Italia al lavoro ad un decereto legge sulla disciplina e promozione dell’impresa culturale e creativa. E’ tempo che il Bel Paese investa (seriamente) nel settore
Del tema cultura abbiamo fatto sempre sfoggio: siamo portatori di un grande e sterminato patrimonio. Per continuare a produrre cultura, però, serve investire. Tempo e denaro. E’ ora che l’Italia pensi a delle agevolazioni per gli addetti ai lavori. Ma prima di procedere oltre su questo argomento, è giusto sgombrare il campo da un grande equivoco.
Cos’è la cultura?

Numeri importanti: genera 89,7 miliardi di euro
Fatta questa premessa, il grande tema sta nel fatto che chi offre un “prodotto” culturale non sempre (anzi, quasi mai) è organizzato sotto un profilo industriale, si pensi preliminarmente alla tutela e valorizzazione del nostro patrimonio o alle realtà che operano nel settore dello spettacolo dal vivo. Eppure, pur non essendoci alle spalle un’organizzazione industriale i numeri sono tutt’altro che insignificanti.
Alcuni ce li ha offerti la Fondazione Symbola insieme ad Unioncamere: “La cultura partecipa alla ripresa – si legge nel loro comunicato stampa – Il sistema produttivo culturale e creativo fatto da imprese, PA e non profit genera 89,7 miliardi di euro e “attiva” altri settori dell’economia arrivando a muovere nell’insieme 249,8 miliardi, equivalenti al 17% del valore aggiunto nazionale. Un dato comprensivo del valore prodotto dalle filiere del settore, ma anche da quella parte dell’economia che beneficia di cultura e creatività e che da queste viene stimolata, a cominciare dal turismo. Una ricchezza che si riflette in positivo anche sull’occupazione: il solo sistema produttivo culturale e creativo dà lavoro a 1,5 milioni di persone (il 6,1% del totale degli occupati in Italia). E se nel periodo 2011/2015 la crisi si è fatta sentire incidendo in negativo su valore aggiunto e occupati del Paese, rispettivamente con il -0,1% e il -1,5%, nelle filiere culturali e creative la ricchezza è invece cresciuta dello 0,6% e gli occupati dello 0,2%”.
Un ddl per promuovere l’impresa culturale

Immaginare delle agevolazioni per chi “produce” cultura e molto spesso si trova stretto nel crinale tra pubblico e privato, patendo i difetti dei due “modelli” e senza poter godere appieno dei pregi di nessuno dei due, è un autentico investimento sullo sviluppo del Paese. Non a caso ne scrivo su Start Magazine – rivista che, credo, su questo si dovrà interrogare – e non a caso queste proposte legislative partono dal modello delle start up innovative. Un investimento sull’innovazione, un investimento sullo sviluppo, appunto.
Domenico Barbuto
Responsabile relazioni esterne
Associazione generale italiana dello spettacolo (AGIS)



