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Daraz

Alibaba, ecco le ultime cose turche di Erdogan

Alibaba, il gigante cinese dell'e-commerce, investirà 2 miliardi di dollari in Turchia, nonostante la difficile condizione economica del paese. Tutti i dettagli

 

La Turchia torna ad essere un luogo appetibile per gli investimenti esteri? È quanto si desumerebbe dai nuovi investimenti fatti e annunciati nel Paese da Alibaba, il colosso cinese dell’e-commerce che controlla la piattaforma turca Trendyol. Merito anche del cambio di passo nella politica economica da parte di Erdogan, che gli ha guadagnato il plauso anche della Banca Mondiale.

L’annuncio

Qualche giorno fa ad Ankara è arrivato il presidente di Alibaba Michael Evans ad annunciare un nuovo investimento da due miliardi di dollari in Turchia.

Riferita anche da Reuters, la notizia è giunta al termine di un incontro tra Evans ed Erdogan al quale ha partecipato anche Caglayan Cetin, presidente di Trendyol, la piattaforma turca per l’e-commerce controllata da Alibaba.

Spiegando in un comunicato riportato da Bloomberg che la sua compagnia ha “fiducia nei buoni fondamentali economici” della Turchia, Evans ha reso noto di aver già investito 1,4 miliardi nel Paese attraverso Trendyol. Il presidente di Alibaba ha poi illustrato la sua intenzione di espandere le operazioni di Trendyol , sottolineando che ha il potenziale per diventare leader internazionale del settore.

Senza specificare una precisa tempistica, Evans ha chiarito che i nuovi investimenti saranno destinati alla costruzione di un data center di eccellenza, di un centro logistico ad Ankara e un centro per le esportazioni presso l’aeroporto di Istanbul.

Il successo di Trendyol

Il nuovo investimento di Trendyol arriva in un momento favorevole per la controllata di Alibaba e per l’e-commerce turco in generale, con un volume d’affari che l’anno scorso è salito di oltre il 100% superando gli 800 miliardi di lire turche, pari a quasi il 20% di tutto il commercio del Paese.

Nel 2021 Trendyol ha raggiunto una valutazione di 16,5 miliardi di dollari, raccogliendo fondi da un ampio numero di investitori che include il fondo sovrano di Abu Dhabi, la Qatar Investment Authority, SoftBank e General Atlantic.

Guai nel percorso

Nello stesso anno tuttavia la Turchia ha lanciato un’indagine antitrust sulle attività di Trendyol assestandogli un duro colpo.

Pronunciandosi sulla costituzionalità della regolamentazione turca dell’e-commerce, la Suprema Corte ha emesso una sentenza che sfavorisce di fatto i grandi operatori a vantaggio dei più piccoli.

Nello stesso anno inoltre l’autorità antitrust ha multato Trendyol per 2,3 milioni dollari sostenendo che la società usasse i dati dei venditori terzi per ottenerne un vantaggio.

Si torna ad investire in Turchia?

I nuovi investimenti di Alibaba e il riferimento fatto da Evans ai buoni fondamentali economici della Turchia segnalano, secondo Al Monitor, il mutamento della percezione del Paese a seguito del cambio di passo nella politica economica da parte del governo avvenuto dopo la rielezione di Erdogan.

Sotto la guida del nuovo Governatore Hafize Gaye Erkan, la Banca Centrale ha alzato tre volte di fila gli interessi quest’estate, archiviando anni di politiche eterodosse che avevano causato non solo l’iperinflazione ma anche il tracollo del valore della lira. Superando le sue stesse resistenze, inoltre, a luglio l’esecutivo ha alzato alcune tasse con l’obiettivo di ridurre il massiccio deficit.

È per questi motivi che qualche giorno fa la Banca mondiale ha espresso un esplicito apprezzamento per le nuove politiche economiche turche, annunciando anche un aumento dell’esposizione nel Paese pari a 18 miliardi di dollari.

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