L’Unione europea rinuncerà alla sua sovranità digitale per compiacere Donald Trump ed evitare il rischio di nuovi dazi americani? La risposta arriverà questo autunno, quando la Commissione di Ursula von der Leyen sarà chiamata a prendere una serie di decisioni sui giganti americani del digitale e sulla regolamentazione delle criptovalute, che potrebbero mettere l’Ue in rotta di collisione con il presidente MAGA. Le piattaforme Apple, Meta e X sono nel mirino del DMA e del DSA. L’Amministrazione Trump sta facendo sempre più pressioni per evitare di mettere paletti in Europa alle stablecoin, nelle quali la famiglia del presidente ha un interesse diretto. Alla fine dell’anno è attesa la proposta della Commissione di un pacchetto di semplificazione Omnibus sul digitale. A Bruxelles c’è chi teme che si trasformi nel cavallo di Troia della deregolamentazione del digitale come chiedono i “Tech Bros” americani.
Nel suo discorso sullo Stato dell’Unione del 10 settembre a Strasburgo, Ursula von der Leyen ha promesso di difendere la sovranità legislativa e regolamentare dell’Ue. “Che si tratti di regolamentazioni ambientali o digitali, siamo noi a stabilire le nostre norme, siamo noi a stabilire le nostre regole. L’Europa deciderà sempre da sé”, ha assicurato la presidente della Commissione. Un primo test ha dato risultati ambigui. Il primo settembre, la vicepresidente responsabile della Concorrenza, Teresa Ribera, si preparava a imporre una multa a Google per abuso di posizione dominante nel settore della tecnologia per la pubblicità online (Adtech). Il commissario al Commercio, Maros Sefcovic, è intervenuto per bloccare la decisione con il consenso di von der Leyen, sollevando timori per la reazione americana nel momento in cui Trump non aveva ancora firmato l’ordine esecutivo per ridurre i dazi sulle auto europee dal 27,5 al 15 per cento. La decisione è stata finalmente adottata il 5 settembre, ma la multa imposta a Google (2,9 miliardi di euro) è stata ben al di sotto di quanto generalmente previsto dalla Commissione in casi analoghi.
Sulla multa Google le proteste del Parlamento europeo e la scadenza del discorso sullo Stato dell’Unione hanno spinto von der Leyen a preservare una parvenza di sovranità digitale. Ma un conto è la legislazione, un conto è la sua attuazione. Nelle prossime settimane ci sono due casi di applicazione delle regole del Digital Markets Act su cui la Commissione deve adottare decisioni. Ad aprile la Commissione ha inflitto a Apple e Meta una multa di 500 e 200 milioni. Alla prima è stato ordinato di rimuovere le restrizioni che impedivano ai clienti di indirizzare i propri utenti verso offerte alternative al di fuori dell’App Store. Alla seconda è stato ordinato di cambiare il modello “Consenso o pagamento” (sul trattamento dei dati personali) per fornire agli utenti un’alternativa meno personalizzata. Entrambe hanno ricevuto una scadenza di 60 giorni, pena una multa giornaliera.
Secondo le nostre fonti, Apple sta collaborando attivamente e va nella buona direzione. Per contro, Meta non sta facendo sforzi sufficienti. I servizi della Commissione incaricati di applicare il DMA sono orientati a proporre un’altra multa a Meta per obbligarla a modificare il suo sistema “Consenso o pagamento”. Von der Leyen e i suoi commissari ne avranno il coraggio? Per ora è stato deciso di dare più tempo a Meta in considerazione del contesto delle attuali relazioni con l’Amministrazione Trump. E’ un altro indizio della mancanza di determinazione della Commissione von der Leyen di imporre la sovranità digitale europea a prescindere da considerazioni politiche.
Un’altra inchiesta che aveva fatto molto rumore all’inizio dell’anno è quella contro la piattaforma X di Elon Musk per violazione delle regole del Digital Services Act (DSA). L’indagine sta andando avanti, anche se per il momento rimane ancora a livello tecnico. Le prove raccolte dai servizi della Commissione puntano verso una decisione di non conformità. Il dossier dovrebbe essere trasmesso a livello politico prima della fine dell’anno. “I grandi interrogativi sono il calendario della decisione e quanto coraggio avrà la Commissione”, ci ha spiegato una fonte. La conclusione dell’indagine dovrebbe arrivare entro la fine dell’anno. Ma von der Leyen e la vicepresidente Henna Virkkunen potrebbero cercare di rinviare il dossier contro X. Nel frattempo, Elon Musk ha ricominciato a usare la sua piattaforma per la campagna di destabilizzazione delle democrazie europee, concentrandosi sul Regno Unito.
Entro la fine dell’anno, la Commissione presenterà anche il pacchetto di semplificazione Omnibus per il settore digitale. La data è provvisoriamente fissata al 10 dicembre. Il lavoro di coordinamento è stato affidato alla vicepresidente Henna Virkkunen, che finora si è mostrata molto prudente con le piattaforme americane. Secondo le nostre fonti, l’AI Act (la Legge sull’Intelligenza artificiale) sarà seriamente modificata dall’Omnibus digitale. E’ quello che chiede l’Amministrazione Trump, ma è anche ciò che chiedono alcuni Stati membri. Virkunnen difenderà almeno il DMA e il DSA, i due regolamenti chiave? “L’Omnibus potrebbe essere il cavallo di Troia per scardinare il DMA e il DSA”, avverte un funzionario dell’Ue. Anche il Regolamento generale per la protezione dei dati personali (GDPR) rischia di perdere alcune tutele nel processo di semplificazione Omnibus.
Rinunciare alla sovranità digitale dell’Ue potrebbe significare minare anche la sovranità monetaria e finanziaria europea. Il Parlamento europeo è preoccupato che la Commissione ceda alle pressioni americane per facilitare l’utilizzo delle stablecoin e altre criptovalute. L’Ue ha già un suo regolamento (l’acronimo è MICA, che significa Markets in Crypto-Assets), che la Commissione vorrebbe modificare attraverso delle linee guida vincolanti, invece che con un emendamento formale. La Commissione ha informato il Parlamento europeo delle sue intenzioni appena prima dell’incontro tra Ursula von der Leyen e Donald Trump in Scozia per concludere l’accordo sui dazi. I deputati stanno facendo resistenza, sostenendo che sia necessaria una modifica del regolamento MICA.
(Estratto dal Mattinale europeo)