E’ l’inizio della fine di un’epoca, la Norvegia è pronta a dire addio alla radio ‘analogica’, la data dello ‘switch off’ del sistema FM sarà il 2017. A decretare la svolta storica è stato il Governo Norvegese, dicendo addio alla tecnica di trasmissione cha ha avuto fortuna nel ventesimo secolo, la modulazione di frequenza.
La scelta di Oslo
La Norvegia sarà il primo paese al mondo a passare totalmente al sistema Digital Audio Broadcasting (DAB), tecnologia disponibile nel paese dal 1995, adottandola come standard nazionale. Il passaggio al digitale della Norvegia permetterà trasmissioni di qualità superiore, simili a quelle di un compact disc. L’avvio della procedura di ‘switch off’ individuata dal governo scandinavo è quella dell’11 gennaio 2017 e terminerà il 13 dicembre dello stesso anno.
Innanzitutto è necessario premettere che il territorio nazionale norvegese è coperto dal segnale DAB da almeno un ventennio e attualmente il sistema raggiunge il 99,5% del territorio nazionale. Alla fruibilità del sistema fanno ovviamente eco le abitudini dei cittadini della Norvegia. Secondo il sondaggio dell’agenzia Tns Gallup il 56% degli ascoltatori norvegesi utilizza il digitale quotidianamente e il 55% delle abitazioni già possiede un apparecchio Dab. Discorso differente per la automobili, solo il 20% degli autoveicoli utilizza, per ora, un ricevitore DAB. La scelta del Governo innescherà oltretutto una gara al riciclo, saranno infatti quasi otto milioni gli apparecchi FM interessati
Perché la Norvegia sceglie il digitale?
Senza tanti giri di parole: si risparmia. Il costo di trasmissione FM è otto volte superiore rispetto al DAB. Ad un risparmio a lungo termine si aggiunge sicuramente un incentivo ai consumi nel breve, la scelta infatti obbligherà cittadini ed aziende verso la digitalizzazione, scegliendo dispositivi mediamente più costosi rispetto ai vecchi dispositivi. Oltre a questo vi sarà la disponibilità di più canali accompagnata da una maggiore qualità. Sicuramente le alternative non mancano, visti anche i servizi offerti attraverso i servizi in streaming via internet.
Oslo non è comunque sola, anche inglesi e svizzeri pensano di passare al digitale.