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Ue Apple Pay

Bruxelles metterà alle stretta il colosso di Cupertino su Apple Pay

L’Ue sta valutando una nuova serie di regole antitrust che potrebbero obbligare Apple ad aprire la tecnologia Nfc di iPhone e Apple Watch ai concorrenti di Apple Pay

 

Apple potrebbe essere costretta a condividere la tecnologia di pagamento Nfc, dando l’accesso anche ai concorrenti.

Come ha riportato per primo Bloomberg, l’Unione europea sta valutando se costringere Apple ad aprire la sua funzionalità Nfc sui dispositivi iOS per competere con i fornitori di servizi di pagamento, secondo.

Come precisa Business Insider, l’Ue sta valutando di obbligare i produttori di smartphone a condividere le informazioni sulla loro tecnologia di pagamento wireless. Le leggi proposte non riguarderebbero specificamente Apple. Tuttavia, il rapporto menziona un’indagine antitrust in corso su Apple Pay.

La Commissione europea sta esaminando ora come rafforzare la regolamentazione delle società tecnologiche che offrono servizi finanziari.

COSA HA IN SERBO LA COMMISSIONE UE

“Parallelamente alla sua attuale e futura applicazione della concorrenza, la Commissione valuterà l’opportunità di proporre una legislazione volta a garantire un diritto di accesso a condizioni eque, ragionevoli e non discriminatorie, alle infrastrutture tecniche ritenute necessarie a supportare l’erogazione dei servizi di pagamento”.

È quanto si legge nella relazione, anticipata da Bloomberg, che l’esecutivo Ue presenterà la prossima settimana.

COS’È LA TECNOLOGIA NFC

La tecnologia Nfc gestisce i segnali wireless che consentono agli utenti di pagare tramite i propri dispositivi presso i terminali dei negozi, anziché una carta di credito o di debito.

Sebbene, come dicevamo, il rapporto non menzioni Apple, attualmente gli utenti di iPhone e Apple Watch possono effettuare pagamenti Nfc solo utilizzando il servizio Apple Pay.

IL SISTEMA APPLE PAY

Come ricorda Bloomberg infatti, dal lancio dell’Nfc su iPhone nel 2014, Apple ha limitato la funzione al proprio servizio Apple Pay. La società ha già affermato di limitare l’accesso come parte di un sistema di crittografia per le informazioni sulle carte degli utenti.

Secondo il colosso di Cupertino, consentire alle app di pagamento mobile concorrenti di accedere al chip Nfc disaccoppiato dal livello di sicurezza aggiuntivo di Apple potrebbe aumentare il rischio di frodi e altre violazioni della sicurezza.

LE LAMENTELE DELLE BANCHE

Apple Pay ha incontrato da subito l’opposizione dalle banche in diverse giurisdizioni dal momento che il servizio impedisce la concorrenza delle altre app di pagamento (come quelle delle banche).

Le banche e altri concorrenti reclamano pertanto la stessa funzionalità per le proprie app sugli iPhone ma Apple non ha mai fornito finora l’accesso al chip.

L’INDAGINE ANTITRUST AVVIATA A GIUGNO

La tensione tra Bruxelles e il colosso di Cupertino non è nuova.

A metà giugno la Commissione europea ha avviato due indagini nei confronti di Apple legata alle regole d’uso dei suoi sistemi di download di applicazioni (Apple Store) e di pagamento (Apple Pay) che potrebbero aver violato le regole di concorrenza Ue.

La prima indagine verificherà se Apple ha violato le regole antitrust, a seguito delle denunce di Spotify e Rakuten sulla “tassa” del 30% imposta sugli acquisti effettuati attraverso il sistema di pagamento dell’Apple Store.

L’altra inchiesta riguarda appunto la limitazione di Apple all’accesso alla funzionalità Near Field Communication (Nfc) su iPhone per pagamenti nei negozi e presunti rifiuti di accesso ad Apple Pay.

LE CONSEGUENZE DELLE NUOVE REGOLE UE

Il rapporto sarà presentato la prossima settimana dalla Commissione europea come parte di un pacchetto di proposte politiche.

In base alla nuova normativa, le banche e altri fornitori sarebbero in grado di offrire servizi di pagamento contactless tramite le proprie app utilizzando la tecnologia Nfc all’interno degli smartphone (come Apple Pay).

Nel documento, l’Ue ha precisato che qualsiasi legislazione terrà in debita considerazione “la sicurezza potenziale e gli altri rischi che tale accesso potrebbe comportare”. Aggiungendo che preciserebbe i criteri che determinano a chi e a quali condizioni dovrebbero essere concessi i diritti di accesso.

Al momento Apple non ha risposto a una richiesta di commento di Bloomberg. Così come un portavoce della commissione europea ha rifiutato di commentare.

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