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Microchip Usa

Ucraina, nelle armi russe microchip made in Usa

Secondo l'intelligence ucraina, ci sono microchip Usa nei sistemi di difesa aerea russi Pantsir, negli elicotteri d'attacco Ka-52 Alligator e nei missili da crociera Kh-101

 

L’equipaggiamento militare russo nella guerra in Ucraina è dotato di microchip made in Usa.

Dall’inizio dell’invasione avviata da Mosca, l’esercito ucraino ha sequestrato armi e attrezzature militari russe contenenti microchip dagli Stati Uniti. Lo ha rivelato un rapporto di The War Zone, citando l’intelligence ucraina. La direzione principale dell’intelligence (GUR), il servizio di intelligence militare ucraino, ha dichiarato in un post sul suo sito web ufficiale di aver ottenuto prove che le forze d’invasione russe stanno utilizzando microchip fabbricati negli Usa.

Secondo il post, l’intelligence ha rinvenuto l’elettronica di fabbricazione statunitense nei sistemi di difesa aerea russi Pantsir, negli elicotteri d’attacco Ka-52 Alligator e nei missili da crociera Kh-101.

In base al rapporto, questi chip risultano prodotti dalle società tecnologiche americane Intel, Micrel, Micron Technology e Atmel Corp. Inoltre, gli specialisti ucraini hanno scoperto cinque microchip statunitensi di Amd, Rochester Electronics, Texas Instruments e Linear Technology nel sistema di difesa aerea Pantsir.

Sebbene la Russia sia uno dei maggiori esportatori di armi al mondo, la sua industria bellica fa molto affidamento su componenti importati, sottolinea il New York Times.

Tutti i dettagli.

COSA SOSTIENE L’INTELLIGENCE UCRAINA

L’esercito ucraino ha esaminato un missile da crociera russo Kh-101 e ha trovato all’interno almeno 35 microchip di fabbricazione statunitense. Ha anche aperto un sistema dell’elicottero Ka-52 Alligator che contiene 22 chip prodotti da Texas Instruments, Altera USA e Micron Technology.

https://twitter.com/DI_Ukraine/status/1530539367206461440

Tuttavia, i funzionari dell’intelligence ucraina che hanno fornito l’elenco dei componenti a The War Zone non erano in grado di fornire la provenienza dei chip.

IL COMMENTO DEGLI ANALISTI

L’elenco dei componenti offre alcune delle informazioni più dettagliate fino ad oggi sull’entità di dove i russi stanno ottenendo microchip, semiconduttori e altri componenti critici.

Secondo l’analista militare Skip Parish, il ritrovamento di microchip di fabbricazione statunitense nelle apparecchiature russe mette in evidenza la “totale dipendenza del Paese dalla tecnologia occidentale”.

PROBLEMA “AMERICANO” DEI CHIP PER MOSCA

Come segnala il Times, l’esercito russo ha un tallone d’Achille: molte delle sue armi sono costruite attorno a microchip importati.

L’11 maggio, la segretaria al Commercio Gina Raimondo ha dichiarato in un’audizione al Senato che le sanzioni contro la Russia la stavano costringendo a cercare fonti alternative di componenti chiave. “Abbiamo rapporti da ucraini che quando trovano equipaggiamento militare russo a terra ci sono semiconduttori che hanno tolto da lavastoviglie e frigoriferi”, ha affermato Raimondo.

Le esportazioni statunitensi di tecnologia avanzata verso la Russia sono diminuite di oltre il 90% dall’inizio della guerra, ha affermato Raimondo.

Le restrizioni vanno oltre le tradizionali sanzioni in tempo di guerra emesse dal governo degli Stati Uniti. Vigono infatti limitazioni ad alcuni beni high-tech fabbricati ovunque utilizzando macchinari, software o progetti americani.

Ciò significa che anche i paesi che non fanno parte della coalizione delle sanzioni con Usa e Ue devono seguire le regole, altrimenti rischiano a loro volta sanzioni. Nel 2018, solo circa la metà delle attrezzature e dei servizi militari necessari alla Russia provenivano da fonti nazionali, secondo i dati dell’Ocse.

LA POSIZIONE DELLE AZIENDE

Nel frattempo, la maggior parte delle aziende che producono microchip rivenuti nelle armi russe ha affermato di non fare più affari con Mosca. Altre ancora hanno contestato i risultati dell’intelligence ucraina, sottolinea The War Zone.

COSA SOSTIENE INTEL

Invece Intel ha affermato che sebbene non possano sapere dove finiscono i loro chip, non fa più affari né con la Russia né con la Bielorussia.

“Anche se non sempre sappiamo né possiamo controllare quali prodotti creano i nostri clienti o le applicazioni che gli utenti finali possono sviluppare, Intel non supporta né tollera che i nostri prodotti vengano utilizzati per violare i diritti umani”, ha affermato Penny Bruce, direttore delle comunicazioni aziendali di Intel. Intel, ha ribadito il manager, “ha sospeso tutte le spedizioni ai clienti sia in Russia che in Bielorussia”.

“Laddove veniamo a conoscenza della preoccupazione che i prodotti Intel siano utilizzati da un partner commerciale in relazione ad abusi dei diritti umani, limiteremo o cesseremo l’attività con la terza parte”.

Infine, “Intel continuerà a rispettare tutte le normative e le sanzioni applicabili all’esportazione nei paesi in cui opera; ciò include il rispetto delle sanzioni e dei controlli sulle esportazioni contro Russia e Bielorussia emessi dagli Stati Uniti e dalle nazioni alleate”.

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