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Meta Farmaci

AI Act, Meta fa il piedino a Lega e M5s?

L'Ai Act sarà approvato definitivamente tra marzo e aprile, con il voto al Parlamento Ue e diventerà legge a maggio, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale Ue. Per questo le Big Tech (specie quelle Usa, le più avanzate in materia) avvicinano il mondo politico. Le elezioni comunitarie dietro l'angolo rendono il quadro ancora più incerto. Fatti e curiosità su Meta

L’Intelligenza artificiale forse non sarà quell’affare da 52 miliardi come Ambrosetti ha recentemente affermato in un mirabolante e dubbio report griffato Microsoft, ma è una gallina dalle uova d’oro, almeno per tutte le Big Tech, questo è innegabile. I principali attori sul mercato si stanno muovendo non solo per accaparrarsi banche dati e algoritmi migliori, ma pure per stringere la presa attorno al legislatore, con la duplice finalità di lasciarsi le mani libere d’agire ed evitare al contempo il più possibile la concorrenza, chiudendo il comparto con norme e leggi ancora tutte da programmare. Lo stesso report di Ambrosetti pareva, grattando la superficie, un modo sottile della Casa di Redmond di spingere privati, ma anche il pubblico, a investire promettendo ritorni a nove zeri.

IL CANTIERE APERTO DELLA LOBBY SULL’AI ACT

Essendo una prateria vergine, ancora tutta da colonizzare tanto dal punto di vista tecnologico quanto da quello legislativo, c’è fermento. Non sorprende perciò che a organizzare dibattiti sul tema, in cui si incontrano politici e i rappresentanti delle grandi aziende, siano per esempio realtà come Utopia, società di consulenza attiva nei campi delle Public Affairs, Media Relations e Digital Strategies.

Una attività di lobby in piena e legittima regola, insomma, come il dibattito sull’AI andato in onda a Largo Chigi, il format di The Watcher Post – la testata di Utopia – che ha riunito attorno allo stesso tavolo Alessandro Giglio Vigna (Lega), presidente della Commissione Politiche dell’Unione Europea della Camera, Antonio Caso, capogruppo M5S in Commissione Cultura della Camera, e Claudia Trivilino, Public Policy Manager Meta.

Il periodo è di quelli importanti: l’Ue si sta muovendo per normare il comparto, il regolamento (qui il testo finale) sarà approvato definitivamente a marzo o aprile, con il voto al Parlamento UE, e diventerà legge a maggio, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale Ue, ma le elezioni ridisegneranno l’Europarlamento e, dunque, la Commissione aprendo la strada a possibili interventi a posteriori.

COSA DICE LA LEGA SULL’AI ACT

Per Alessandro Giglio Vigna la posizione italiana è attendista: “Occorre vedere come si sviluppa il settore e andare a normarlo ma non in modo troppo stringente, come abbiamo concordato con la Francia e la Germania, in contrapposizione con l’idea spagnola che invece chiedeva norme più stringenti. Bruxelles – ha assicurato il leghista – non vuole appiattirsi sulle posizioni di Washington, dove comunque il dibattito è più avanzato”.

COSA DICE META AL LEGISLATORE UE (E A QUELLO ITALICO)

Musica per le orecchie di Claudia Trivilino, lobbista del colosso fondato da Zuckerberg: “Meta ha percepito sin dall’inizio la potenza dell’Intelligenza artificiale adottando un approccio auto-responsabilizzante, per esempio bollando i contenuti realizzati con l’AI”.

“Per noi è importante democratizzare lo spazio dell’Ia – ha spiegato Trivilino -. Con l’Ai Act, che si sta discutendo a livello europeo, si sta andando in questa direzione ma il processo è ancora lungo. Noi rimaniamo a disposizione del legislatore europeo e nazionale per contribuire alla discussione”.

La rappresentante di Meta si dice soddisfatta del dialogo in corso col legislatore comunitario, specialmente “nel momento di passaggio da una regolamentazione che era puramente basata sul rischio a una che ha guardato all’IA come entità nuova. C’è ancora tanto da fare attraverso i codici di condotta e le aziende intendono collaborare”.

“I social – ha detto sempre Trivilino – hanno ancora la stessa mission di 20 anni fa: creare comunità e avvicinare le persone – ha aggiunto -. L’ingresso dell’Intelligenza artificiale può rispondere a nuove esigenze di utenti che vogliano produrre contenuti più ingaggianti e accattivanti ed esprimersi in modi nuovi e creativi, sempre con l’obiettivo di rimanere in contatto come persone e sviluppare il proprio business online. Per questo ritengo che l’Ia sarà la tecnologia costitutiva e fondativa delle piattaforme in futuro.

META SPINGE ANCORA SUL METAVERSO (CHE È UN FLOP)

E poi non poteva mancare la chiosa sul Metaverso, su cui Meta ha investito miliardi (anche in comunicazione, inondando pure il nostro Paese con report sulle ghiotte opportunità economiche, podcast, interviste e spot), puntando evidentemente sul cavallo sbagliato, dato che dopo anni non è mai decollato ed è stato anzi abbandonato dalla maggior parte delle aziende che avevano deciso di scommetterci: “Non dobbiamo dimenticare il Metaverso – prova a resuscitarlo Trivilino -, in quanto estremamente intersecato con l’Ia. L’Ia, infatti, aiuta a immaginare lo spazio intorno a noi, ma è il Metaverso che permette di entrare nelle realtà immersive. Le due tecnologie devono crescere e svilupparsi insieme”.

“Non è semplice normare l’avanzamento tecnologico”, l’avvertimento di Antonio Caso, M5S . “Teniamo presente che sarà una tecnologia molto impattante nel futuro di tutti, specie sul mondo del lavoro”. Nonostante i 5Stelle portino avanti la loro storica battaglia sul reddito di cittadinanza, l’esponente grillino non sembra troppo interessato alle possibili ripercussioni negative dell’intelligenza artificiale generativa: “Bisogna stare attenti a non frenare il progresso: non bisogna affezionarsi alla società attuale, lo dico da politico ma pure da informatico”. Dichiarazione che lascia intendere come la commistione tra politica e informatica sia più osmotica che mai.

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