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Se i Social Media vogliono diventare editori

Da Facebook a Snapchat: i social media ambiscono ad avere un ruolo chiave nell’informazione e assumono redattori che curano e selezionano notizie I social media sono alle ricerca di nuovi ruoli, come quello di redigere e fornire notizie. Facebook, Snapchat e Instangram non pensano più solo all’intrattenimento e a mettere in contatto i loro utenti,…

Da Facebook a Snapchat: i social media ambiscono ad avere un ruolo chiave nell’informazione e assumono redattori che curano e selezionano notizie

I social media sono alle ricerca di nuovi ruoli, come quello di redigere e fornire notizie. Facebook, Snapchat e Instangram non pensano più solo all’intrattenimento e a mettere in contatto i loro utenti, ma vogliono svolgere anche un ruolo da protagonisti nel mondo dell’informazione. Per le aziende, l’aggiunta di contenuti editoriali ha un fascino ovvio: la cosa potrebbe aiutare le piattaforme a trattenere i loro utenti e ad attrarne degli altri.

Facebook e la censura delle notizie sui Conservatori

Facebook, proprio qualche giorno fa, è stato accusato di boicottare Donald Trump, il candidato per i Repubblicani alla Casa Bianca, e di influenzare le Elezioni Usa. Secondo il partito conservatore americano, i dipendenti di Facebook avrebbero regolarmente censurato notizie riguardanti, appunto, i Repubblicani, escludendole volontariamente dalla sezione che ospita le notizie di tendenza sul social. A puntare il dito contro la piattaforma di Marck Zuckemberg è stato il sito di tecnologia Gizmodo, riportando le parole di un giornalista che avrebbe fatto parte del team ‘News’ di Facebook, e che avrebbe ammesso la condotta.

“E’ inquietante sapere di questo potere di mettere a tacere i punti di vista e le storie che non rientrano nell’agenda di qualcuno” si legge una dichiarazione del Comitato Nazionale Repubblicano, impegnato da mesi nella campagna elettorale per le elezioni Usa.

Le accuse, che hanno generato un certo clamore sia tra i Conservatori sia tra i Liberali, sono state già respinte da Facebook, che si è detto estraneo alla faccenda. Alcuni dipendenti della piattaforma hanno spiegato a Gizmondo che non hanno inserito le notizie in questione tra quelle di tendenza perchè non considerate news abbastanza popolari per quella “vetrina”.

“Facebook è una piattaforma per persone e prospettive di tutto lo spettro politico”, ha scritto sul social, il vicepresidente di Facebook, Tom Stocky, responsabile dei Trending Topics. “Ci sono linee guida rigorose per il team di revisione, volte ad assicurare coerenza e neutralità, le quali non permettono la soppressione di visioni politiche, né il favorire un punto di vista a un altro, o una fonte di news a un’altra”.

La verità sulla questione è difficile saperla, ma quel che è certo, come spiega The New York Times, è che Facebook ha una sua redazione. Ci sono giornalisti e professionisti del settore che curano e selezionano le notizie e colmano le lacune del materiale prodotto dagli utenti. La squadra di redattori è, ovvio, molto piccola rispetto al resto dell’organizzazione, ma c’è e fa delle scelte editoriali che raggiungono un pubblico enorme.

Facebook si è rifiutato di dire quante persone svolgano ruoli editoriali all’interno del suo organico, così come non lo ha rivelato per Instagram, che Facebook possiede. Ma molte altre società hanno fornito alcuni dettagli sulle loro operazioni, che suggeriscono la portata e la varietà delle loro ambizioni editoriali.

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Le ambizioni editoriali dei social media: Snapchat e Twitter

A rilevare l’importanza dei social media di fare informazione è il caso di Snapchat, che ha ammesso che ha ben 75 dipendenti che producono contenuti, raccolgono e recensiscono vide e foto di eventi live. Si tratta di numeri importanti, soprattutto se confrontati a quelli di Twitter. In base ai dati forniti da The New York Times, il social del cinguettio si avvale solo di una decina di persone negli Stati Uniti e una dozzina per il resto del mondo che per raccogliere e descrivere notizie su argomenti di rilievo. Vite, il servizio di video di proprietà di Twitter, si avvale di cinque a 10 persone per evidenziare i video e dei produttori che potrebbero essere stati trascurati dal pubblico, o che la società vuole semplicemente più persone di vedere.

“Sono necessari occhi e orecchie umani per portare a galla una tendenza culturale che una macchina potrebbe non vedere”, ha detto Ankur Thakkar curatore dell’iniziativa editoriale Vine. Più persone si utilizzano, più si coglie l’ambizione del social media a fare informazione.

E come dicevamo, l’ambizione di Snapchat è tanta. Qui il ruolo degli editori coesiste con i professionisti dei media che lavorano altrove sulla piattaforma. Peter Hamby, un ex giornalista politico della CNN, supervisiona un team di sei giornalisti all’interno di Snapchat, mentre le aziende di media – tra cui la CNN – producono contenuti per la funzione Discover del social media.

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