Il dibattito fondamentale negli Stati Uniti rimane quello su immigrazione e talento. Nelle ultime ore vanno letti in questi termini gli interventi di J.D. Vance e Jensen Huang. Da ultimo, il loro approccio è diverso e continuerà a lacerare questa stagione degli USA.
Facendo l’esempio del programma spaziale, Vance ha detto che sono stati i talenti americani (anche se col contributo di ebrei e di tedeschi) a portare l’uomo sulla Luna. Vance rifiuta l’idea che, oggi, si debbano importare gli stranieri per raggiungere risultati.
Ovviamente, il contributo degli ex nazisti (a partire da von Braun) al programma spaziale è stato determinante. Il programma spaziale è stato anche figlio di un gigantesco investimento in formazione e scienza di base, il NDEA del 1958.
La struttura della popolazione statunitense di oggi, e le scelte di studio dei giovani, sono differenti rispetto al passato. La forza lavoro, il reskilling sono temi di più lungo periodo rispetto alla stessa geografia degli investimenti.
Inoltre, come detto, è anche impossibile per gli USA avvicinarsi alla logica del programma spaziale se si fa il contrario dell’investimento in formazione del NDEA del 1958.
Nelle stesse ore, Jensen Huang ha commentato i risultati di NVIDIA in TV e ha ricevuto una domanda sui provvedimenti contro gli stranieri nelle università. Come sempre quando parla di politica, è molto accorto. Vediamo però cosa ha detto.
Jensen ha detto in sostanza: “Anch’io sono un immigrato. Tanti immigrati contribuiscono alla forza tecnologica americana. Continueranno a farlo. Certo, non può arrivare chiunque. Ma l’amministrazione, al di là delle parole, alla fine è d’accordo con me”.
Alla fine, questo contrasto porta a un elemento delicato, che va comunque detto chiaramente: Vance pensa che il cosiddetto “ordo amoris” d’America riguardi un’ondata di immigrazione precedente. Quella “bianca”. I “nostri” sono i discriminati, rispetto gli “altri”.
Vance pensa che questi “bianchi” debbano “recuperare” il loro “spazio” anche rispetto alla potenza formativa degli “asiatici”, le varie comunità che, come mostrano i dati, alimentano la forza attuale degli USA, la forza tecnologica.
Per ovvi motivi, Jensen Huang non può invece pensare che gli USA appartengano ai “bianchi” e quindi continuerà a sostenere il suo argomento, superiore perché basato sulla realtà. Ma non necessariamente vincerà nell’arena politica.