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Cuomo

Il caso Cuomo visto da Gramaglia

Che cosa ha combinato il democratico Cuomo? L’analisi di Gramaglia per Affari Internazionali.

Nella primavera del 2020, appena 16 mesi or sono, quando la candidatura di Joe Biden suscitava più dubbi che entusiasmi, molti pensavano che l’anti-Donald Trump democratico potesse essere proprio quel governatore italo-americano dalla faccia spigolosa, capace di fare molto meglio del presidente nella lotta alla pandemia e di tenergli mediaticamente testa nei loro briefing giornalieri. Ora, invece, la carriera di Andrew Cuomo, 63 anni, governatore dello Stato di New York, appare al capolinea, dopo le dimissioni per una vicenda nel solco della campagna #MeToo, ma che rispecchia pure le antipatie suscitate dai modi spicci dell’ex ministro di Bill Clinton e le polemiche sulle vittime da Covid-19 nella Grande Mela sottostimate, specie nelle case di riposo per anziani.

Si direbbe che una sorta di maledizione pesa sui Cuomo: quando s’avvicinano alla Casa Bianca, inizia il loro declino. Accadde pure a Mario, il padre di Andrew, anch’egli governatore dello Stato di New York – a tre riprese, dal 1983 al 1995 -, candidato in pectore alla nomination democratica nel 1988 e nel 1992, ma mai sceso in lizza (si pensò perché nel suo armadio c’erano scheletri tipici della sua generazione di italo-americani).

L’INDAGINE

Il rapporto d’indagine sulle accuse di molestie sessuali mosse a Cuomo, firmato dalla procuratrice dello Stato, la temibile e agguerrita Letitia James, è lungo 165 pagine. Ma chi decidesse di scorrerlo – il Washington Post lo pubblica integralmente – sappia che non c’è dentro nulla a luci rosse, ma tracce di “una condotta che corrode il tessuto delle nostre istituzioni”, scrive la procuratrice, definendo “eroine” le donne uscite allo scoperto.

James, 62 anni, nera, democratica, che sul fronte fiscale sta pure tentando di incastrare Trump, ha raccolto le testimonianze di 11 donne, molte giovani, nove dipendenti pubbliche – c’è pure un’agente della sicurezza -, solo alcune delle quali sono identificate con nome e cognome. Tutte accusano il governatore di comportamenti inappropriati: battute, allusioni, commenti, contatti fisici tipo palpeggiamenti (mani poggiate sul sedere, più che pacche, o sul seno) e “abbracci” sollecitati e “più stretti del necessario” – una segretaria ricorda: “Mi serrava fino a potere sentire il mio petto contro il suo” -; altre raccontano di baci, o meglio bacetti.

Letitia James nota: “Sono violazioni delle leggi statali e federali”. Cuomo avrebbe pure compiuto abuso di potere, mettendo in atto rappresaglie contro chi contestava le molestie, creando, così, “un clima di paura e di intimidazione”.

LE ACCUSE

Lui nega tutto, cioè nega che i suoi comportamenti siano stati inappropriati; e prova a difendersi pubblicando un video. Ma Charlotte Bennett, una delle sue accusatrici, forse la più determinata, perché già passata attraverso l’esperienza di un’aggressione sessuale, non pensa che sia pentito, ma che non voglia “assumersi le sue responsabilità”.

Bennett sostiene che il governatore le fece esplicite avances di natura sessuale nel giugno 2020, mentre erano nella sede del Congresso statale, ad Albany. Cuomo le chiese se fosse monogama e se avesse fatto sesso con altri uomini; e le chiese pure se per lei fosse un problema la differenza di età nelle relazioni, aggiungendo – racconta la donna – di essere aperto a rapporti anche con ventenni. Sempre Bennett contesta al governatore di averle canticchiato al telefono “Do you love me? Do you love me?”, un motivetto dei Contours popolare all’inizio degli Anni 60. In un audio acquisito dall’inchiesta, la donna risponde apparendo divertita.

Due giorni dopo la pubblicazione del rapporto d’indagine, è partita la prima denuncia penale, fatta dalla donna, identificata solo come un’assistente, che accusa Cuomo di averla ripetutamente messa a disagio dal 2019, baciandola e abbracciandola, fino a metterle la mano sotto la camicetta toccandole il seno mentre erano nella residenza ufficiale del governatore.

SEMPRE PIÙ ISOLATO

Politicamente, la sorte di Cuomo appare segnata, anche se la storia americana è zeppa di viaggi all’inferno e ritorno – basta pensare a Richard Nixon -. Il governatore si è dimesso, pur rigettando le accuse, per tutelare lo Stato di New York e sottrarlo alle turbolenze politiche. Intanto, anche il suo partito lo aveva scaricato, dopo aver avviato una procedura d’impeachment; e il presidente Joe Biden, che lo aveva finora difeso, negli ultimi giorni si è pronunciato per le dimettersi; e lo stesso vale per la speaker della Camera Nancy Pelosi e per il capogruppo dei democratici al Senato Chuck Schumer, newyorchese. La vice di Cuomo, Kathy Hochul, avvocata che prendendone il posto diventa, a 62 anni, la prima governatrice dello Stato, parla di “comportamenti ripugnanti, inaccettabili e illegali”: “Nessuno può essere al di sopra della legge”.

Il New York Times aveva scritto che “Cuomo deve lasciare”, perché s’è “ormai spezzata la fiducia dell’opinione pubblica”, e denuncia, nel modo di fare del governatore, “vena egoistica e bullismo politico”, riconoscendo, però, che con i suoi “Ciao, bella”, Cuomo era anche riuscito a creare consenso.

La maggioranza dei membri dell’Assemblea dello Stato di New York era favorevole all’impeachment, nel caso in cui il governatore non si fosse dimesso. I legali del governatore sostengono che le accuse sono false e che gli investigatori hanno seguito “un’idea preconcetta: sono indagini a senso unico in cui Cuomo viene trattato in maniera iniqua”.

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