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Tajani

Vi racconto sfide e mire di Tajani con Forza Italia

Chi c'era e che cosa si è detto alla tre giorni azzurra di Paestum. La nota di Paola Sacchi.

“Senza fare crisi, smargiassate o interviste minatorie, noi siamo sicuri di quello che vogliamo. Forza Italia arriverà tra uno o due anni al 20 per cento”. Con toni moderati ma determinati, al tempo stesso, Antonio Tajani, segretario nazionale di Forza Italia, conclude la tre giorni azzurra di Paestum che rilancia il partito verso il futuro. Sempre nel segno di Silvio Berlusconi, il presidente, il cui nome resterà nel simbolo di FI. Tajani rilancia di fatto con il partito anche la sua stessa leadership, che non appare di transizione. Indossa un pullover blu, look che ricorda molto “Silvio”. Ma è il primo ad esser consapevole che “c’è un solo presidente”, tant’è che con realpolitik ha fatto mettere nello statuto la figura del segretario, da lui rappresentata.

Tajani, come, con stile pragmatico-brianzolo, ha detto giorni fa a Il Corriere della sera Paolo Berlusconi, fratello del Cav, “è l’uomo designato da Silvio”, con l’obiettivo di portare FI verso il futuro, come partito di centro “che equilibri FdI e Lega”. In poche parole Paolo Berlusconi, precisando ancora una volta che nessuno della famiglia intende scendere in politica, ha sintetizzato essenza e strategia di FI. Ovvero, come ha detto Marina Berlusconi e ha ricordato Tajani, “una delle più importanti realizzazioni” dell’ex premier, fondatore del partito azzurro e del centrodestra.

Tajani nel segno di Berlusconi rilancia Forza Italia al centro, in un quadro bipolare. Rilancia, come è messo nero su bianco nel documento approvato dal Consiglio nazionale, “le idee riformiste, liberali, cristiane, garantiste, europeiste, atlantiche che definiscono l’identità di Forza Italia e che ne fanno un movimento politico unico”. Un movimento che, ricorda il leader azzurro, “rappresenta con orgoglio in Italia la maggiore famiglia politica europea, quella popolare e liberale del Ppe”. Ma il centro rappresentato da FI non è quello terzista alla Renzi o Calenda.

Forza Italia si definisce “chiaramente alternativa alla sinistra in Italia e in Europa e parte integrante del centro-destra, una coalizione politica nella quale noi crediamo fino in fondo proprio perché è stata una grande intuizione del Presidente Berlusconi”. Ma, viene sottolineato: “FI è un movimento tuttavia ben distinto anche dai suoi alleati della destra democratica, perché rappresenta – in coerenza con i valori del Ppe – il centro liberale e cristiano, all’interno di un bipolarismo moderno di tipo europeo”.

Nel documento viene poi articolato il programma. Con la riforma istituzionale al primo posto. È scritto: “Per garantire il bipolarismo in Italia, e quindi la stabilità dei governi e la rappresentatività dei cittadini, è indispensabile la grande riforma istituzionale che il Presidente Berlusconi ha chiesto per molti anni e che il governo, con il nostro ministro Casellati, è impegnato a realizzare: l’elezione diretta della guida dell’esecutivo”. Come attuarla? “Noi speriamo che possa essere una riforma condivisa, una volta esaminata nei dettagli in Parlamento, e se necessario migliorata con l’apporto di tutti. Ma nessuno può esercitare quel diritto di veto che in passato ha reso di fatto impossibile qualunque progetto riformatore”.

La stabilità e la rappresentatività dei governi sono ritenute “le chiavi di politiche coerenti ed efficaci sul piano internazionale e su quello interno”. Per quanto riguarda i rapporti internazionali la bussola restano europeismo e atlantismo. Per Forza Italia, “l’Europa e l’Alleanza Atlantica sono le coordinate imprescindibili della politica estera. L’appartenenza europea e atlantica è una scelta di valori ed una necessità strategica”.

