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Giorgetti

Agli elettori non è piaciuto il sound armocromatico di Elly Schelin

Giorgia Meloni scavalcata dagli avversari nel riconoscimento del successo nei ballottaggi alle comunali. I Graffi di Damato

 

Questa volta gli avversari di Gorgia Meloni non possono neppure accusarla di avere esagerato mettendosi in posa fra i divani, gli stucchi, gli specchi e quant’altro di Palazzo Chigi per commentare a caldo, anzi caldissimo, la vittoria del “centrodestra” nei ballottaggi comunali di ieri. Così lei stessa ha tenuto a definire la sua coalizione, che alcuni amici di partito e analisti preferiscono chiamare “destra-centro”.

La premier è stata persino scavalcata nei giudizi sui risultati elettorali da chi la combatte. Dal “vento della destra” di Repubblica, allusivo anche a quello venuto dalla Spagna con la disfatta amministrativa del premier socialista costretto lui stesso ad alzare la posta imboccando la strada delle elezioni politiche anticipate, si passa alla Meloni che “stravince” nel titolo di apertura della Stampa.

Dalla “Caporetto della sinistra” su Domani, il giornale di Carlo De Benedetti in edizione “radicale” inteso come massimalista, si passa al “trionfo delle destre” nel titolo del Fatto Quotidiano.

Impietosamente sul Corriere della Sera l’editoriale di Roberto Gressi comincia annunciando la “doccia gelata per Elly Schlein”, che viene tuttavia graziata nel titolo dove si lamenta “la sfida mai partita” dalla nuova segretaria del Pd a Giorgia Meloni. La quale dove si presenta, trovando il tempo anche per qualche comizio fra i tanti impegni internazionali e nazionali di governo, porta voti ai suoi candidati e agli alleati.

La Schlein invece, su pressante invito del candidato del Pd a sindaco di Vicenza, ha dovuto tenersi lontana dalla città per consentirgli di vincere la partita, peraltro con soli 500 voti di scarto: l’unica chiusa a vantaggio del Nazareno, entrato secondo Stefano Folli, su Repubblica, nel “nuovo anno zero”.

Il Foglio, passato notoriamente dall’originario centrodestra di “tendenza Veronica”, quando questa era ancora la moglie di Silvio Berlusconi, al centrosinistra vero o presunto del Pd di Enrico Letta e ora della Schlein, ha chiesto o raccomandato di “non esagerare” nella lettura dei risultati elettorali a favore di una destra che “un po’ più moderata piace”, mentre non piace “la fuga del Pd dai moderatismo”.

Un’esagerazione deve essere probabilmente apparsa al quotidiano fondato e ancora animato da Giuliano Ferrara il rumoroso titolo del Giornale, di cui egli fu per un po’ anche editorialista, sulla “Schlein” che “rottama il Pd”. E che il vignettista Stefano Rolli sul Secolo XIX ha messo su strada a chiedere “la carità” nei panni che indossa con la consulenza di una cromatonista, o come diavolo si chiama chi l’aiuta a scegliere e abbinare stoffe e colori dei suoi abiti. Il viola quaresimale, del resto, sembra che sia fra i più preferiti da entrambe,

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