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Vaccino AstraZeneca anti Covid: chi e dove sperimenta e produce

Il vaccino anti Covid-19 di AstraZeneca, che viene sperimentato in Brasile e Gran Bretagna, verrà prodotto anche in Italia dalla società Irbm. Fatti, nomi, numeri e indiscrezioni

 

Non c’è ancora un vaccino efficace nella lotta a Covid-19. Tutti gli opzionali sono ancora in fase di sperimentazione: solo alcuni antidoti, tra questi, si riveleranno efficaci.

Tra i più promettenti (e tra i più prenotati, al momento) c’è quello che viene sviluppato presso il Jenner Institute e Oxford Vaccine Group dell’Università di Oxford, con il contributo dell’italiana Irbm, e di cui AstraZeneca è responsabile della produzione e distribuzione mondiale.

Il vaccino è ancora in fase di sperimentazione, ma l’azienda ha già avviato la produzione (cui anche l’Italia parteciperà con la società Irbm). Tutti i dettagli.

VACCINO IN FASE DI SPERIMENTAZIONE

Partiamo dai fatti. Il vaccino ChAdOx1 nCoV, questo il nome provvisorio, è ancora in fase di sperimentazione.

“La sperimentazione clinica è ancora in corso”, ha detto Lorenzo Wittum, presidente di AstraZeneca Italia, intervenuto oggi ad Agorà su Rai3. “A settembre avremo i risultati dei test clinici di efficacia, se positivi avvieremo il percorso regolatorio per iniziare a distribuirlo entro fine anno”.

10 MILA VOLONTARI TRA GRAN BRETAGNA E BRASILE

La sperimentazione clinica è alla fase 3, come raccontato dal presidente di Irbm, Piero Di Lorenzo (fino a pochi anni fa comunicatore e consulente per le relazioni istituzionali di società pubbliche e private e della Guardia di Finanza) a La Stampa.

“Siamo ora alla fase 3 su 10mila volontari, reclutati in Gran Bretagna e in Brasile, dove i picchi purtroppo ancora alti dell’epidemia ci assicurano di poter portare a termine la sperimentazione”, ha detto Di Lorenzo, che ha anche specificato che il vaccino ha “già superato tre volte i severi esami dell’Agenzia del farmaco britannica, che ha autorizzato le varie fasi della sperimentazione. Dopo i primi test sui macachi è stato dato il via libera alla fase uno sui primi 510 volontari sani, che ha confermato l’assenza di tossicità ma anche l’efficacia, ossia la capacità di produrre una risposta immunitaria. Poi si è passati alla fase 2 su tremila volontari ai quali è stato inoculato il vaccino mentre ad altrettanti veniva somministrato un placebo”.

AVVIATA LA PRODUZIONE

Mentre i primi risultati fanno ben sperare, AstraZeneca ha avviato la produzione.”Stiamo iniziando a produrre il vaccino” prima degli esito di efficacia, “a rischio”, ha detto Wittum ad Agorà: “Abbiamo già avviato diverse catene di produzione indipendenti in diversi continenti”.

DOVE SI PRODUCE

Per soddisfare le richieste già arrivate, infatti, AstraZeneca deve accelerare e, soprattutto, deve incrementare ulteriormente la sua capacità produttiva a livello globale. Secondo Il Sole 24 Ore, “uno degli stabilimenti che materialmente produrrà il vaccino, dietro commessa della AstraZeneca, è la Irbm di Pomezia”. Catene di produzione vengono organizzate anche negli Usa, in Inghilterra ed in India, ha aggiunto il Sole.

GLI ACCORDI CON L’ITALIA

Intanto l’Italia, insieme a Francia, Germania ed Olanda, ha siglato con l’azienda un accordo per la fornitura di 400 milioni di dosi di vaccino anti Covid-19, da destinare a tutta la popolazione europea.

“L’impegno prevede che il percorso di sperimentazione si concluda in autunno con la distribuzione della prima tranche”, ha dichiarato il ministro della Salute, Roberto Speranza.

L’INDIA VUOLE UN MILIARDO DI DOSI

Dal Regno Unito è arrivato un ordine di 100 milioni di dosi, mentre l’America di Trump ha già comprato 300 milioni di dosi. L’India nel vuole 1 miliardo (la più alta prenotazione arrivata da un singolo paese). Prenotazioni anche dalla Coalition for Epidemic Preparedness Innovations e Gavi the Vaccine Alliance.

BARDA FINANZIA ASTRAZENECA

A finanziare parte del lavoro della britannica AstraZeneca, sarà l’Autorità statunitense per la ricerca biomedica avanzata (Barda) che ha deliberato per la multinazionale biofarmaceutica un finanziamento di oltre 1 miliardo di dollari.

I CONTI DI IRBM

Ma che cosa fa la società Irbm di cui Di Lorenzo è capo azienda e proprietario? La società con sede a Pomezia è attiva nella “ricerca traslazionale e della drug-discovery mediante l’adozione di un modello misto tra biotech e contract research organization”. Ciò ha permesso alla società “di guadagnare un ottimo posizionamento nel mercato mondiale dei Centri di ricerca traslazionale finalizzata ad accelerare la scoperta e lo sviluppo preclinico delle terapie per malattie. A tale scopo la ricerca si indirizza verso soluzioni in grado di modificare il decorso delle malattie in diversi campi tra i quali quelli della neuro-degenerazione, dell’oncologia e delle patologie virali e parassitarie”, si legge nella relazione allegata al bilancio.

L’esercizio 2019 di Irbm si è chiuso con un risultato netto di € 3.231.278, con un valore della produzione di oltre 28 milioni di euro

L’ESITO DELLE TRATTATIVE DI IRBM CON PALAZZO CHIGI PER BEI E CDP

Come si è conclusa l’interlocuzione di Irbm con istituzioni e società in Italia? Dagospia negli scorsi giorni aveva svelato le trattative fra Di Lorenzo di Irbm con Palazzo Chigi per finanziare la società di Pomezia tramite Cdp e Bei. “La questione – svela a Start Magazine una fonte istituzionale che ha seguito il dossier – è stata gestita a un tavolo europeo e a livello nazionali con i fondi pubblici per la ricerca, dunque l’intervento di Cdp e Bei non pare più necessario”.

NON SOLO OXFORD-IRBM

Al momento, in fase di sperimentazione clinica, oltre al vaccino che verrà prodotto e distribuito da AstraZeneca ci sono altri 10 vaccini, come da report del 9 giugno dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

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