Il consiglio nazionale azzurro, quindi, esprime il suo apprezzamento per “il governo, e in particolare il ministro degli Esteri Tajani” che pongono “l’amicizia con gli Stati Uniti, con i grandi paesi europei, con Israele, con le democrazie dell’Indopacifico, con i paesi amici dell’Africa e del vicino Oriente a fondamento della nostra politica estera, orientata a garantire l’ordine liberale internazionale”. Un ordine “messo in pericolo sia dalla politica aggressiva di grandi potenze non liberali (come nel caso ucraino) sia dal dramma incontrollato delle migrazioni”.

Le “migrazioni” vengono definite “un dramma che non si risolve né con la forza né con la retorica dell’accoglienza, ma con la solidarietà europea e l’impegno dell’Occidente per stabilizzare e far crescere l’Africa Subsahariana e le altre zone a più forte pressione migratoria”. Avanti , quindi, con la politica del governo : ” Il piano Mattei costituirà un elemento qualificante del rapporto dell’Italia con quelle aree del mondo”. C’è l’ok anche alla legge di Bilancio, “orientata alla prudenza ma anche alla crescita”. Le non molte risorse “vanno concentrate nella riduzione del cuneo fiscale, nella rivalutazione delle pensioni minime, nella detassazione delle tredicesime, nella sanità e in altre categorie mirate”. Gli obiettivi di legislatura di FI rimangono immutati: “Aumento delle pensioni minime a 1000 euro, progressivo taglio alle tasse fino a realizzare la flat-tax, detassazione delle nuove assunzioni e dei contratti di apprendistato”.

Bussola “da liberali” sono “il realismo e il gradualismo”, nella convinzione che la strada indicata da Forza Italia e da Berlusconi “sia l’unica a far ripartire davvero il Paese”. Viene rivendicato: “È all’impegno in Europa di Berlusconi e di Tajani che l’Italia deve il fatto di essere stata trattata generosamente con le risorse del Pnrr”.

“L’Europa in quell’occasione – si osserva – ha dimostrato di esserci, ora noi dobbiamo dimostrare di saper impiegare quelle risorse che sono un’occasione decisiva per costruire il nostro futuro”. Controllo dell’inflazione e un giudizio secondo il quale “è molto pericoloso l’aumento dei tassi di interesse voluto dalla BCE a questo scopo”. FI la ritiene “una scelta sbagliata, perché l’inflazione questa volta nasce da ragioni esterne al ciclo economico, anzi da una situazione quasi da economia di guerra, e quindi i tradizionali mezzi di controllo della massa monetaria non si stanno dimostrando efficaci”. Al contrario, secondo FI “la stretta creditizia toglie fiato a famiglie e imprese, scoraggia investimenti e consumi, allontana la ripresa e finisce addirittura per paradosso con il diventare essa stessa causa di aumento dei prezzi”.

Per la stessa ragione “non si può colpevolizzare o penalizzare il settore bancario, che però deve essere chiamato a compiere la sua parte con più iniziativa per concorrere allo sforzo complessivo. Uno sforzo che richiede un paese più moderno, più ricco di infrastrutture”. E qui viene ribadito e rilanciato l’impegno per il ponte sullo Stretto di Messina. Impegno che non potrà che suonare musica alle orecchie del ministro delle Infrastrutture e Trasporti, vicepremier, Matteo Salvini. Il Ponte “è fondamentale e porta a compimento un progetto pensato e voluto dai governi Berlusconi ed è per questo che a lui deve essere dedicato”.

Altrettanta attenzione va posta, per FI , alle infrastrutture del Nord e ai collegamenti con l’Europa, “spesso fragili e saturi come dimostrano le emergenze nate dalla frana al Frejus e dai lavori di manutenzione del Monte Bianco”. Per cui “la semplificazione burocratica e normativa, l’utilizzo razionale e sistematico delle tecnologie, di cui si sta ben occupando il ministro Zangrillo, sono condizioni essenziali per rendere l’Italia un paese attrattivo per gli investimenti”. Attenzione massima al tempo stesso per il Sud: “Il mezzogiorno è una priorità assoluta. La ripartenza del Paese non può essere a due velocità, il Sud deve recuperare un ritardo infrastrutturale, nella formazione, negli ammortizzatori sociali. È una terra che produce grandi eccellenze che non sono valorizzate dalle condizioni di contesto in cui devono operare”.

