Le recenti mosse diplomatiche dell’Arabia Saudita evidenziano una crescente tensione nelle relazioni internazionali, in particolare tra il blocco occidentale e i suoi alleati non tradizionali. La minaccia saudita di liquidare investimenti significativi nel debito europeo, in risposta alla decisione del G7 di sequestrare gli asset russi congelati, segna un ulteriore passo nella complessa scacchiera geopolitica globale. La strategia del Regno sembra dettata non solo da una solidarietà con la Russia, ma anche da un calcolo strategico più ampio che coinvolge la salvaguardia dei propri interessi economici e politici.
ARABIA SAUDITA E RUSSIA: UNA COLLABORAZIONE NON NUOVA
La collaborazione tra Arabia Saudita e Russia non è nuova. I due Paesi, entrambi membri chiave dell’OPEC+, hanno già dimostrato una solida alleanza nel settore energetico, concordando tagli alla produzione di petrolio per mantenere elevati i prezzi del greggio. Tuttavia, l’intesa sembra estendersi oltre il semplice interesse economico, includendo anche una componente politica che riflette le crescenti preoccupazioni saudite circa la possibilità che l’Occidente possa utilizzare pretesti come i diritti umani per colpire le loro riserve e investimenti.
TUTTE LE MINACCE DELL’ARABIA SAUDITA AGLI STATI UNITI E ALL’EUROPA
Le riserve valutarie dell’Arabia Saudita, che ammontano a circa 445 miliardi di dollari, e la loro posizione come uno dei maggiori detentori di titoli del Tesoro statunitensi, indicano il potenziale impatto destabilizzante che una simile mossa potrebbe avere sui mercati finanziari globali. In un contesto in cui l’Occidente ha già utilizzato sanzioni economiche come strumento di pressione politica contro la Russia, la risposta saudita segnala una chiara volontà di utilizzare la leva finanziaria come mezzo di contrattacco e difesa preventiva.
L’approccio dell’Arabia Saudita non si limita alla minaccia di svendere titoli di stato europei. Già nel gennaio 2023, il Regno aveva annunciato l’intenzione di esplorare la possibilità di commerciare il proprio petrolio in valute diverse dal dollaro USA, aprendo la porta a trattative con la Cina per l’utilizzo dello yuan. Questo rappresenta un chiaro tentativo di diversificare le proprie opzioni economiche e ridurre la dipendenza dall’egemonia finanziaria occidentale.
IL CONTESTO POLITICO E IL RUOLO DELLA CINA
Il contesto politico attorno a queste mosse è altrettanto significativo. La retorica del presidente Biden contro l’Arabia Saudita, in particolare riguardo all’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi, sembra essersi notevolmente ammorbidita. Parallelamente, l’Arabia Saudita è stata posta al centro di nuovi sviluppi diplomatici, come il processo di normalizzazione dei rapporti con Israele e il possibile ruolo nel futuro governo della Striscia di Gaza, dimostrando come il Regno riesca a giocare su più tavoli contemporaneamente per consolidare la propria posizione internazionale.
Le pressioni esercitate dalla Cina e dall’Indonesia in linea con quelle saudite sottolineano un cambiamento più ampio nelle dinamiche globali, dove le potenze emergenti e regionali cercano di affermare la loro influenza contro un ordine internazionale dominato dagli interessi occidentali. Questo scenario di crescente multipolarità indica un futuro in cui le alleanze e le rivalità saranno sempre più complesse e dinamiche, con un impatto significativo sulle strategie di politica estera e sugli equilibri economici mondiali.