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Donald Trump

Ivanka Trump prova con la charme-diplomacy a riallacciare con Seul

La figlia prediletta del presidente americano Donald Trump, Ivanka, è arrivata in Corea del Sud per partecipare alla cerimonia di chiusura delle Olimpiadi invernali. La “charmer-in-chief” (definizione grandiosa rubata alla CNN) ha il ruolo di rappresentare gli Stati Uniti all’evento e soprattutto controbilanciare il peso della presenza alla cerimonia inaugurale della sorella del dittatore nordcoreano…

La figlia prediletta del presidente americano Donald Trump, Ivanka, è arrivata in Corea del Sud per partecipare alla cerimonia di chiusura delle Olimpiadi invernali. La “charmer-in-chief” (definizione grandiosa rubata alla CNN) ha il ruolo di rappresentare gli Stati Uniti all’evento e soprattutto controbilanciare il peso della presenza alla cerimonia inaugurale della sorella del dittatore nordcoreano Kim Jong-un, Kim Yo-jong, che ha riscosso molto successo e apprezzamento per la sua capacità di vivere il contesto, nonostante non fosse abituata ai consessi diplomatici.

Yo-jong era stata la protagonista dell’incontro con il presidente sudcoreano, Moon Jae-in: un passaggio importante nella crisi innescata dalla corsa atomica di Pyongyang e dai potenziali fall-out regionali; aveva portato lei, a mano, la lettera d’invito con cui Kim offriva una visita gratuita della capitale del Nord alla presidenza del Sud. Allo stesso tempo, sempre lei, era stata protagonista del vicenda con cui l’incontro segreto tra il vice presidente Mike Pence e la delegazione nordcoreana presente all’inaugurazione olimpica è saltato all’ultimo minuto.

Il presidente Trump ha già celebrato su Twitter la presenza della figlia come rappresentante americana alla cerimonia, definendola la persona migliore e più intelligente per quel ruolo, ma gli analisti più acidi sottolineano online che il ruolo di Ivanka è stato un tentativo americano di recuperare terreno nei confronti delle strette di mano sorridenti tra Nord e Sud di un paio di settimane fa. Nella simbologia che avvolge il regime nordcoreano, Yo-jong è stata messa in posa, in una foto ufficiale, a braccetto col fratello: una posizione in cui per nessun altro sarebbe stato possibile farsi immortalare.

Forse anche in quest’ottica i top officials della delegazione americana americana sono tre donne: oltre a Ivanka a PyeongChang ci sono la portavoce della Casa Bianca, Sarah Sanders, e la nuova direttrice del desk Corea del Consiglio di sicurezza nazionale, Allison Hooker. Saranno nelle loro mani la possibilità di ricucire i rapporti tra Seul e Washington: i due alleati si trovano piuttosto distanti sul dossier nordcoreano, con gli americani che hanno pronta una nuova ondata di sanzioni devastante, mentre il Palazzo Blu di Seul – dove Ivanka cenerà con Moon e dove due settimane fa era seduta Kim Yo-jong – ha iniziato a mettere in pratica concretamente la politica dialogante da sempre pensata dal presidente. (Sullo sfondo, l’acredine che l’innalzamento dei dazi americani su fotovoltaico e lavatrici – di cui il Sud è produttore secondo solo alla Cina – ha aumentato).

Lo charm di Ivanka, che in Asia gode di una doppia linea di consenso, come imprenditrice e come fashion-icon, dovrà mostrare il lato ragionale, misurato, dell’amministrazione (ne è “la faccia migliore”, commenta sulla CNN Evan Resnick, coordinatore dello Us Program alla S. Rajaratnam School of International Studies), mentre da Washington la Reuters fa uscire per prima la notizia sulla nuova ondata di sanzioni con cui il dipartimento del Tesoro vorrebbero colpire il Nord. In palese disaccordo con Seul, che chiede moderazione perché teme pesanti destabilizzazioni interne, e della Cina, che – nonostante abbia approvato varie risoluzioni sanzionatorie in sede Onu – ora chiede di allentare la pressione.

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