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Tutti i tentativi del colosso Verizon per digerire bene Yahoo e Aol

Verizon, numero due Usa delle tlc, ha annunciato la svalutazione della sua controllata Oath, fusione e di Aol e Yahoo, che da gennaio cambia pure nome…

Il giuramento c’è stato ma le promesse non sono state mantenute. Viene facile il gioco di parole partendo da Oath, giuramento in inglese, nome della media unit nata dalla fusione tra le internet company Aol e Yahoo per mano della telco Verizon nel 2017.

A metà dicembre il secondo operatore telefonico degli Usa ha annunciato la svalutazione di 4,6 miliardi di dollari della sua media unit Oath. E come si dice, anno nuovo vita nuova e si prova con un nuovo nome: a partire dall’8 gennaio 2019 Oath sarà ribattezzata Verizon Media Group. Ecco i dettagli.

L’AZZARDO

Nel 2015, Verizon ha acquistato per 4,4 miliardi di dollari Aol, portale di servizi digitali nonché pioniere della connettività web nell’era a. G., avanti Google. Nel 2017 ha speso altri 4,5 miliardi di dollari per l’acquisto di Yahoo, ex colosso del web. La telco statunitense sperava infatti che unire i due giganti di Internet sotto un rebrand avrebbe creato un player protagonista nei contenuti digitali, vantando nel portafogli siti Web come Huffington Post, TechCrunch e Tumblr. Ed ecco che Oath, giuramento, è stato pensato per riflettere “le promesse che facciamo l’un l’altro, i nostri consumatori, i nostri clienti e i nostri partner”, dichiarava Verizon all’epoca.

SPERANZE DISILLUSE

Ma Oath ha tradito le promesse: la telco ha speso quasi 10 miliardi di dollari per l’acquisizione di Yahoo e Aol convinta che grazie all’unione di entrambe avrebbe raggiunto una scala più ampia insieme. Tuttavia, Oath non ha realizzato le auspicate.

TEMPI MODERNI

I ricavi dalla divisione media di Verizon sono diminuiti del 7%, anno su anno nel trimestre più recente. La compagnia ha ammesso che non avrebbe raggiunto l’obiettivo del 2020. A frenare la crescita è la fisiologia del settore: il mercato pubblicitario digitale è in gran parte guidato da dispositivi mobili, mentre sia Yahoo sia Aol sono in gran parte orientati ai prodotti desktop e di ricerca.

NON C’È SCAMPO CON IL DUOPOLIO

Negli ultimi tempi Verizon ha subito un brusco calo delle vendite e degli utili. Queste perdite, unite alle sinergie inferiori alle attese, hanno condotto verso la decisione di metà dicembre: una svalutazione per Oath di 4,6 miliardi di dollari del suo valore di avviamento.

Purtroppo puntare su Aol e Yahoo non si è rivelata una strategia vincente: nel settore pubblicitario, non c’è proprio concorrenza con colossi al pari di Alphabet (società madre di Google) e Facebook.

SVALUTATION

Dopo che le entrate di Oath sono diminuite del 6,9% nel terzo trimestre del 2018, Verizon ha annunciato una svalutazione di quasi 4,8 miliardi di dollari e la società si è vista costretta a effettuare aggiustamenti sfavorevoli alle proiezioni finanziarie di Oath per i prossimi cinque anni.

LAVORI IN CORSO

A seguito dell’amara (ma necessaria) decisione, Verizon sostituirà (soltanto di nome) Oath con Verizon Media Group. La ribattezzata unità media comprenderà HuffPost, TechCrunch, Engadget, AOL.com, Yahoo Sports, Yahoo Finance, Ryot, Makers, Tumblr, Build Studios, Yahoo Mail e Verizon Digital Media Services. Nell’ultimo anno, Verizon si era già alleggerita di alcune proprietà di Oath, tra cui Flickr (acquisita da SmugMug) e Moviefone (venduta a Helios & Matheson Analytics di MoviePass).

FUORI TUTTI VERSO IL 5G

Ora si passa al cavallo vincente. Mentre alcuni rivali hanno acquistato concorrenti, Verizon ha focalizzato i propri investimenti sull’infrastruttura nelle attività per il wireless e per il lancio del 5G, cercando di tagliare i costi.  Per diventare più competitiva nel suo core business di collegamento delle persone, la società punta a risparmiare 10 miliardi di dollari entro il 2021. In quest’ottica, Verizon rinuncerà al 7%della  forza lavoro dell’azienda, che dovrà accollarsi però gli oneri straordinari tra 1,8 e 2,1 miliardi di dollari per i licenziamenti programmati di 10.400 dipendenti. Più leggera per correre verso il 5G.

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