Il Festival di Cannes ha imposto nuove regole che impediscono, dal 2018, la partecipazione delle procuzioni Netflix & co. al concorso
Il festival di Cannes ha scelto di negare la possibilità di partecipazione al concorso a tutte le pellicole che non vedranno una precisa distribuzione cinematografica. A partire dal prossimo anno, però. La scelta ovviamente andrebbe ad escludere categoricamente tutte quelle produzioni originali destinate alla proiezione su piattaforme di Internet Tv, come Netflix (che quest’anno, tra l’altro, partecipa con alcune produzioni originali). Approfondiamo insieme.
Netflix, la nascita e il gran successo del precursore della Tv on demand

L’ambizione di Hastings non si pone limiti. Dopo aver spedito il miliardesimo DVD negli Stati Uniti, a febbraio 2007, Netflix decide di dare una svolta.Mantiene il servizio di noleggio di film e affianca una piattaforma per lo streaming video, ad abbonamento mensile, senza alcun limite. È la rivoluzione.
È il 2011, poi, l’anno di una nuova svolta. Per sopravvivere al mercato e fidelizzare i suoi venticinque milioni di utenti negli USA, Netflix decide di investire nella produzione originale di serie tv e film. Arriva House of Cards, serie tv basata sull’omonima trilogia dello scrittore inglese Michael Dobbs, che racconta il dietro le quinte della politica britannica. È un successone: tutti gli episodi della prima serie sono rilasciati nel febbraio del 2013 sulla piattaforma online di Netflix e gli utenti decidono di guardare più episodi di una serie tv di fila, senza sosta. La serie viene venduta in tutto il mondo e vince diversi Golden Globe, spronando Netflix a produrre nuove serie tv marchio Netflix Originals.
Sempre nel 2011, Netflix decide di sbarcare in America Latina, ma le infrastrutture per la connessione Internet non sono adeguate rallentando. Un anno dopo la piattaforma conquista gli utenti di Gran Bretagna e Nord Europa. Nel 2014 il servizio è presente in quasi tutti i paesi dell’Unione Europea e da ottobre 2015 è presente anche in Italia.
Una storia con numeri importanti, con fatturato che crescono a doppia cifra e con incassi record fanno di Netflix uno dei titoli più brillanti di Wall Street, con un prezzo delle azioni che è salito, lo scorso anno, del 134%
Festival di Cannes vs Netflix: cosa succede

Un vincolo che non sarebbe nemmeno così tanto grande. Le piattaforme di streaming, Netflix incluso, potrebbero organizzarsi per la distribuzione nelle sale. A rappresentare un problema serio, però, sono le rigide leggi della Francia: possono servire anche sei mesi prima che una release cinematografica possa apparire online o in home video. Tempi troppo lunghi ed anti-economici per le piatteforme.
Il cambio di regolamento sembrerebbe essere arrivato dopo le proteste di alcuni stributori tradizionali di pellicole per l’inclusione di “Okja” e “The Meyorewitz Stories” (produzioni originali di Netflix) nelle lineup di Cannes 2017.
“L’establishment sta alzando muri contro di noi. Guardate Okja su Netflix dal 28 giugno. Un film stupefacente, che le catene dei cinema vorrebbero bloccare dalla partecipazione al Festival di Cannes”, avrebbe scritto su Facebook Reed Hastings, CEO di Netflix. Sembrerebbe che gli organizzatori del Festival abbiano chiesto alla piattaforma di organizzare uno screening nelle sale francesi, ma pare non sia stato possibile giungere ad alcun accordo con Netflix.
D’altronde cambiare modello di distribuzione non sarebbe conveniente alla piattaforma. É raro che l’azienda proietti nelle sale e quando lo fa questo avviene comunque contemporaneamente alla disponibilità in streaming.
Pedro Almodovar: le nuove piattaforme non devono sostituire quelle tradizionali

“Le nuove piattaforme distributive non devono sostituire quelle tradizionali, ma affiancarle. E devono rispettare il formato originale delle opere. Sarebbe infatti un enorme paradosso che un film Palma d’Oro non possa vedersi sul grande schermo! Questo non significa che guarderemo le pellicole prodotte da Netflix (Okja e The Meyerowitz Stories, ndr) con occhi diversi dalle altre, ci mancherebbe. Come cineasta voglio comunque difendere la capacità ipnotica della sala buia, illuminata solo dalle immagini proiettato in grande. La difenderò finché vivrò”, ha commentato la faccenda il regista spagnolo Pedro Almodovar, presidente di giuria del Festival cinematografico.







