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Perché la Coca Cola diventerà alcolica in Giappone

Della bevanda più famosa del mondo ce n’è per tutti i gusti: l’Original taste per i tradizionalisti in barba a calorie, la Light, la Zero Zuccheri e la Zero Calorie per i più salutisti, al Gusto limone per chi vuole differenziarsi e c’è anche quella senza caffeina. Dalla nascita nel 1886 nel laboratorio di Atlanta…

Della bevanda più famosa del mondo ce n’è per tutti i gusti: l’Original taste per i tradizionalisti in barba a calorie, la Light, la Zero Zuccheri e la Zero Calorie per i più salutisti, al Gusto limone per chi vuole differenziarsi e c’è anche quella senza caffeina. Dalla nascita nel 1886 nel laboratorio di Atlanta di papà Pemberton, la Coca Cola ha cercato di incontrare i gusti di tutti. Ieri è arrivata la notizia che alla ricetta segreta si aggiungerà un ingrediente alcolico mai sperimento prima. Ma gli affezionati al di fuori del Giappone non dovrebbero essere troppo entusiasti di trovare la nuova Coca-Cola alcolica nei loro scaffali. “Si tratterà di un unicum nella nostra storia solo per il mercato giapponese. Coca-Cola si è sempre concentrata sulle bevande non alcoliche, perciò si tratta di un esperimento modesto per una fetta specifica del nostro mercato” ha dichiarato Jorge Garduño, presidente della Coca-Cola in Giappone, in un’intervista pubblicata sul sito dell’azienda.

SI SCRIVE CHU-HI SI LEGGE ALCODRINK

Il colosso di Atlanta inizierà a vendere un Chu-Hi, una bevanda a bassa gradazione alcolica per intenderci. La categoria Chu-Hi si trova quasi esclusivamente in Giappone”, ha precisato Garduño, “a livello globale, non è insolito che le bevande analcoliche vengano vendute nello stesso sistema delle bevande alcoliche”.

PERCHÈ PROPRIO NEL SOL LEVANTE

Il Giappone ha un mercato delle bevande molto competitivo, dove le aziende possono introdurre fino a 100 nuovi drink all’anno. Le bevande in scatola Chu-Hi sono onnipresenti, vendute in negozi, nei distributori automatici e anche in alcuni ristoranti.

Fino a poco tempo fa, la maggior parte delle varietà di Chu-Hi conteneva un basso livello di alcool compreso tra il 3% e il 4%. Ma le bevande con un contenuto alcolico dell’8% o superiore sono cresciute rapidamente. La business unit giapponese di Coca-Cola è una delle più sperimentali, testando ogni anno circa 100 nuovi prodotti. Insieme al nuovo Chu-Hi, quest’anno Coca-Cola lancerà anche il frizzante “The Tansan”, che secondo Garduño “presenta la più forte commercializzazione dei nostri prodotti in questo paese, per raggiungere gli amanti dello scintillio degli adulti attenti alla salute”. L’anno scorso invece ha lanciato Coca-Cola Plus, la bevanda con aggiunta di fibre, pensata per contrastare l’invecchiamento della popolazione giapponese.

LE PREOCCUPAZIONI DEL COLOSSO DI ATLANTA

La Coca-Cola, come i suoi colleghi della soda-industry, si è espansa in segmenti come caffè e frullati per combattere la diminuzione delle vendite di soda e rispondere ai mutevoli gusti dei consumatori.  Anche se le vendite organiche del portafoglio non carbonato della Coca-Cola sono aumentate del 6% per il quarto trimestre del 2017, quelle delle bibite gassate sono rimaste stagnanti. L’anello più debole nella gamma di Coca-Cole pare essere la Diet Coke, le cui vendite soprattutto negli Stati Uniti sono diminuite dell’1,9 dal 2016. Nonostante sia una bevanda a zero calorie, Diet Coke ha faticato a conquistare molti consumatori attenti alla salute. Gli americani stanno diventando sempre più attenti alla propria salute, eliminando lo zucchero dalla loro dieta, di conseguenza bevono anche meno bibite zuccherate. Guardano pertanto con sospetto la Diet Coke e soprattutto i suoi ingredienti artificiali. Ma Coca-Cola non ci sta e punta sempre a re-inventarsi: “Stiamo sperimentando prodotti innovativi di Coca-Cola, con nuovi sapori e nuovi ingredienti in tutto il mondo per portare la bevanda in categorie diverse rispetto al passato” aveva annunciato il numero uno di Coca-Cola James Quincey il mese scorso.

Per il momento non c’è una data di lancio per la Coca-Cola alcolica come ha dichiarato il portavoce della società Scott Leith al Washington Post mercoledì. E non dovremmo nemmeno aspettarci di assaggiarla a breve. “Anche se molti mercati stanno diventando più simili al Giappone, penso che qui la cultura sia ancora molto unica e speciale, quindi molti prodotti che nasceranno qui rimarranno qui”, ha sottolineato Garduño.

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