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Droni Ucraina

Vi racconto la corsa tecnologica dei droni in Ucraina

L'Ucraina produce 1,3 milioni di droni FPV all'anno. Il doppio dei russi, ma quattro volte meno proiettili e venti volte meno Lancet, i droni kamikaze a lungo raggio. L'analisi di Ugo Poletti.

Quando un paese è sotto un attacco che minaccia la sua sopravvivenza, come è successo all’Ucraina da due anni e mezzo. la resistenza di tutta società è determinante per non soccombere. Senza il sostegno non solo materiale, ma anche morale delle retrovie, i soldati smetterebbero di combattere.

GIOVANI IMPRENDITORI IN GUERRA ACCANTO AI SOLDATI UCRAINI

Ci sono due elementi poco studiati nel quadro della resistenza della società ucraina all’invasione su larga scala russa. Il primo è stata la nascita di tante iniziative imprenditoriali da parte di giovani ucraini, che hanno creato aziende o hanno convertito le loro attività, per sopperire alle mancanze dell’Ucraina che lotta per la sua indipendenza. Il secondo è la grande collaborazione tra amministrazione pubblica e aziende private per offrire all’esercito ucraino soluzioni tecnologiche innovative per renderlo più capace di resistere alla mastodontica macchina militare russa. Di fronte ad un nemico quantitativamente più forte e più esperto, l’Ucraina ha dovuto sopperire con più intelligenza e soluzioni creative.

LA NUOVA TECNOLOGIA DEI DRONI

La nuova industria dei droni è rivelatrice di questa tendenza. Molte delle innovazioni ottenute sul campo sono il frutto di imprese nate dopo l’inizio dell’invasione. Mentre il sistema russo è molto gerarchico e si muove solo su ordini dall’alto, il sistema ucraino si è mosso dal basso verso l’alto, bottom-up, senza aspettare le autorizzazioni del Governo. Anzi, il Ministero della Difesa ha accolto le proposte di prototipi e tecnologie provenienti da diversi settori industriali.

Questa è la storia di Alexander Yakovenko, 34 anni, giovane imprenditore di Odessa con una azienda di spedizioni di prodotti agricoli e carburante, diventato uno dei primi produttori di droni in Ucraina.

UN IMPRENDITORE IN TRINCEA

Nel 2022, pochi mesi dopo l’attacco russo, decise di aggregarsi a un plotone di soldati in prima linea, sul fronte di Zaporizhia, anche se non era un militare. Era sconvolto dalla spietatezza dei militari russi. Aveva visitato da poco Bucha, a Nord di Kiev ed era determinato a fare qualcosa per fermare l’invasione. Ecco perché aveva deciso di condividere l’esperienza con i soldati ucraini. Un giorno vede uno di loro che corre fuori dalla trincea, nella terra di nessuno, per recuperare un drone. Gli chiede perché era uscito alla scoperto rischiando di essere ucciso per un giocattolo. E così viene a scoprire che il drone è indispensabile per la ricognizione e che i soldati hanno fatto la colletta per comprarlo.

Da allora iniziò a creare una attività parallela di produzione di droni, prendendo ingegneri e tecnici, preferibilmente veterani tornati dal fronte, e applicando la sua conoscenza della logistica per l’acquisto dei componenti. Tutto questo senza l’aiuto di fondi pubblici, ma finanziato da donazioni private. “Non capisco come sono finito tra i primi tre produttori ucraini di droni, con dieci fabbriche separate e quattrocento dipendenti”, dice Alexander.

LA LOGISTICA DEI COMPONENTI DEI DRONI

C’è riuscito studiando su internet tutto sulla questione, cercando i primi fondi, e poi girando per la Cina, Taiwan, la Cecoslovacchia che forniscono il 75% dei componenti. Uno sforzo non solo organizzativo e finanziario, ma anche politico, per convincere il Ministero della Difesa e il Ministero della Trasformazione Digitale, ad autorizzare i suoi primi droni a basso costo, da 300 a 450 dollari l’uno ad essere inviati gratuitamente ai combattenti al fronte.

Alexander è uno come tanti altri di questa giovane generazione ucraina che l’emergenza della guerra ha prodotto. Per un imprenditore di Odessa la logistica è tipica della cultura professionale della città. Il grande problema nella produzione dei droni è l’incidenza dei costi di trasporto dei componenti dalla Cina. Ecco perché Alexander ha iniziato a viaggiare in Cina per incontrare i produttori cinesi di componenti di droni per assicurare le quote di produzione e prezzi stabili.

Dopo la competizione sui costi, oggi la gara si è spostata sulla qualità. Il drone non è più un giocattolo, semina morte, ma può salvare la vita del combattente, di fronte ad una ondata d’assalto russa che minaccia di travolgere le proprie linee. Oggi un drone FPV (First Person View, cioè “Vista in prima persona”, identifica una tipologia di modelli radiocomandati, che non vengono pilotati in maniera tradizionale, ovvero guardando il modello, ma tramite schermi o visori da indossare, che danno una visuale al pilota come se fosse ai comandi del modello stesso) se è abbastanza potente, alimentato con un combustibile solido, può salire in cielo, carico di 3 kg di esplosivo, percorrere 20 km e andare a far esplodere un carro armato nemico del valore di un milione di dollari.

LA GARA DELL’UCRAINA PER NON RIMANERE INDIETRO NELLA PRODUZIONE

Oggi, l’Ucraina produce 1,3 milioni di FPV all’anno. Il doppio dei russi, ma quattro volte meno proiettili e venti volte meno Lancet, i droni kamikaze a lungo raggio. In questo divario c’è il problema della debolezza ucraina. I Lancet russi possono colpire fino a 200 km, e gli ucraini, che sono sulla difensiva, sono costretti ad aspettare che i russi arrivino a tiro dei loro FPV. “Stiamo perdendo la concorrenza tecnologica”, si preoccupa il giovane imprenditore. In attesa che l’Ucraina trovi una soluzione più efficiente, i combattenti si affidano agli ottimi cannoni Caesar, che però sono troppo pochi francesi e agli Himars, i lanciarazzi multipli americani, che hanno un costo esorbitante. Mentre sul fronte del Donbas le ondate di assalti russi si susseguono.

ARRIVANO ANCHE I DRONI TERRESTRI

Comunque, l’indirizzo futuro degli armamenti è ormai chiaro. Si stanno già testando da molti mesi  gli “Inland Drones”, cioè i droni terrestri, capaci di attaccare o difendersi, aprire il fuoco e bombardare, piazzare mine o evacuare i feriti. Senza l’intervento umano, fatta eccezione per gli operatori dietro, attaccati alle loro console o con occhiali virtuali. Il tutto coordinato dall’Intelligenza Artificiale per trovare i bersagli, identificarli e distruggerli con una precisione senza precedenti.

“Ci stiamo già lavorando”, afferma l’imprenditore di Odessa. Come possiamo produrre a basso costo, creare droni relè per controllare a distanza quelli a terra dal cielo, nonostante gli ostacoli, le foreste e le cavità del terreno? Anche in questo caso, la sfida è il prezzo, la tecnologia e la logistica.

LA MEDAGLIA DA ZELENSKY

Come altri imprenditori ucraini che si sono dedicati alla difesa della loro patria, anche Alexander Yakoshenko ha ricevuto dal presidente Zelensky la Medaglia dell’Ordine al Merito, la più alta onorificenza per un civile. Ma lui non sembra dargli peso. È preoccupato per la gara contro il tempo, per non rimanere indietro nella crescita tecnologica dei droni, i protagonisti di questa guerra, da cui dipende anche la libertà del suo Paese.

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