUMP MANDA LE ARMI ALL’UCRAINA E FA PAGARE LA NATO

Il presidente degli Stati Uniti ha infatti annunciato di aver stretto un accordo con la Nato per inviare nuovi sistemi d’arma a Kiev. In particolare, si tratta dei Patriot, la difesa aerea richiesta da Volodymyr Zelensky per cercare di fare scudo contro i droni e i missili russi che ogni giorno cadono sull’Ucraina.

A pagare, ha detto Trump, “al cento per cento” sarà la Nato, che poi girerà a Kiev le armi. Tuttavia, non sono ancora chiare le modalità di questo passaggio. Come sottolineato da Ap, l’Alleanza Atlantica “non invia armi all’Ucraina, né ne possiede o ne gestisce altre – questo compito spetta ai suoi 32 paesi membri – ma coordina le consegne di armi a un hub logistico in Polonia, al confine con l’Ucraina”. Le armi della Nato sono le armi dei singoli paesi, che rientrano nei bilanci nazionali. Quindi non è chiaro cosa intende Trump, tanto che si parla ancora di una dinamica “in fase di elaborazione”.

Interpellata sull’argomento, la portavoce della Nato, Allison Hart, è rimasta vaga: “Gli alleati continuano a lavorare per garantire che l’Ucraina abbia il supporto necessario per difendersi dall’aggressione russa”. E “questo include sforzi urgenti per ottenere forniture chiave dagli Stati Uniti, tra cui difesa aerea e munizioni”.

LO STRATAGEMMA USA

Di base, secondo i piani della Casa Bianca, le armi Usa già presenti in Europa, specie i sistemi Patriot, in uso ad alcuni paesi potrebbero essere girate all’Ucraina. Per poi essere ordinate nuovamente dalle capitali del Vecchio Continente a Washington. Come confermato dal segretario di Stato Usa, Marco Rubio: “È molto più veloce trasportare qualcosa, ad esempio, dalla Germania all’Ucraina che ordinarlo da una fabbrica Usa e farselo arrivare lì”. Uno stratagemma evidentemente conveniente per gli Stati Uniti. Alcuni paesi europei sarebbero già in trattativa con gli Usa per comprare Patriots e girarli a Kiev, come la Germania e la Norvegia. Altri ancora potrebbero unirsi alla lista, anche su altre armi. In questo modo Kiev avrebbe le sue armi, Trump avrebbe i suoi soldi, ma gli europei finirebbero in mezzo.

Ad ogni modo, i dettagli non sono chiari. Ci si può basare per adesso solo sulle dichiarazioni di Trump. Perché un’altra possibilità è che sia effettivamente la Nato a rimborsare i costi. Nato che è finanziata dai contribuiti dei suoi paesi membri, quindi Stati Uniti in testa e non solo gli europei. Ciò che sembra certo, però, è al momento un cambio di postura di Trump sull’Ucraina, deluso dalla Russia che continua a bombardare e dallo stallo negoziale. Fattore che ha convinto il presidente Usa a ricominciare il flusso di armi americane verso Kiev.

I TAGLI AI DIPENDENTI DEL DIPARTIMENTO DI STATO

Dal fronte esterno a quello interno. Perché l’amministrazione Trump ha annunciato drastici tagli al Dipartimento di Stato. Sono già partiti i licenziamenti, che riguarderanno oltre 1.300 persone tra funzionari statali e funzionari del servizio esterno. Le lettere di licenziamento sono state mandate via mail ai diretti interessati. Si tratta, a quanto pare, di una riforma radicale del Dipartimento che rientra sempre nella lotta alle spese pubbliche e al ridimensionamento del governo federale.

E in totale, a quanto pare, i numeri dei dipendenti tagliati toccherà quota 3.000, tra cui molti diplomatici. I tagli riguarderanno circa il 15% del personale e l’eliminazione di interi uffici. L’obiettivo è di snellire un dipartimento “gonfio” ma anche quello di rendere il Dipartimento allineato alle priorità del presidente e di questa amministrazione. Ma sono in molti, tra democratici, ex ambasciatori e analisti, a ritenere la scelta di Rubio e della Casa Bianca molto pericolosa. Il rischio di vedere diminuire l’influenza e la reputazione degli Stati Uniti nel mondo è infatti alto.

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