Difesa dell’ambiente “una delle scommesse della nostra generazione”. La transizione ambientale chiesta dall’Europa viene giudicata ” un obiettivo giusto”. Ma, “va realizzato in maniera realistica e soprattutto efficace”. Per cui no a politiche ideologiche. FI ribadisce, in asse con gli alleati, che “non ha nessun senso distruggere le nostre imprese automobilistiche, o peggio ancora penalizzare il nostro patrimonio abitativo, per ottenere risultati irrisori a prezzi molti alti”. No, quindi, all'”ambientalismo ideologico”. Perché “non ci appartiene, ma – come sta dimostrando il Ministro Pichetto – con il buon senso e l’equilibrio si possono realizzare cose importanti”. Sì al nucleare: “Non vi sarà un futuro di energia pulita se non si rimetterà in gioco l’energia nucleare”. Si sottolineano i danni che “politiche ambientaliste ideologiche potrebbero creare a agricoltori e allevatori”. Per l’Università, no al numero chiuso, è definito “prezioso” il lavoro del ministro Anna Maria Bernini.

La giustizia non può non essere centrale anche nella Forza Italia del futuro: “Serve un sistema giudiziario giusto ed efficiente che dia risposte rapide e corrette alla domanda di giustizia, soprattutto in quella civile, e che sia profondamente rispettoso dei sacri diritti della persona in campo penale”. Garantismo al centro sempre del dna azzurro con il rilancio della separazione delle carriere : “Per noi è questione fondante, e deve ispirare imprescindibilmente l’azione di governo. La strada indicata dal ministro Nordio al principio della legislatura rimane per noi la bussola imprescindibile della riforma”. Per cui, “bene le misure sulle intercettazioni e sull’abuso di ufficio presentate in Parlamento, ma il tema della separazione delle carriere rimane ineludibile”.

Giudizio positivo di FI sullo stato della maggioranza: “Stiamo lavorando bene con il concorso di tutti partner di governo”. Ed ora riflettori puntati sui prossimi appuntamenti elettorali. Dalle elezioni suppletive nel collegio che fu di Berlusconi, nelle quali FI ha candidato Adriano Galliani, “la persona che – per vicinanza al nostro Presidente e per il suo legame con quei luoghi – era il designato naturale, con il consenso naturalmente della famiglia Berlusconi”. Qui viene richiamato l’impegno degli alleati : “Il risultato di Monza però non riguarda solo Galliani o solo Forza Italia, è una prova che vede impegnata tutta la coalizione, destinata a vincere insieme”. Quanto al cruciale appuntamento delle Europee, pur nella distinzione di partito, poiché si correrà con il proporzionale, FI ricorda che deve “vincere tutto il centro-destra, ciascuno rivolgendosi al suo elettorato di riferimento”. FI, in Italia come in Europa, “ha il compito di costruire un centro forte, dinamico, rivolto ai moderati, alternativo alla sinistra. Un centro liberale e cristiano basato non sugli slogan, sulle parole d’ordine, sulle promesse, ma sulla cultura del fare, sulla concretezza delle idee, sulla capacità dimostrata di saper mantenere gli impegni”. Omaggio conclusivo a Berlusconi: “È questa la moralità del fare che ci ha insegnato il nostro Presidente, è questa la prima delle sue grandi lezioni sulle quali vogliamo costruire il nostro futuro, sotto la guida seria e responsabile di Antonio Tajani e della squadra da lui chiamata a gestire Forza Italia”. Nel ricordo di Berlusconi, ma da Paestum, dice Tajani, “senza nostalgia, guardando al futuro”.

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