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Elon Musk sta affondando X?

Un anno dopo l'acquisizione, X aveva perso oltre il 71% del suo valore. Adesso, oltre alle difficoltà con gli inserzionisti, anche la crescita degli utenti è rallentata notevolmente. Threads di Zuckerberg, intanto, festeggia. Tutti i dettagli.

Nell’ottobre del 2022 Elon Musk ha comprato Twitter per 44 miliardi di dollari, cambiandone il nome in X e dicendo di avere un piano per rendere il social network più redditizio, trasformandolo in una sorta di “super-app” sul modello della cinese WeChat. Nel giro di circa un anno, però, Twitter/X ha perso il 71,5 per cento del suo valore.

Sul finire del 2023, infatti, si affermava in un documento interno che la valutazione di X era di appena 19 miliardi di dollari, cioè meno della metà del suo valore iniziale. In quello stesso periodo Fidelity – la società di servizi finanziari che aveva partecipato all’acquisizione di Twitter insieme a Musk – svalutò ulteriormente le proprie azioni di X, valutando la società sui 12,5 miliardi.

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Grafico via Quartz.

X ha avuto dei problemi con le entrate pubblicitarie, legati al fatto che diversi grandi inserzionisti – come Apple e Walmart – hanno sospeso i loro annunci sul social network per via delle teorie del complotto e dei messaggi antisemiti diffusi da Musk; il quale, in risposta, disse loro di andare “a fare in culo”.

RALLENTA LA CRESCITA DEGLI UTENTI SU X

Al di là delle difficoltà nell’advertising, gli ultimi dati raccontano anche un rallentamento – Quartz parla di stallo – della crescita degli utenti sulla piattaforma. Il Financial Times ha scritto che nel secondo trimestre del 2024 su X c’erano 251 milioni di utenti attivi giornalieri, vale a dire solo l’1,6 per cento in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Prima che Musk acquisisse il social network, però, il tasso di crescita su base annua era a doppia cifra: nel secondo trimestre del 2022, per esempio, era del 33,8 per cento.

Molti utenti hanno lasciato X perché contrari alla visione del nuovo proprietario, dettosi interessato a garantire la libertà di espressione ma accusato di favorire la diffusione di messaggi d’odio (il cosiddetto hate speech).

I dati diffusi nei giorni scorsi da X, tuttavia, parlano di circa 570 milioni di utenti attivi mensili durante il secondo trimestre del 2024, il 6 per cento in più su base annua.

COME VA THREADS DI META

Nel luglio 2023 (e nel dicembre in Europa) Meta Platforms, la società tecnologica di Mark Zuckerberg che possiede anche Facebook e Instagram, ha lanciato Threads, una piattaforma sostanzialmente uguale a X, del quale vorrebbe appunto rappresentare un’alternativa per tutti quegli utenti scontenti dalla nuova gestione di Musk.

Nel giro di un anno, Threads ha raggiunto i 175 milioni di utenti attivi mensili. Lo scorso aprile ha anche superato X per numero di utenti attivi giornalieri: 28 milioni contro 22 milioni.

LO SCONTRO TRA MUSK E LA COMMISSIONE EUROPEA

Il 12 luglio la commissaria europea per la Concorrenza, Margrethe Vestager, ha fatto sapere che X non rispetta il Digital Services Act, cioè la normativa dell’Unione europea sulla sicurezza e la trasparenza dei servizi digitali che obbliga le piattaforme a contrastare la diffusione di contenuti illegali e dannosi e a rispettare degli standard di chiarezza nella pubblicità online. Secondo la Commissione, X “inganna gli utenti, non fornisce un adeguato archivio degli annunci e blocca l’accesso ai dati per i ricercatori”.

In risposta, Musk ha accusato la Commissione europea di aver proposto a X “un accordo segreto illegale: se avessimo censurato la libertà di parola in silenzio, senza dirlo a nessuno, non ci avrebbero multato”, ha scritto. Le altre piattaforme hanno accettato l’accordo. X no”.

Al post di Musk ha replicato Thierry Breton, commissario europeo per il Mercato interno: “non c’è mai stato, e non ci sarà mai, alcun ‘accordo segreto’. Con nessuno. Il Digital Services Act fornisce a X (e a qualsiasi piattaforma di grandi dimensioni) la possibilità di offrire impegni per risolvere un caso. Per essere ancora più chiari: è stato il *TUO* team a chiedere alla Commissione di spiegare il processo di risoluzione e di chiarire le nostre preoccupazioni. Lo abbiamo fatto in linea con le procedure regolamentari stabilite. Spetta a voi decidere se offrire impegni o meno. È così che funzionano le procedure dello stato di diritto”.

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