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Informazione. Il futuro nasce da specializzazioni e sinergie

 


STAR MAGAZINE- Diciamolo: per le agenzie stampa il momento attuale non è certo una gran festa. Se è vero che l’irruzione della rete ha costretto l’intero sistema dei media a ripensarsi e a rivalutare obiettivi e risorse, se carta stampata e televisioni godono ancora di un relativo (anche se assottigliato) vantaggio, le agenzie sono sotto assedio dei new media. Per non parlare del fiume delle sovvenzioni statali, o convenzioni che dir si voglia, che di anno in anno si va prosciugando, obbligando le strutture giornalistiche a mutare dimensione e finalità, logiche economiche e culture. In un contesto di strutturale declino dell’industria dei media è quindi legittimo chiedersi cosa bolla nel pentolone dell’Agi, una delle principali agenzie di stampa italiane, e quale sia la ricetta del suo nuovo amministratore delegato Gianni Di Giovanni.


GDG – “Ritengo che ancor prima, in crisi, sia il modello di business, visto che oggi con la maggior parte delle piattaforme web social (Twitter, sopra tutto) si diventa facilmente e molto più economicamente una piccola agenzia. È necessario allora che le agenzie ripensino profondamente il proprio ruolo e si sintonizzino su quello è già  il domani. Bisogna che cambi, di più e più velocemente, la mentalità dei giornalisti, perché se è vero che molti sono già  attivi nel mondo dei social media, la gran parte è ancorata a modelli superati. Anche  gli editori devono fare uno sforzo importante. Piangersi addosso e lamentare il crollo della pubblicità  e degli abbonamenti non mi pare serva molto. Bisogna seguire la regola delle “3R”: Ripensare, Riorganizzare, Rilanciare. Sono arciconvinto che noi italiani, anche nel campo del giornalismo, non abbiamo da imparare niente da nessuno, potremmo anzi insegnare qualcosa. È però necessario cambiare il sistema di fare giornalismo.Serve molta più formazione tecnologica e mentalità internazionale.”


STAR MAGAZINE – AGI agenzia giornalistica italia, è una delle principali news company italiane. Dal 1950 affianca con i suoi notiziari il mondo editoriale, economico ed industriale e persegue una strategia di crescita costante in ambito internazionale, in aree strategiche per il sistema paese, grazie allo sviluppo di tecnologie digitali e ad un network attivo di corrispondenti e partnerships in 40 paesi e news in 6 lingue.

GDG- “Riteniamo sia indispensabile aprire sempre più finestre sul mondo, soprattutto in quelle zone dove c’è poca informazione, come l’Africa, dove noi siamo molto presenti, e come l’Asia, dove abbiamo presenze e accordi importanti con la cinese Xinhua e altre grandi agenzie di stampa dei principali Paesi.

All’estero portiamo quel set di capacità, competenza e tradizioni che hanno sempre fatto del nostro Paese uno dei più amati e rispettati. In moltissimi Paesi, sia in Asia sia in Africa, avere rapporti con noi è molto più facile, diretto ed efficace che con qualsiasi altra compagnia internazionale. Le ragioni sono facilmente comprensibili: c’è chi si porta dietro un passato complesso come inglesi, francesi e americani, mentre noi abbiamo sempre utilizzato, in sinergia con il nostro azionista Eni, la ‘formula Mattei’ con forti criteri di sostenibilità che ci hanno permesso di dialogare al meglio con i nostri interlocutori all’estero.

Riuscire a far sapere in Italia e nel mondo che alcuni Paesi dell’area centrale africana, come il Congo, il Gana, l’Angola, la Nigeria, fino al recente Mozambico, oppure dell’Asia, come il Vietnam o la Cambogia stanno crescendo dal punto di vista economico in maniera esponenziale è per loro ragione di grande interesse. Sapere che l’Agi li aiuta in questo percorso e diventa un momento di importante considerazione e giustifica il ritorno dei nostri investimenti sull’agenzia stessa.

 

Ma soprattutto, ritengo che il profitto e il futuro di un’agenzia di stampa stiano nel cambiamento epocale di mentalità che c’è tra il produrre notizie e il produrre contenuti. Pochi hanno capito la grandissima differenza tra le due cose e, al di là dei numeri in questione, l’Agi si è inserita in questo segmento. Realizzare contenuti, soprattutto di carattere internazionale e multimediale, spaziando dai takes alle immagini, ai video e alla partecipazione attiva dei social network, significa aprire nuovi mercati e produrre ricchezza. Inoltre fa comprendere che oggi ciò che le agenzie devono fare non è la singola notizia, la copertura di un evento, ma l’insieme di attività – compresa la formazione – che servono per creare un contenuto. Questo contenuto rimarrà per molto tempo sulla Rete, creando momenti di approfondimento e di interesse da parte dell’utente, che può essere un’azienda, un’organizzazione internazionale no profit, il governo del Paese straniero… Non c’è più, inoltre, quel principio di mera nazionalità dell’informazione: all’interno della redazione Agi sono già cambiati pesi e misure dei segmenti delle varie redazioni. Politica e cronaca, che un tempo erano le regine del prodotto, oggi sono affiancate dall’economia e dagli esteri, che rivestono un ruolo fondamentale, così come sempre di più chiede il mercato.”

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